Qualunque cosa succeda: Rai 1 ricorda Giorgio Ambrosoli
Alla commovente ed esemplare storia dell’avvocato Giorgio Ambrosoli , eroe borghese vittima della corruzione e del malaffare, è stata dedicata la fiction di Rai 1 andata in onda lunedì 1 e martedì 2 dicembre. Complice la magistrale interpretazione di Pierfrancesco Favino, abituato a vestire i panni di personaggi memorabili, la miniserie ha incontrato il favore del pubblico registrando uno share del 15,27 % nella prima serata e del 17,41% nella seconda.
Gli ascolti positivi rappresentano la testimonianza del bisogno avvertito dai telespettatori di poter usufruire del mezzo televisivo come di un magister, uno strumento democratico di conoscenza, utile per entrare per illustrare e far conoscere le azioni di uomini capaci di sacrificare la propria vita in nome della verità, della giustizia e dell’onestà.
La Rai, in particolare, in queste occasioni esprime maggiormente la funzione di servizio pubblico perché, proponendo prodotti di tale genere, istruisce la propria platea e la rende consapevole dell’importanza di conoscere la storia dell’Italia attraverso le vicende di uomini illustri non per fama, per denaro o per successo, ma per le virtù semplici e genuine con le quali hanno affrontato l’esistenza.
Tra i tanti ritratti riproposti sotto forma di fiction, quello di Ambrosoli ha coinvolto particolarmente il pubblico televisivo; forse perché risulta difficile restare indifferenti di fronte alla storia di un uomo morto per amore della verità, quando le notizie quotidiane che catturano la nostra attenzione parlano di corruzione, di criminalità, di malavita. In un tale panorama, dunque, seguire le vicissitudini di una persona integra quale era l’avvocato milanese suscita commozione, accentuando, allo stesso tempo, l’amarezza e lo sdegno per i fatti che siamo costretti ad ascoltare e subire giornalmente e per la consapevolezza che, se corruzione e criminalità popolano tuttora le prime pagine dei giornali, a nulla sono serviti i sacrifici di persone come Ambrosoli; nel pessimismo e nella rassegnazione generale, l’esempio di una vita dedita all’onestà e alla trasparenza viene percepito come qualcosa di immaginifico, di lontano, di altro.
La storia dell’integerrimo avvocato, invece, è realmente accaduta e risale soltanto a quaranta anni fa.
Nella Milano degli anni 70 Giorgio Ambrosoli venne nominato dal governatore della Banca d’Italia, Guido Carli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, guidata sull’orlo del crack finanziario dal banchiere siciliano Michele Sindona, per esaminarne la situazione economica compromessa dall’intreccio tra politica, alta finanza, massoneria e criminalità organizzata siciliana.
Nel corso dell’analisi svolta dall’avvocato emersero gravi irregolarità e numerose falsità nelle scritturazioni contabili, oltre alle connivenze con il mondo mafioso. Durante i controlli, Ambrosoli fu oggetto di pressione e tentativi di corruzione finalizzati a mantenere il silenzio sulla situazione della Banca e ad avallare documenti comprovanti la buona fede del banchiere Sindona. Benchè fosse cosciente dell’enorme rischio, l’avvocato non si piegò e continuò il suo compito con onestà, lealtà e trasparenza, “pagando” con la vita la sua integrità morale.
Il lavoro di Rai 1 e, in particolare, l’interpretazione di Pierfrancesco Favino restituiscono in maniera eccellente il valore etico del personaggio, l’amore per la famiglia e la tenacia, unita all’angoscia, con la quale condusse il difficile compito assegnato. La miniserie “Qualunque cosa succeda” si inserisce all’interno della missione di palesare e ricordare grandi uomini italiani, di cui si fa portatore tanto il mondo della televisione quanto quello del cinema. Basti notare che la fiction dedicata a Giorgio Ambrosoli è stata preceduta da un film in suo onore intitolato Un eroe borghese (appellativo con cui è noto l’avvocato milanese) e diretto da Michele Placido nel 1995.
Sono tanti gli esempi che possono essere citati relativamente agli omaggi che il piccolo e grande schermo hanno dedicato alle grandi personalità italiane. Basti pensare alle numerose fiction Rai e Mediaset in memoria di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone: grazie anche alle magistrali interpretazioni di grandi nomi quali Ennio Fantastichini,Massimo Dapporto, Giorgio Tirabassi, le gesta eroiche di questi uomini, fedeli alla verità e alla giustizia, hanno ricevuto omaggio e sono state trasmesse al grande pubblico che ha sempre mostrato apprezzamento nei confronti di proposte televisive recanti messaggi profondi ed educativi.
Per non parlare dei prodotti tv che celebrano l’ingegno, la passione, la dedizione di imprenditori, inventori, visionari che hanno contribuito ad accrescere la fama del nostro paese: Luca Zingaretti nei panni di Adriano Olivetti, Beppe Fiorello in Giuseppe Moscati, Lorenzo Flaherty in Giovanni Borghi sono soltanto alcuni dei lavori che hanno illustrato la vita e il genio di grandi uomini italiani.
Non è questa la sede per giudicare le tecniche di realizzazione o la piena fedeltà alle reali vicende biografiche: probabilmente, alcuni di questi omaggi possono aver peccato in alcuni tratti, incontrando talvolta i giudizi negativi dei severi critici televisivi. Tuttavia ciò che risulta essenziale è verificare se il messaggio trasmesso da questi film, fiction o miniserie, sia rispondente nel complesso alla verità dei fatti e sia di insegnamento per gli spettatori di oggi, troppo rassegnati di fronte alla negatività dilagante e dunque bisognosi di esempi da emulare e da ricordare.
(di Giulia Cara)