Periferie romane: i teatri rischiano la chiusura
Un’altra emergenza per il Comune di Roma. Un’altra questione che rischia di gettare discredito sulla politica capitolina, già al centro delle vicende vergognose che popolano le prime pagine di tutti i giornali. Dopo il teatro Eliseo e il Valle tuttora occupato, ora sono le sale periferiche a dover affrontare il rischio della chiusura.
Il 30 giugno scadrà il mandato di gestione dei teatri appartenenti alla rete della Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea, un progetto partito due anni fa per animare le sale di alcune periferie. Spazi come il teatro Tor Bella Monaca, il Quarticciolo e le Scuderie di Villa Pamphili rischiano la chiusura perchè, sebbene sollecitata varie volte, l’assessore alla Cultura e al Turismo Marinelli non ha ancora redatto il nuovo bando, necessario per garantire la continuità operativa degli spazi. “Esperienza di eccellenze”, così Dario Franceschini ha definito queste sale che, grazie al lavoro della squadra di tecnici e artisti coordinata da Emanuela Giordano, hanno ospitato in due anni 1200 spettacoli e 67 laboratori.
Ora, l’attività di questi teatri, essenziale per animare realtà talvolta problematiche, rischia di essere vanificata dalla negligenza amministrativa. La passività e l’indolenza dei vertici genera criticità rilevanti per questi teatri lontani dal fermento artistico tipico delle sale storiche della Capitale ma centrali per garantire la diffusione della cultura in zone caratterizzate da un tessuto sociale non sempre semplice da gestire, per il quale è necessaria anche l’azione mirata di iniziative culturali, indispensabili per mettere in moto un meccanismo pedagogico-educativo in grado di favorire un riscatto umano. Dacia Maraini ha affermato che il degrado ambientale genera degrado culturale e mentale; le periferie sono il cuore pulsante delle città, ma devono esprimere spiritualità e umanità, altrimenti restano spazi abbandonati a sé stessi. Da qui, la necessità di una vita artistica e culturale attiva e prosperosa. Nell’ambito del progetto della Casa dei Teatri e della Drammaturgia, il Teatro Quarticciolo, per citarne uno, è diventato un polo artistico indispensabile per il quartiere, insieme alla biblioteca comprensiva di un’area espositiva. Oppure la sala Tor Bella Monaca che, sotto la direzione artistica di Alessandro Benvenuti, ha realizzato 390 spettacoli, 694 repliche, per un totale di quasi 70mila presenze e un contributo di 450 mila euro in due anni.
Lo stesso Benvenuti, in un’intervista al quotidiano Roma Today, ha espresso tutta la sua delusione per la fine di un percorso ricco di sperimentazioni e sforzi artistici, premiati e riconosciuti dall’affetto degli abitanti del quartiere. Non a caso, l’amarezza del Direttore artistico è causata soprattutto dall’indifferenza per il “miracolo sociale” avvenuto a Tor Bella Monaca, riferendosi alla grande partecipazione fisica ed emotiva agli spettacoli proposti. Altre voci si sono unite a quella di Benvenuti, non ultima la petizione su change.org che invita il popolo della rete a firmare contro la chiusura di queste esperienze artistiche capaci, con budget ridotti, di proporre iniziative diversificate e trasversali, a carattere cittadino e nazionale, per adempiere allo scopo ultimo di tutti i processi culturali: diffondersi capillarmente e contribuire all’elevazione del tessuto sociale.
A poco valgono le rassicurazioni dell’assessore Marinelli, la quale risponde all’emergenza affermando che il bando per la gestione uscirà entro la metà di luglio e garantirà il proseguimento dell’attività dei presidi in questione. Peccato che, a causa del ritardo, l’opera delle sale sarà sospesa fino a gennaio 2016. E le esperienze passate purtroppo insegnano che non sempre le tempistiche indicate in partenza sono in seguito rispettate. La speranza è di potersi incontrare a gennaio tra le poltrone del Tor Bella Monaca, del Quarticciolo o del Scuderie Villa Pamphili per fare mea culpa e ricredersi sull’affidabilità dell’amministrazione capitolina.
(di Giulia Cara)