USA: se il college assegna borse di studio a chi non ne ha bisogno
Nella gestione dei college e delle università americani, c’è sempre un occhio di riguardo alla rincorsa di prestigio, miglioramento della posizione delle classifiche e, ovviamente, un ritorno economico. Per il conseguimento di questi obiettivi, negli ultimi anni si sono notate delle variazioni di tendenza nelle distribuzioni delle borse di studio e nel genere di studente ammesso. La tecnica è semplice: borse di studio per merito vengono offerte a studenti di altri stati.
Questo gesto sembra del tutto innocuo, ma da un report di New America Foundation, realizzato da Stephen Burd, emergono tutte le contraddizioni e le controindicazioni del caso. I fondi che vengono usate per gli studenti non dello stato del college, dovrebbero essere utilizzati per gli studenti residenti e, soprattutto, per quegli studenti che hanno bisogno della borsa di studio per il reddito.
Se nel 1996, la percentuale di fondi investita nell’aiuto degli studenti poveri era del 34%, mentre le borse di studio per merito per studenti più facoltosi era del 16%, ovvi c’è una situazione di sostanziale parità: i due tipi di studenti ricevono, rispettivamente, il 25% e il 23% dei fondi. Due punti percentili di differenza.
Le borse di studio per merito sono un’ottima esca per attirare studenti meritevoli, che però possono permettersi di trasferirsi da uno stato. In questa corsa per accaparrarsi gli studenti da altri stati, sono gli studenti residenti che rischiano di rimanere indietro. I college e le università statali erano nati in origine per aiutare gli studenti locali, che possono pagare una quota della retta. Questa loro funzione sta venendo meno, rendendo anche le università pubbliche veri e propri bastioni di privilegio.
Da un’ottica puramente utilitaristica, infatti, gli studenti di altri stati rappresentano la gallina dalle uova d’oro dei college pubblici: pagano tasse più alte, generalmente hanno punteggi più alti negli esami (facendo alzare la posizione dell’università nelle classifiche), il tutto a un costo relativamente basso. La media delle borse di studio è di 5000$, mentre per uno studente a basso reddito se ne spenderebbero 20.000$.
Questo tipo di pratica è diffuso in ogni tipo di istituzione: dalle università pubbliche dedicate alle ricerca che vogliono competere con le loro controparti private, ai piccoli college privati che cercano un modo per rimanere a galla economicamente.
La corsa all’accaparrarsi gli studenti da altri stati ha fatto perdere completamente di vista la missione originale dei college e delle università pubblici. L’utilizzo spregiudicato delle stesse tecniche dell’istruzione superiore privata, porterà a escludere completamente quella fascia di studenti che pur rientrando nella media dei risultati, non potrebbe permettersi un’educazione da oltre 45.000$ all’anno.
(di Francesca Parlati)