“Turismo ombra”. Federalberghi: su Trip Advisor il doppio delle strutture ricettive censite da Istat

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Il Natale è alle porte e si avvicina anche l’esigenza di evadere dalla quotidianità, organizzando un soggiorno fuori città. Le mete gettonate sono molte e si possono raggruppare nelle consuete tre categorie: città d’arte, luoghi esotici, montagna e piste da sci. Case vacanze, appartamenti, alberghi o B&b: le soluzioni proposte ai viaggiatori sono tante e provano a soddisfare le necessità più varie, creando, talvolta, anche spaesamento e confusione soprattutto  nei  viaggiatori dell’era 2.0, alle prese con piattaforme e motori di ricerca non sempre agevoli e affidabili.

Tuttavia, quest’anno la difficoltà più grande per i turisti italiani intenzionati a trascorrere giorni di relax in territorio nazionale non sarà scegliere la struttura migliore, con maggiori servizi e comfort, ma individuare un’opzione di soggiorno che rientri pienamente nei canoni della legalità. E sarà un compito arduo che coinvolgerà proprio quei viaggiatori tech, particolarmente propensi a utilizzare i vantaggi dei portali di ricerca on line.

Da un’indagine condotta da Federalberghi  (l’associazione degli albergatori di Confcommercio) su richiesta del Sole 24ore è emersa una discrepanza tra i numeri di strutture ricettive (presenti a Roma, Firenze, Milano e Napoli) censite dall’Istat nell’ultima analisi pubblicata il 10 dicembre 2014 e quelli presenti invece sul portale di ricerca TripAdvisor. Sembra, in altre parole, che esista una lunga lista di esercizi che forniscono accoglienza e pernottamento al di fuori dei canoni prescritti dalla legge, eludendo i controlli di Fisco e Regioni. Si tratterebbe di strutture che sfuggono alle classificazioni ufficiali e si posizionano lungo un confine labile tra elusione, evasione e illegalità. Secondo il confronto di Federalberghi i servizi ricettivi “ombra” sarebbero il doppio di quelli regolarmente censiti.

Numeri alla mano, le strutture rilevate dall’Istat nelle quattro città italiane principali sono 7.606  tra alberghi, pensioni, B&b, alloggi in affitto e case vacanza, mentre su TripAdvisor ne risultano ben 15.396. Scendendo nei particolari, le strutture romane note all’Istat sono 5.518 mentre su TripAdvisor ne compaiono 9.740; a Milano vi sono 772 esercizi regolarmente registrati e 1.448 operativi sul portale di viaggi;  Napoli ne conta 445 regolari  e 956 classificati da TripAdvisor e a Firenze l’offerta sul portale è quattro volte quella indagata dall’Istat :3.252 contro 871 .

Tale situazione genera due ordini di problemi: da una parte, allarga la sfera della concorrenza a un numero potenzialmente illimitato di soggetti, poiché è impossibile calcolarne la reale  cifra in assenza di una regolare certificazione; dall’altra, finisce per bruciare centinaia di possibili posti di lavoro.

La questione delle “strutture ombra” pone l’accento sul’ambivalente natura del web che, da una parte, ha aiutato molti privati ad avviare attività economiche opache e dall’altra ha danneggiato gli operatori delle strutture ricettive professionali e certificate, costretti a emergere contro una concorrenza di fatto indefinita e intangibile.

In una tale Babele spetta al governo spingere per una regolamentazione più severa, come indica Federalberghi, per cercare di contenere gli atteggiamenti di evasione e illegalità. Le regole, teoricamente, esistono già ma, come accade purtroppo in tanti altri contesti, raramente vengono rispettate.

L’indagine Istat finora citata, relativa all’anno 2013, mette in evidenza, inoltre, un cambiamento di tendenza per quanto riguarda la diffusione delle strutture ricettive. Appaiono in calo, infatti, i tradizionali alberghi mentre crescono le strutture extra- alberghiere, come B&b e ostelli. Tale orientamento rispecchia indubbiamente la scelta di molti italiani che, non volendo rinunciare alla vacanza ma oppressi dalle difficoltà economiche, direzionano la proprio preferenza verso esercizi meno dispendiosi ma ugualmente accoglienti e confortevoli. Le cifre parlano chiaro: pur con una permanenza limitata (si è passati da 4,16 notti del 2003 a 3,63 del 2013), il numero di ospiti è  rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2012. Segno che gli italiani preferiscono scegliere di diminuire i giorni della vacanza, optando per un soggiorno in B&b o ostello, ma non intendono rinunciare al piacere dell’allontanamento dalla routine e dai luoghi quotidiani.

(di Giulia Cara)

Fonte foto: www.studenti.it

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