Euro 2016. Tra Conte, Marchisio e la Juventus, l’Italia non va. Pari con la Bulgaria
Tanto rumore per nulla. Potrebbe essere racchiusa così la prima giornata del doppio impegno della nazionale. La sfida con la Bulgaria in quel di Sofia ha palesato i problemi di una squadra che fa fatica a rinnovarsi e che, nonostante il tentativo di Tavecchio di affidarsi al miglior allenatore degli ultimi 3 campionati, non sta avendo i risultati sperati.
Conte è al centro di un nuovo periodo, dopo l’era prandelliana, che giornata post eliminazione dal mondiale a parte, ha sempre mantenuto un rapporto abbastanza sereno e cordiale con la stampa, in cui si è spesso sull’orlo della tensione. Insomma Antonio Conte è abituato ad avere (spesso creare) un clima da accerchiato, quasi fosse l’ambiente ideale nel quale lavorare. Questa volta però, a differenza dei 3 anni juventini, sembra essere da solo. C’è la Federazione che si schiera a parole dalla sua parte ma che in realtà all’atto pratico fa fatica a mantenere quanto promesso in sede di firma del contratto. Le società non sono così collaborative, senza considerare poi quel rapporto di amore-odio, ormai tendente all’odio, con la Vecchia Signora.
La Juventus si è apertamente schierata contro l’ex guida e il “caso” Marchisio è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un caso che in realtà non sussiste, sul quale ci si sofferma sul punto sbagliato. Il Ct non ha assolutamente bisogno di avvocati difensori, ma pretendere che i giocatori non si facciano male quando sono in nazionale è cosa quanto mai sciocca da parte dei club. Andare a contestare quanto Conte spremi i giocatori in nazionale è altrettanto pretestuoso e lo è ancor di più vedendo la dinamica del (non) infortunio di Marchisio. Sì perché tra l’altro forse sarebbe il caso di concentrarsi su altri problemi, come ad esempio quelli avuti dallo staff medico nel confondere un infortunio di 20 giorni con uno di 7 mesi, e quelli visti in campo dove la nazionale palesa dei problemi a tratti imbarazzanti.
Perché tra tutto quello successo in questi giorni ha parlato anche il campo e quello che ha detto è poco confortante: Bulgaria – Italia 2-2, tanti saluti alla Croazia che vola a + 2 in testa da sola, con la Norvegia che si rifà sotto portandosi a -2 dagli azzurri. Non essere usciti con 3 punti dal campo dove anche Malta aveva strappato un pareggio è una pecca per una squadra che per uscire con il misero punto di è dovuta affidare alla magia di Eder, debuttante, a 5 minuti dalla fine.
Per il resto dopo i primi buoni 10 minuti, conditi dall’auto gol di Minev, i padroni di casa hanno avuto la meglio in lungo e in largo e sono andati in vantaggio grazie all’indemoniato Popov e Micanski, capace di anticipare il rientrate Barzagli. Nulla è compromesso ovviamente, ma il periodo per la nazionale non è dei più rosei e il futuro non sembra essere dei più semplice. Ci sono pochi talenti, Verratti è la stella del futuro ma fa ancora rimpiangere quel “vecchietto” di Andrea Pirlo, Zaza e Immobile non danno garanzie, Gabbiadini sembra quello più pronto ma ancora non parte titolare e non ci si può affidare sempre ai vari Eder e Okaka. A centrocampo Candreva può essere l’uomo in più, ma non sempre il romano fa le stesse magie viste in maglia biancoazzurra. Il reparto difensivo può finalmente contare di nuovo su Barzagli, ma siamo alle solite annose questioni sulla difesa a 3 in campo internazionale.
Il prossimo passo azzurro andrà in scena allo Juventus Stadium martedì sera contro l’Inghilterra, forse il momento peggiore per far tornare Conte a “casa” ma più che l’accoglienza all’ex tecnico, sarà più interessante capire cosa sarà di questa nazionale.
di Cristiano Checchi