Kostner-Schwazer: quando l’amore rischia di compromettere una carriera sportiva
Ci sono casi in cui l’amore porta via l’anima e il cuore delle persone. Un sentimento tanto forte da non permettere comportamenti normali. Cambia il concetto di spontaneità, perché essa si trasforma nel bisogno di agire pensando alla persona amata, fino a plasmare la propria vita in funzione del partner, diventando così una singola entità, un corpo unico. Si pensa come l’altra persona, si vede dell’altro solo ciò che si vuol vedere. Non ci si accorge dei suoi difetti, anzi lo si difende aprioristicamente, lo si spalleggia e lo si copre anche in azioni che vanno contro i valori universali, quelli che fino al momento del colpo di fulmine erano considerati il fondamento della propria esistenza. Questo è ciò che potrebbe esser successo a Carolina Kostner, bronzo alle olimpiadi di Sochi. Talento cristallino dello sport italiano che rischia di vedere compromessa una carriera per una storia che poi, in fondo, non la riguarda neppure direttamente.
L’accusa della procura antidoping del Coni, che ormai tutti i fan della pattinatrice conoscono, è doppia. Da un lato il favoreggiamento dell’uso di sostanze dopanti del suo ex compagno Alex Schwazer, con la montagna dei 4 anni di squalifica richesti, dall’altro la meno grave omessa denuncia e i suoi eventuali tre mesi di sanzione. Lei continua a dirsi totalmente estranea all’intera vicenda. Nei giorni scorsi anche il suo avvocato è intervenuto ai microfoni di Rainwes24, sostenendo che la sua assistita, non essendo al corrente del comportamento di Schwazer, non può essere considerata artefice di alcun favoreggiamento, anzi, in questo caso dovrebbe cadere anche l’accusa di omessa denuncia. Certo è che la tesi di essere all’oscuro di tutto un pochino scricchiola, non per l’esistenza di prove concrete, ma per le dichiarazioni della stessa Carolina. Qualche mese fa, a settembre, l’altoatesina aveva affermato che, a causa di un macchinario che Schwazer teneva in corrispondenza del volto durante la notte, lei per dormire era costretta ad usare i tappi per le orecchie. Difficile dunque pensare che la campionessa non si fosse accorta di nulla di strano nel comportamento del suo ex compagno.
Intanto però sono in molti a prendere le sue difese, compresa un’altra grande rappresentante dello sport azzurro, Tania Cagnotto: “Invece di pensare a Carolina, vadano a prendere i veri dopati. Non aggiungo altro, altrimenti mi squalificano. Lei comunque non ha fatto assolutamente niente”. La speranza di tutti è che la Cagnotto abbia ragione e che in questo caso il sentimento non abbia indotto Carolina a coprire Schwazer, ma abbia solo chiuso i suoi occhi non facendole vedere la dura realtà: una variante della cecità del sentimento amoroso a cui tutti gli appassionati di sport sperano di poter credere.