Anche nel Rugby il Dio Denaro si svela protagonista
Tutti in ritiro a Villabassa, tutti concentrati per la preparazione in vista della Coppa del Mondo che si disputerà a Settembre in Inghilterra. Fare gruppo, conoscersi meglio per creare affiatamento per l’appuntamento più importante per uno sportivo professionista. Ma il ritiro, dopo appena dodici ore, si interrompe bruscamente, il motivo? Mancato accordo economico tra la Federazione Italiana Rugby e i giocatori proprio per la partecipazione alla competizione iridata.
Tornando indietro di qualche settimana, però, si può comprendere quanto questa rottura fosse, per non dire scontata, almeno pronosticabile. Erano state, infatti, tante le polemiche dopo un Sei Nazioni a dir poco deludente. I giocatori della nazionale che su twitter avevano creato l’hashtag #portacirispetto, riferito al presidente federale Gavazzi in risposta alla provocazione dello stesso che ipotizzava di voler rivedere i gettoni di presenza degli azzurri al ribasso ma aggiungendo come novità un premio partita come sorta di incentivo. I giocatori da parte loro hanno più volte dichiarato che il discorso non deve ridursi solo a una questione di soldi ma è più ampio. Dopo, appunto, solo dopo dodici ore lo staff tecnico ha abbandonato il ritiro mentre i giocatori sono rimasti in hotel. Non si è fatta attendere la risposta della federazione che attraverso un comunicato ha affermato: “La federazione Italiana Rugby ha preso atto della volontà, manifestata ieri sera dai giocatori convocati in raduno a Villabassa con la squadra nazionale, di non prendere parte agli allenamenti e di non indossare materiale sportivo FIR sino al raggiungimento di un accordo economico per la partecipazione alla preparazione estiva ed alla Rugby World Cup di settembre in Inghilterrra. La presa di posizione di ieri sera non cambia la volontà del Consiglio Federale- pienamente condivisa dallo staff della Squadra Nazionale- di raggiungere un accordo economico con i giocatori basato sulla non semplice partecipazione alle finestre internazionali ma su concreti principi meritocratici legati alla performance”.
I giocatori da parte loro vogliono una riapertura del dialogo ed un incontro di persona con il Presidente Gavazzi. Insomma polemiche a non finire, ma finalmente, dopo cinque giorni, nella giornata di sabato è arrivata la tanto attesa firma di un accordo tra le due parti. Con una nota la FIR ha spiegato che “l’accordo prevede, in particolare un riconoscimento economico per tutti i giocatori convocati al raduno della preparazione estiva, soprattutto all’insegna dei principi meritocratici evidenziati da FIR”. Insomma tutto è bene quel che finisce bene, ma mai come questa volta il concetto denaro è entrato a pie pari nel mondo rugbistico e ha innescato uno scontro così aspro da compromettere la preparazione ad un così importante appuntamento.
L’universo rugby, negli anni passati, si era sempre tenuto ben lontano dalla mera questione economica, si identificava con i valori più sacri dello sport come la lealtà, gruppo e sacrificio. E mentre negli altri sport, come il calcio, l’aspetto economico sembrava il più rilevante, il rugby nell’immaginario collettivo ne risultava completamente estraneo. Questa storia ci da la conferma che oggi ogni sport professionistico degno di questo nome, non può più esimersi dal dover fare i conti con questo aspetto.
di Claudio Serratore