Torino: rabbia e talento, eppure questo Athletic Bilbao non è insuperabile
Non ha avuto un sorteggio agevole il Torino, va detto subito. L’Athletic Bilbao rappresenta un ostacolo duro per i granata di Ventura che, inoltre, non stanno affatto ripetendo l’entusiasmante stagione che li ha portati alla qualificazione europea circa otto mesi fa. Complici anche le cessioni di Immobile e Cerci, non adeguatamente sostituiti dal presidente Cairo e dal ds Petrachi, il Torino arranca in campionato ma avanza in Europa dove ha brillantamente superato la fase a gironi grazie pure ad un girone non complicatissimo con avversarie Bruges, Copenaghen e HJK Helsinki.
Complicato sarà invece abbattere la resistenza del Bilbao, retrocesso dalla Coppa dei Campioni dopo il terzo posto nel raggruppamento con Porto, Shakhtar Donetsk e Bate Borisov. La qualificazione alla massima competizione continentale era stata raggiunta dai baschi grazie all’ottimo quarto posto nella scorsa edizione della Liga spagnola e al predominio avuto nei confronti del Napoli nel preliminare estivo che aveva estromesso brutalmente i partenopei promuovendo gli spagnoli che apparivano come mina vagante di una coppa che invece non li ha visti per nulla protagonisti, anzi, la loro presenza nel girone si è fatta sentire solo per il Bate Borisov che ha perso l’opportunità di arrivare terzo, mentre per Porto e Shakhtar non è stato arduo giocarsi i primi due posti. Dopo la doppia sfida col Napoli, infatti, a Bilbao qualcosa si è inceppato e il meccanismo ha iniziato a girare a rilento: l’eliminazione dalla Coppa Campioni, infatti, è solo la punta di un iceberg per gli uomini allenati da Ernesto Valverde, uno dei candidati per la successione di Del Bosque alla guida della nazionale spagnola.
Il campionato è iniziato male e prosegue con alti e bassi, tanto che i biancorossi sono rimasti impantanati nei bassifondi della classifica, lontani dalle zone europee, esattamente come accaduto ai futuri avversari di coppa del Torino. Ma a Bilbao di cessioni eccellenti c’è stata solo quella del centrocampista Ander Herrera, finito in estate al Manchester United per ben 36 milioni di euro, per il resto, i vari Munain, Iturraspe, De Marcos, Susaeta e Ibai Gomez sono sempre lì al loro posto ma sembra che siano caduti nel sonno della bella addormentata e in attesa che qualche principe vada a risvegliarli, collezionano prestazioni al di sotto delle loro possibilità tanto nel nuovissimo San Mamès davanti ai tifosi amici (pessima, ad esmpio, la sconfitta casalinga col piccolo ed indifeso Granada), quanto in trasferta (al Bernabeu perdono quasi tutti, vero, ma i 5 gol incassati dai baschi con totale arrendevolezza fanno riflettere). Ora c’è rabbia in casa dell’Athletic, rabbia e sete di rivincita. La Coppa Uefa, forse, è un habitat più a dimensione della squadra di Valverde, probabilmente ancora non matura per una competizione da mostri come la Coppa dei Campioni; in più la cocente delusione del 2012 quando arrivò sino alla finale per poi essere stracciato dall’Atletico Madrid di Simeone che forse proprio quella sera gettò le basi per la corazzata che ha impressionato Spagna ed Europa l’anno scorso, sarà uno stimolo ulteriore per riprendersi quanto lasciato tre anni fa in un’annata che vide il Bilbao seminare tanto e raccogliere zero: finale Uefa lasciata all’Atletico Madrid, Coppa di Spagna persa pure in finale con l’ultimo Barcellona di Guardiola. Va detto, ad onor del vero, che per quanto l’Athletic Bilbao sia in difficoltà e Valverde non abbia ancora trovato il bandolo della matassa, l’ago della bilancia nella sfida col Torino pende fortemente verso il piatto spagnolo, perchè l’esperienza europea significa moltissimo in sfide secche di andata e ritorno, perchè il San Mamès nelle partite di coppa diventa una bolgia e perchè il talento basco è di gran lunga più puro di quello dei granata.
Più paella che bagnacauda, insomma, anche se, qualora il Torino uscisse con un buon risultato dalla prima gara in quello stadio che un tempo si chiamava Comunale, la qualificazione potrebbe non essere una chimera per Glik e compagni, perché rabbia e talento degli iberici potrebbero essere sopraffatti dalla confusione che regna a Bilbao in questa stagione e dalla pressione nei confronti di chi deve qualificarsi a tutti i costi. Il Torino parte sfavorito e lo sa bene, forse questo potrebbe paradossalmente aiutare i granata ed il loro proverbiale cuore.
(di Marco Milan)