Ricerca della Ucla e della Colombia University: come far cambiare idea in 20 minuti di interazione diretta

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L’idea che basti una conversazione di venti minuti a far cambiare la convinzione politica di qualcuno ha dell’incredibile. Per questo motivo i risultati dello studio portato avanti da Michael LaCour della UCLA e Donald Green della Columbia University, risultano essere sorprendenti. L’ipotesi da verificare nello studio è quella del contatto: interagire direttamente con membri di un gruppo che non si capisce o verso il quale non si prova fiducia, potrebbe portare a un cambio di atteggiamento nei loro confronti, generando empatia e sentimenti positivi.

“La vera incognita è, hanno dichiarato LaCour e Green, se un contatto breve o indiretto potrebbe essere sufficiente a produrre un cambiamento significativo e duraturo”. Per questo motivo i due professori hanno strutturato l’esperimento diversamente da altri già realizzati in passato, introducendo per la prima volta un sistema di questionari che tracciasse  per un lungo periodo le convinzioni politiche dei soggetti coinvolti.

Gli studiosi hanno selezionato i partecipanti inviando a un gruppo di votanti californiani dei sondaggi, nei quali c’erano domande circa l’opinione sui matrimoni gay. Nelle settimane successive gruppi di intervistatori istruiti per l’occasione, sono andati a parlare con chi si aveva dichiarato di essere contrario alle unioni omosessuali.  Gli intervistatori erano divisi in tre gruppi: eterosessuali e omosessuali che avrebbero parlato dei matrimoni, e un gruppo di controllo che avrebbe parlato dell’importanza del riciclo.

Nel corso del’incontro, sono state chieste alle “cavie” opinioni sul matrimonio e, circa a metà della conversazione, l’intervistatore, se gay, lo rivelava all’interlocutore, raccontando di come non potesse sposarsi per le leggi allora vigenti in California. Nel caso dell’intervistatore eterosessuale, invece, a metà del colloquio parlava di un parente che stava vivendo lo stesso problema. La durata media dei colloqui è stata di 22 minuti.

Superata questa fase, è iniziata la fase di controllo dei risultati. Qualche giorno dopo le conversazioni è stato distribuito un primo questionario alle persone con cui gli intervistatori avevano parlato e alle loro famiglie. L’impatto è stato prevedibilmente importante: a prescindere dalla sessualità di chi aveva tenuto il colloquio, tutti gli intervistati hanno dimostrato una maggiore apertura e disponibilità sul tema dei matrimoni gay.

Altri questionari sono stati mandati per altri nove mesi. Nel mese immediatamente successivo, il 90% di coloro che avevano parlato con eterosessuali era tornato sulle sue posizioni. Contrario, invece, il trend di chi aveva avuto contatti con un intervistatore omosessuale: non solo il loro cambio di idee politiche è rimasto costante nei successivi controlli, ma anche le loro famiglie e gli amici più stretti diventavano più progressisti col passare del tempo.

Il racconto diretto delle esperienze vissute, quindi, si rivela essere un incredibile mezzo per provare a instaurare un dialogo. “Bisogna però considerare- hanno dichiarato gli studiosi- che nel corso dei nove mesi di controllo è insorto un grande cambiamento, la legalizzazione dei matrimoni gay proprio in California. Non si è riusciti a determinare quanto questo evento abbia potuto influenzare i soggetti dell’esperimento, ma non c’è alcun dubbio sull’importante ruolo di condizionamento delle opinioni che sembra aver svolto il contatto diretto.

(di Francesca Parlati)

Fonte foto: www.theshopexpert.com

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