Intervista al fondatore e direttore di Affaritaliani.it
Angelo Maria Perrino ha alle spalle un lungo curriculum giornalistico, che dagli esordi con Panorama l’ha visto fondare e dirigere Affaritaliani.it, il primo quotidiano online d’Italia. Mediapolitika lo ha intervistato.
Quando decise di fondare Affaritaliani.it ebbe lungimiranza. Come nacque l’idea? Quali furono i fattori che La spinsero a investire nel digitale?
Ho iniziato a fare il giornalista a Panorama, poi ho fatto l’inviato per Il Giorno, sono stato vicedirettore di Italia Oggi, vicedirettore di Milano e Finanza, direttore di Campus e così via. Questo per dire che avevo già una lunga carriera nei giornali cartacei e proprio perché vivevo in quel mondo ho sperimentato in prima persona l’aggressività di cui è stata fatta oggetto l’editoria da parte di importanti gruppi industriali e finanziari. Mi riferisco, ad esempio, alle lotte per l’acquisizione della Mondadori o del gruppo RCS. Ebbene, essendo stato formato secondo i principi dell’autonomia e della libertà d’informazione, ho cercato un’alternativa a tutto questo e l’ho trovata in internet. Ho capito che la rete poteva diventare un luogo per produrre giornali in una logica di libertà, così ho lanciato Affaritaliani.it.
Come vede il ruolo dei giornalisti in relazione ai social media?
Ci troviamo nell’epoca degli user generated contents, cioè dei contenuti generati dagli user, ovvero dai lettori, per cui tutti producono contenuti. D’altro canto è pur vero che lo spazio insostituibile dei giornalisti è quello della selezione delle notizie, della messa in gerarchia delle medesime, dell’eliminazione delle bufale. Pertanto, in questo senso, il ruolo dei giornali è ora più che mai insostituibile, perché i professionisti dell’informazione garantiscono una specie di bollino di qualità e consentono al lettore di fidarsi.
Purtroppo in questo periodo l’editoria sta soffrendo. La pubblicità si è lievemente ritratta a causa della crisi economica, quindi non è un buon momento. Per fortuna su internet c’è un segno positivo, dunque per quel che riguarda il futuro del giornalismo online sono ottimista.
La dicotomia tra informazione in tempo reale e informazione in differita.
Di solito nei convegni ci si chiede se si preferisce di più il cartaceo o l’online, ma non è questo il dilemma. Il dilemma è tra informazione in diretta e informazione in differita. I media del secolo scorso quali radio, televisione e internet consentono di raccontare i fatti mentre stanno accadendo, quindi sono i mezzi di comunicazione vincenti. Il giornale cartaceo, invece, a causa dei suoi limiti industriali racconta i fatti il giorno dopo che sono accaduti, quando sono ormai vecchi perché già resi noti dai media dell’informazione in tempo reale.
Quindi il quotidiano cartaceo è destinato a estinguersi?
Secondo me è già morto.
Vale lo stesso per i libri? Secondo Lei saranno sostituiti completamente dagli ebook?
Ritengo che i libri, insieme ai settimanali e ai periodici possano ancora giocare un ruolo, avere un loro spazio. Il supporto cartaceo, infatti, ha una sua specifica personalità che internet non può sostituire.
(di Laura Guadalupi)