Formula 1, gp Emirati Arabi: Hamilton vince gara e titolo, Rosberg ko
Il campionato 2014 di Formula 1 si chiude con l’epilogo più scontato ma anche più giusto: Lewis Hamilton si laurea campione del mondo bissando il titolo vinto nel 2008 e lo fa senza calcoli: l’inglese vince la gara e si disinteressa totalmente dei risultati del compagno rivale Rosberg che, in ogni caso, incappa in una giornata degna del miglior Fantozzi.
Hamilton lascia intendere sin dal principio di volere il mondiale senza fare troppi ragionamenti su posizioni e doppio punteggio: l’inglese prende il comando della gara già alla partenza bruciando un impacciato e poco determinato Rosberg che pure partiva dalla pole position e sbandierava propositi di grande impresa. Niente di tutto questo perchè Hamilton si issa in testa al gran premio e ci resta per tutta la durata della corsa fino alla festa finale che lo proietta sul gradino dei bicampioni del mondo alla pari di Graham Hill, Ascari, Hakkinen, Fittipaldi, Jim Clark e Fernando Alonso. Rosberg, nel frattempo, inizia la sua personale lotta con una Mercedes in difficoltà, lenta, minata nel sistema ERS, una lotta da cui il tedesco esce pesantemente sconfitto chiudendo la gara addirittura in quattordicesima posizione, frustrato ed impotente di fronte alle sventure che gli sono capitate. La Mercedes partirà favorita anche nel 2015 e Rosberg tenterà di strappare lo scettro al compagno di scuderia dopo essere andato vicino all’impresa in questo 2014 che lo ha visto leader per la prima parte della stagione, ma che, al ritorno prepotente di un Hamilton cattivo e rabbioso, ha messo in mostra qualche limite caratteriale del tedesco che non ha più retto e tenuto il passo del britannico.
Detto dei due della Mercedes e celebrato il titolo di Hamilton, va analizzato anche il resto della gara di Abu Dhabi: le Williams, in coppia come le omonime sorelle del Tennis, fanno compagnia al neocampione del mondo sul podio con Massa secondo e Bottas terzo confermando che quest’anno i motori Mercedes andavano che è un piacere. Al quarto posto finisce un sontuoso Daniel Ricciardo, vera rivelazione dell’anno, che ha portato la Red Bull ad essere l’unica squadra in grado di togliere vittorie alla Mercedes, e che nell’ultima gara dell’anno è stato capace di rimontare dal fondo dello schieramento (Red Bull penalizzate dopo una buona qualifica) sino ai piedi del podio a suon di sorpassi, alla faccia anche di chi sostiene che la Formula 1 sia uno sport noioso. Vettel, all’ultima sfilata con la tuta a forma di lattina, chiude con l’ottavo posto una stagione da dimenticare, senza neanche una vittoria all’attivo dopo quattro titoli mondiali consecutivi. Per il tedesco si apre ora la sfida di riportare ai vertici una Ferrari che anche ad Abu Dhabi è apparsa spenta e capace di arrancare stancamente fra il nono e il decimo posto, ovvero le posizioni con cui Alonso e Raikkonen hanno tagliato il traguardo. Emblematico come lo spagnolo (al passo d’addio dopo 5 anni in chiaroscuro al volante della Rossa) abbia faticato per sorpassare anche l’esordiente Stevens alla guida della Caterham che ha forse chiuso la sua esperienza in Formula 1 col gran premio degli Emirati Arabi a causa dei noti guai finanziari. Bravi i due della Force India, Hulkenberg e Perez, che si classificano sesto e settimo, subito sotto a Button, quinto ed ancora alla ricerca di una risposta al perchè la McLaren il prossimo anno punti su un acerbo, indisciplinato e al momento poco incisivo Magnussen come compagno di Alonso, anzichè affidarsi all’esperto, lineare e redditizio inglese, campione del mondo 2009, non un talento purissimo, ma un pilota affidabile e continuo.
Cala il sipario su una stagione emozionante, dominata dalla Mercedes e dai motori della marca con la stella. Hamilton ha vinto, Rosberg si è arreso solo alla fine, insieme hanno monopolizzato qualifiche (18 pole position su 19) e gare (16 vittorie su 19), insieme si ripresenteranno nel prossimo marzo per il secondo atto di una lotta interna che promette altre scintille, a meno che le Williams, veloci in prova ma mai in grado di lottare per la vittoria quest’anno, o le Red Bull o la rinnovata McLaren Honda di Alonso saranno in grado di inserirsi fra le due frecce d’argento, troppo potenti per chiunque in un 2014 che ha riportato il mondiale a Stoccarda dopo 59 anni.
(di Marco Milan)