Scandalo Catania: Pulvirenti ammette l’acquisto di 5 partite
Un’estate 2015 che non dimenticheremo così facilmente, dopo lo scandalo FIFA e quello del calcio scommesse relativo alla Lega Pro, se ne aggiunge un terzo, non meno grave, che riguarda la Serie B. Più precisamente il Catania calcio, il 23 Giugno, infatti, la Digos della questura etnea ha arrestato ben sette persone tra cui il presidente della società siciliana Antonino Pulvirenti e l’amministratore delegato Pablo Cosentino, oltre al direttore sportivo dei rosso azzurri Daniele Delli Carri, nell’ambito dell’inchiesta “i treni del goal”, gli arrestati sono ritenuti responsabili di frode in competizione sportiva e di truffa. Seconda l’accusa alcune partite del Catania sarebbero state truccate, grazie al pagamento di somme in denaro, per evitare la retrocessione della stessa. “Almeno cinque partite, forse sei sono state truccate con somme di denaro versate a giocatori”.
Così il procuratore di Catania Giovanni Salvi in conferenza stampa dopo gli arresti. Sempre secondo gli inquirenti, i vertici del club siciliano mettono su un’organizzazione e riescono a combinare nello scorso Aprile 4 partite di fila ottenendo altrettante vittorie contro Varese, Trapani, Latina e Ternana. Classifica alla mano in effetti, dopo questo filotto, i rossoblù si trovano fuori, per la prima volta da mesi, dalla zona retrocessione. Ma non finisce qui, perché, secondo la Gazzetta dello Sport, la vicenda potrebbe allargarsi e coinvolgere anche altre quattro squadre ovvero Carpi, Brescia, Bari e Cittadella. Notizie che vanno naturalmente prese con le molle ma che, però, rischiano di creare un vero e proprio terremoto all’interno della serie cadetta. Al vaglio degli inquirenti, in particolare, ci sarebbe il match Carpi-Catania finito 0 a 0, partita valida per l’ultima giornata di Serie B che avrebbe sancito la matematica salvezza del club etneo.
Ad inguaiare la squadra vincitrice dell’ultimo campionato cadetto, sarebbe un’intercettazione nel quale il direttore sportivo dei siciliani Daniele Delli Carri, spiega che Cristiano Giuntoli, ex direttore sportivo dei biancorossi ora passato al Napoli “gli deve un favore”. Quella partita era stata tolta dal palinsesto dei bookmakers per le puntate anomale sul pari senza gol. L’attuale direttore sportivo del Napoli Giuntoli, attraverso un comunicato “si dichiara assolutamente estraneo a qualsivoglia responsabilità”. “La citazione della mia persona, – continua Giuntoli- compiuta in occasione della telefonata intervenuta tra terze persone, intercettata da parte dell’Autorità Giudiziaria, appare gravissima e contraria a qualsivoglia logica e realtà dei fatti”. Come riferisce Repubblica, oggi era il giorno degli interrogatori di garanzia, al tribunale di Catania per gli indagati eccellenti arrestati nell’ambito dell’inchiesta. “Non so nulla di combine, sono estraneo a tutti i fatti che mi contestate, se lo avessi fatto sarei stato un folle e se lo ha fatto Pulvirenti è un folle lui” ha detto Cosentino nell’interrogatorio al gip. “Non conosco nessuno degli altri indagati – ha aggiunto – tranne Delli Carri col quale avevo rapporti di lavoro”.
Le prime conferme sono arrivate proprio dal Presidente della squadra. La Stampa ha riportato come Pulvirenti questa mattina abbia confessato di fronte al Gip di Catania. Il presidente degli Etnei avrebbe ammesso di aver “acquistato” 5 partite per evitare la retrocessione della sua squadra: 100.000 euro a partita l’esborso. Pulvirenti e Cosentino hanno quindi risposto differenza del direttore sportivo Daniele Delli Carri che si è avvalso di non rispondere alle domande del Gip di Chieti.
Il vaso di pandora orma è scoperto, e si convive con la certezza che da ormai troppo tempo il mondo del calcio è protagonista d’inchieste da parte della magistratura. Situazioni che non fanno altro che screditare, agli occhi dei tifosi, un movimento che è ciclicamente investito da questi scandali.
di Claudio Serratore