Turchia, Erdogan perde la maggioranza e in Parlamento entrano i Curdi
Dopo tredici anni, il partito conservatore del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, l’Akp, ha perso la maggioranza assoluta. Nonostante le elezioni politiche turche della scorsa settimana abbiano confermato l’Akp come primo partito, ora il leader incontrastato della scena politica turca dovrà formare un governo di minoranza o cercare alleati per scongiurare il ritorno alle urne, rinunciando anche alla sua idea di dare vita a una repubblica presidenziale.
Il voto. Una vigilia all’insegna della violenza, con quattro morti per una bomba al comizio dell’Hdp a Diyarbakir, non ha intimorito la popolazione turca. Per decidere le sorti della venticinquesima legislatura dalla nascita della Repubblica nel 1923, l’affluenza alle urne è stata, infatti, del 90%. 53.765.000 turchi aventi diritto al voto, più 2.867.658 registrati all’estero per eleggere 550 membri del Parlamento unicamerale, tra un totale di 20 partiti a cui aggiungere 166 candidati indipendenti: questi i numeri delle elezioni politiche turche dello scorso 7 giugno.
L’Akp, movimento d’ispirazione islamica di Erdogan, ha ottenuto poco più del 40% dei voti per un totale di 285 seggi contro i 276 necessari alla maggioranza. Al kemalista Chp, all’opposizione, circa il 25% dei suffragi (131 rappresentanti) mentre al nazionalista Mhp oltre il 16% (82). Eccezionale il partito di sinistra filo-curdo, l’Hdp, che alla sua prima prova elettorale ha sfiorato il 13% entrando per la prima volta in Parlamento.
Per Erdogan non solo un calo del 10%, con la perdita di 67 parlamentari, rispetto alle elezioni del 2011, ma anche il sogno infranto di raggiungere il 60% dei voti per indire un referendum sulla trasformazione della Turchia in una Repubblica presidenziale. Sebbene la Turchia si confermi un Paese conservatore, il ridimensionamento dell’Akp porterà per la prima volta Erdogan a pensare ad un governo di coalizione, per evitare il ritorno alle urne e l’instabilità della Nazione. Rompendo il silenzio post-elettorale, lo stesso Erdogan ha espresso la necessità di “Formare al più presto un governo di coalizione”. “Tutti – ha detto, intervenendo a una cerimonia di diploma degli studenti internazionali ad Ankara – devono rispettare la volontà del popolo ed agire in modo responsabile in nome della stabilità del Paese”. “Grazie a Dio quelli che sognano il caos in Turchia resteranno delusi” – ha continuato Erdogan – “il Paese resta sulla strada giusta” e, criticando i “media occidentali” per le “orribili” critiche che gli hanno rivolto, ha concluso che “L’ego di ciascuno deve essere messo da parte e un governo deve essere formato al più presto”.
Prima del voto, però, i tre partiti di opposizione hanno escluso ogni alleanza con l’Akp, dopo avere denunciato per anni le spinte dittatoriali ed islamiche del leader dell’Akp e la corruzione emersa con le inchieste sulla Tangentopoli del Bosforo. Chp, Mhp e Hdp perciò, potrebbero cercare di trovare un’intesa, nonostante le scintille fra l’Hdp e l’Mhp anche se, dopo le dichiarazioni post-voto, Erdogan ha incontrato Deniz Baykal, parlamentare ed ex leader del partito laico e kemalista Chp.
(di Annalisa Spinelli)