Serie A. Un campionato in giro per il Mondo
Rendere internazionale ciò che negli ultimi anni è diventato sin troppo nazionale, perché catturare l’interesse dei media e del pubblico non nostrano potrebbe veramente riaccendere il nostro calcio e riportarlo ai vertici mondiali.
Una serie A che vuole tornare grande, un campionato, quello nostrano, che negli ultimi anni ha subito un forte ridimensionamento sia dal punto di vista dell’immagine sia a livello tecnico. Premier League, Liga e la stessa Bundesliga, negli ultimi tempi, hanno creato un gap che il nostro massimo campionato stenta a colmare. Strutture, appeal mediatico, parco giocatori e una giusta politica di marketing hanno fatto la differenza, senza contare le prestazioni deludenti delle nostre compagini in ambito europeo. E allora ecco l’idea non tanto inedita, visto che la supercoppa italiana, da anni, si gioca fuori dai confini nazionali, di esportare e promuovere il prodotto calcistico italiano con un opening game ovvero giocare il match di cartello della prima giornata in terra straniera. Questa una delle proposte messe sul tavolo dalla lega durante l’incontro con MP Silva, l’advisor che gestisce i diritti internazionali del campionato. Questo riguarderebbe comunque la stagione calcistica 2016-2017 visto che anche dal punto di vista logistico un evento del genere richiederebbe del tempo per essere organizzato nei minimi dettagli. Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentis va anche oltre: “ In Lega stiamo decidendo di giocare la prima giornata di campionato del prossimo anno in 10 città diverse del mondo” . Un’ affermazione che aveva spiazzato, un’ idea affascinante ma anche discutibile e soprattutto poco praticabile per le numerose licenze da rispettare non ultima quella della FiFa.
In un’intervista al Corriere dello sport, Riccardo Silva, presidente e fondatore di MP e Silva, ha spiegato il perchè di questa proposta: “Sono stato chiamato per presentare idee e strumenti per valorizzare il calcio italiano all’estero. Finora abbiamo puntato sul miglioramento delle qualità del prodotto, arricchendolo anche con una serie di interviste a corredo delle partite. Ma è chiaro che ci vuole dell’altro. Io dico che una gara ufficiale vale come 100 amichevoli. Alla fine in campo vanno quasi sempre le riserve e la gente l’ha capito. Una partita vera, invece, raccoglierebbe uno straordinario interesse. La serie A potrebbe essere il primo torneo a intraprendere un percorso di questo tipo. A mio avviso, è proprio questo il futuro. Se la Lega lo comprende e agisce di conseguenza, si riuscirebbe ad anticipare la concorrenza”.
A farne le spese sarebbero, però, i tifosi, una percentuale minima potrà seguire la proprio amata in giro per il mondo, proprio quei tifosi che vengono da anni messi in difficoltà dagli orari, dalle partite in notturna d’inverno e dai turni infrasettimanali. Sarebbe, quindi, razionale rivedere il nostro prodotto prima di impacchettarlo ed esportarlo ripartendo proprio dagli stadi. Ad eccezione di quello della prima della classe, gli impianti sportivi nazionali dovrebbero rinnovarsi dotandosi di servizi che agevolino il tifoso. Senza fare retorica e senza guardare gli storici impianti che incantano oltremanica, si potrebbe prendere esempio da quelli costruiti in occasione dei mondiali del 2006 in Germania, luoghi funzionali e gradevoli al servizio del tifoso. Un prodotto che dovrebbe essere modificato e completato e solo in seguito pubblicizzato.
di Claudio Serratore