Editoria “pura”: la proposta di Palombo per comprare l’Unità
“Una società nuova deve dare l’impressione di avere un percorso autonomo e indipendente dalla politica, senza dimenticare la sua storia”. In questi termini si è espresso Andrea Palombo, ex editore di Latina oggi, ex consigliere comunale di centrodestra a Latina e uno degli acquirenti dello storico quotidiano l’Unità. La proposta per rilevare il prestigioso giornale fondato da Antonio Gramsci, pertanto di matrice politica comunista e poi di quella che oggi definiamo “la sinistra” italiana, è stata presentata lo scorso ottobre nella Sala Cristallo dell’hotel Nazionale in piazza Montecitorio.
Ancora segreti i dettagli del piano strategico per rilevare la testata che dallo scorso agosto ha interrotto le pubblicazioni ed è rimasta attiva on line fino a settembre grazie a un perseverante gruppo di redattori. Per scongiurare la chiusura definitiva sul sito web (che sembra essersi ridotto ad un mero sito di lotta) la testata ha lanciato la campagna #iostoconlunita, una vera e propria asta di solidarietà che ha lo scopo di sostenere le iniziative di lotta dei lavoratori dell’Unità e di salvaguardarne il brand. Un’esistenza travagliata quella dell’Unità, che nel corso dei decenni ha visto susseguirsi decine di editori ma che su sollecitazione della Federazione Nazionale della Stampa ritornerà, si auspica, nelle edicole.
Palombo afferma di voler intraprendere l’avventura nell’editoria nazionale poiché, dice l’imprenditore, a colpirlo è il “fascino della carta stampata”. Dopo il fallimento della di “Latina oggi” a causa di debiti in parte ereditati dalla precedente gestione legata a Giuseppe Ciarrapico, l’imprenditore pontino è passato nelle file dell’opposizione e attualmente indipendente. A concorrere con Andrea Palombo è Guido Veneziani, editore dei periodici “Stop” e “Vero”; ma la partita sarà decisa da un commissario appositamente nominato dal tribunale. In ogni caso non si tratterà di un’impresa semplice dato che, secondo l’ultimo bilancio della casa editrice Nie chiuso a dicembre 2013, il bilancio è in rosso per 20,5 milioni di euro.
Dalla stampa locale a quella nazionale, da destra a sinistra: che Palombo stia tentando una scalata politica? Pericolo smentito dallo stesso acquirente durante la conferenza stampa alla quale erano presenti anche i giornalisti dell’Unità: “È vero alle ultime elezioni provinciali di due settimane fa ho sostenuto la candidatura del centrosinistra, ma non ho mai strumentalizzato le aziende con il mio partito” -a quale partito si riferisca Palombo non è ben chiaro- e rincara: “Questo è un piano economico-industriale non un piano politico. Non ho avuto incontri con i dirigenti del Pd ma ovviamente auspico, qualora la nostra proposta venisse accettata, di condividere con loro il percorso di risanamento. Il fine è la salvaguardia dei lavoratori e della testata”. Ora, che sia mai esistita un’editoria davvero svincolata è cosa dubbia, soprattutto se si tratta di un giornale come quello in questione che ha avuto come riferimento il Partito Democratico. Inoltre, sulla sicurezza di mantenere lo stesso corpo redazionale e le stesse linee guida un acuto editore e studioso, l’americano André Schiffrin, ha ampiamente riflettuto come spesso i cambi di proprietà abbiano comportato politiche di accentramento e modifiche nell’assetto dell’azienda, nonché nella politica editoriale. Ovviamente non auspichiamo che questo accada all’Unità, ma attendiamo di conoscere il nome del futuro editore proprio in questi giorni.
“Infine” conclude Palombo con una nota di spirito “da giovane imprenditore che mette ogni giorno in gioco la propria persona mi sento in sintonia con lo spirito con il quale il Premier Matteo Renzi sta affrontando la difficile sfida del governo del Paese. Rilanciando stabilmente l’Unità spero, nel mio piccolo, di poter dare un contributo nella stessa direzione”.
(di Anna Piscopo)