Amarcord. La leggenda del Corinthian Football Club, i dilettanti che vincevano in giro per il mondo
Nel 1882 il calcio era assai diverso da oggi, non portava ai calciatori nè fama e nè ricchezza, nè donne e nè gloria, era un modo come un altro per sbarcare il lunario, magari più divertente di una miniera o una fabbrica puzzolente. Proprio in quell’anno, a Londra, nacque il Corinthian Football Club, squadra con le maglie bianche, che nella sua storia non avrebbe vinto nulla, non avrebbe giocato mai neanche una partita in Premier League, ma in compenso sarebbe stata ricordata come leggenda, come insieme di fenomeni, come soggetto perfetto per un film, stile Fuga per la vittoria.
Il Corinthian Football Club nasce per volere di un certo N.L. Jackson, membro della Football Association e che, stufo di vedere le squadre scozzesi primeggiare nel calcio, decide di creare un club pieno di giovani di talento che possano contrastare gli scozzesi e portare in alto il nome dell’Inghilterra. I giocatori del Corinthian Football Club non percepiscono danaro, sono tutti ragazzi affiliati ad altre società, spesso formazioni universitarie che prestano alla neonata squadra londinese i loro calciatori per il bene comune del paese. Il Corinthian Football Club scende in campo con una tenuta interamente bianca e non viene iscritto ad alcuna competizione ufficiale, niente campionato, niente FA Cup, lo scopo è infatti quello di fornire giocatori alla nazionale inglese e non quello di vincere campionati e coppe. Gli stessi ragazzi dei bianchi si rifiuteranno più volte nel corso degli anni di essere annessi anche alla sola Coppa d’Inghilterra, perché vogliono solo gloria e non trofei. I ragazzi del Corinthian partono a mille, le squadre inglesi con cui disputano amichevoli e tornei non ufficiali vengono travolte dall’arrembante formazione londinese, colma di talento, voglia e tenacia; nel 1884 il Corinthian Football Club distrugge per 8-1 il Blackburn che arrivava alla partita spavaldo dopo aver vinto la Coppa d’Inghilterra, nel 1903 stessa sorte è riservata al Bury che prima vince la finale di FA Cup contro il Derby County per 6-0, quindi perde 10-3 contro i fenomeni in maglia bianca. Un anno dopo, nel 1904, il Manchester United affronta in amichevole il Corinthian Football Club e perde 11-3, ad oggi ancora la più pesante sconfitta dei Red Devils nella storia, tanto che nel 2004, esattamente cento anni dopo quella disfatta, Alex Ferguson farà disputare una gara dalle riserve del suo Manchester United contro la nuova formazione del Corinthian Football Club che sarà sconfitta per 3-1 nonostante il vantaggio iniziale. Tornando ad inizio secolo, il Corinthian Football Club viene ammesso alla Amateur Football Association e gli è vietato scontrarsi con formazioni inglesi professionistiche; ma la squadra in maglia bianca si sente troppo forte per affrontare solamente compagini dilettantistiche, così decide di intraprendere viaggi in tutto il mondo per sfidare le più grandi squadre del pianeta, all’insegna della sportività e della pura e semplice competizione.
Il Corinthian Football Club vola in Sudafrica, in America (Canada e Stati Uniti), nell’Europa dell’est e in Spagna dove si dice che il Real Madrid, incantato dal gioco degli inglesi, scelse di giocare in bianco proprio in onore dei londinesi. Giunti in Brasile, nel 1910, i calciatori del Corinthian Football Club sconfiggono il Flamengo, il Palmeiras e la nazionale di calcio carioca; proprio in quei giorni a San Paolo sta nascendo una nuova squadra che, come tributo a questi fenomeni venuti dall’Inghilterra, decide di chiamarsi Corinthians e sarà nel tempo una delle formazioni brasiliane più prestigiose. Anche a Malta c’è un Corinthian (lo Zejtun Corinthian), così come in Svezia (Corinthian Bowl), sempre grazie agli amatoriali fenomeni londinesi di inizio ‘900. Il declino del Corinthian Football Club inizia più o meno con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, a seguito della quale i ragazzi in bianco persero seguito e curiosità, forse perchè gli inglesi cercavano nel calcio una fonte ufficiale di risalita sociale; il tempo dei giochi era finito, il Corinthian Football Club decise di iscriversi per la prima volta alla FA Cup ma i risultati furono scadenti.
Nel 1923 furono invitati a disputare il Charity Shield (la Supercoppa inglese) perdendo 2-1 contro il Cardiff. Nel 1939, infine, si fusero con il Casuals Football Club dando vita al Corinthian-Casuals Football Club, squadra che da allora ad oggi ha vivacchiato nelle serie dilettantistiche regionali inglesi, senza peraltro mai eccellere. L’ultimo momento di gloria, il Corinthian-Casuals Football Club lo vive nel 1988 quando il Corinthians brasiliano invita i londinesi a disputare un’amichevole, tributo ai vecchi leoni di inizio secolo da cui la società paulista prese la denominazione. La gara si disputò a San Paolo di fronte a quasi ventimila spettatori e andò in diretta televisiva.
Il Corinthian-Casuals Football Club gioca oggi nel King George’s Field, uno stadio con meno di tremila posti, situato alla periferia di Londra. Sono passati oltre cento anni dalla fondazione di quella squadra storica e fenomenale, non ci sono ovviamente più superstiti di quella formazione che andava in giro per il mondo e vinceva contro chiunque. Eppure, ancora oggi a Londra, il ricordo del Corinthian Football Club è più vivo che mai.
(di Marco Milan)