Ecoreati: la legge stabilisce, finalmente, la gravità dei reati ambientali

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ecoreatiDopo anni di rinvii approda finalmente nel codice penale la categoria degli ecoreati. Suddivisi in 5 categorie, inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico ed abbandono di materiale ad alta radioattività, omessa bonifica e impedimento del controllo.

Con queste cinque differenziazioni gli ecoreati entrano a far parte del codice penale e il merito, almeno parziale, non può non essere riconosciuto al presidente del senato Pietro Grasso. Malgrado l’incertezza su di alcuni emendamenti che sembravano ormai pronti a far slittare, di nuovo, l’accettazione della legge il Senato ha deciso di intervenire dando un segnale chiaro all’intero paese; queste le dichiarazioni del presidente “Lo Stato deve dare una risposta a chi minaccia l’ambiente e le generazioni attuali e future: la legge sui reati ambientali va a riempire una lacuna giuridica e rafforza gli strumenti per combattere illeciti e illegalità”. La dichiarazione he avvenuta mentre il presidente  consegnava il Premio Nenni a don Palmiro Prisutto, parroco di una delle località in cui i danni derivanti dalla petrolchimica hanno fatto sentire maggiormente il loro peso: Augusta.

Molti gli interventi e i “cinguettii” (leggere Tweet) sono poi volati, da Renzi allo stesso Grasso passando per Andrea Orlando (Ministro della Giustizia), estremamente soddisfatto si è detto anche il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti “Un grande passo avanti nell’affermazione della legalità: ora avremo finalmente gli strumenti giusti per punire chi distrugge l’ambiente”, anche i penta stellati hanno avuto modo di commentare la legge sostenendo che Il provvedimento “porta la firma del Movimento che si appresta così a realizzare uno dei punti più importanti del suo programma”.

L’arrivo di questa legge è sicuramente poco tempestivo, visto che la prima proposta per la creazione di una legge sui reati ambientali risale al 1998, ben 17 anni fa; i continui rinvii e cambi di rotta dovuti sia al susseguirsi dei governi sia alla spesso troppo scarsa importanza data alla tutela dell’ambiente, tra un emandamento e un ritardo burocratico ha portato a questo enorme gap legislativo.

Tuttavia ora i crimini contro l’ambiente verranno trattati (almeno in teoria) in maniera molto più severa, la reclusione prevista sale sino a 15 anni per i reati più gravi, raddoppiamento dei tempi di prescrizione e si suppone e spera, la fine di scandali come la discarica di Bussi, che rimarrà -tra le altre- una delle più brutte macchie nella storia legislativa italiana.

di Francesco Galati

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