Sinodo 2015. Le sfide sulla famiglia
Lo scorso 23 giugno è stato presentato l’Instrumentum Laboris, il documento di base della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi che avrà luogo dal 4 al 25 ottobre prossimi e che tratterà il tema: “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”.
L’Instrumentum Laboris riporta il testo definitivo della Relatio Synodi, maturata nel corso dell’assise sinodale sulla famiglia tenutasi nell’ottobre 2014, integrata con la sintesi delle Risposte al questionario proposto alle Chiese del mondo. Alle risposte inviate dagli organismi aventi diritto, come le Conferenze episcopali, si sono aggiunte le Osservazioni inviate dai fedeli e i Contributi di studio di università, istituzioni accademiche, centri di ricerca, singoli studiosi.
Il risultato è un documento articolato in tre parti, ciascuna delle quali sarà affrontata in una delle tre settimane sinodali. Le aree tematiche sono: 1. L’ascolto delle sfide sulla famiglia; 2. Il discernimento della vocazione familiare; 3. La missione della famiglia oggi.
Prima parte. L’ascolto delle sfide sulla famiglia.
In questa sezione dell’Instrumentum Laboris vengono analizzati il rapporto tra la famiglia e il contesto socio-culturale e socio-economico contemporanei, insieme alle sfide che la prima cellula della società è chiamata ad affrontare. Ad esempio, vengono messi in evidenza gli aspetti positivi del cambiamento antropologico-culturale, quali la libertà di espressione e “il migliore riconoscimento dei diritti della donna e dei bambini, almeno in alcune regioni”. Al contempo, si legge al punto 6 (5), viene messo in luce “il crescente pericolo rappresentato da un individualismo esasperato che snatura i legami familiari e finisce per considerare ogni componente della famiglia come un’isola”.
Nella fotografia scattata dal documento si riconosce come il numero dei matrimoni, religiosi e non, sia in diminuzione, a fronte di un aumento di separazioni e divorzi. Spesso i bambini “sono oggetto di contesa tra i genitori e i figli sono le vere vittime delle lacerazioni familiari” (29. (8)). Questa considerazione si riallaccia al monito lanciato da Papa Francesco nell’Udienza Generale del 20 maggio scorso: <<Io dico ai genitori separati: mai, mai, mai prendere il figlio come ostaggio!>>.
Sulla famiglia, si legge nell’Instrumentum Laboris, pesano diverse “contraddizioni culturali” e “sociali”, come ad esempio quelle “generate dal peso di politiche economiche sconsiderate” e “dall’insensibilità di politiche sociali, anche nelle cosiddette società del benessere” (9). A tal riguardo, preso atto che la famiglia non è una mera realtà privata, ma è “il pilastro fondamentale e irrinunciabile del vivere sociale” (11), il documento si appella alla necessità di politiche familiari adeguate in grado di sostenerla e promuoverla. Lo stesso vale per la questione dei giovani. “È responsabilità dello Stato”, si legge al punto 13. (6), “creare le condizioni legislative e di lavoro per garantire l’avvenire dei giovani e aiutarli a realizzare il loro progetto di fondare una famiglia”.
Tra le sfide che la famiglia si trova a dover fronteggiare ci sono l’insicurezza economica, la precarietà lavorativa, la povertà, spesso anche culturale, e le varie forme di esclusione sociale prodotte dal sistema economico attuale, in cui, parafrasando le parole di Papa Francesco nel Discorso ai Partecipanti all’Incontro mondiale dei Movimenti popolari (28 ottobre 2014), l’uomo è stato tolto dal centro per rendere un culto idolatrico al denaro e si è globalizzata l’indifferenza.
Le sfide, tuttavia, sono anche di altra natura. Ecologica, ad esempio, come il degrado ambientale e l’accesso insufficiente all’acqua da parte di molte popolazioni. L’auspicio è quello di approfondire una “ecologia integrale” che “includa non solo le dimensioni ambientali, ma anche quelle umane, sociali ed economiche, per lo sviluppo sostenibile e la custodia del creato” (16).
Un altro aspetto riguarda l’aumento del numero degli anziani che, come afferma lo stesso Pontefice, “sono una ricchezza, non si possono ignorare” (Udienza Generale, 4 marzo 2015). Un’attenzione tutta particolare la meritano poi i nonni, che “costituiscono l’anello di congiunzione tra le generazioni” (18) e spesso sono un sostegno economico prezioso per le giovani coppie, oltre che un’importante strumento di trasmissione della fede. Parole, queste, che abbiamo imparato ad ascoltare sempre dal Pontefice in varie occasioni pubbliche.
Nel documento si parla anche della condizione di vedovanza, della sfida della disabilità, dell’effetto sulla famiglia del fenomeno migratorio, che interessa “popolazioni intere in varie parti del mondo” ed esige “una pastorale specifica, che sia rivolta alle famiglie in migrazione, ma anche ai membri dei nuclei familiari rimasti nei luoghi d’origine”. Un accompagnamento, questo, che “deve essere svolto nel rispetto delle loro culture, della formazione religiosa ed umana da cui provengono” (24).
Nell’Instrumentum Laboris si affronta il tema del ruolo delle donne. Si rileva come in molti contesti l’essere donna è “oggetto di discriminazione e anche il dono della maternità viene spesso penalizzato piuttosto che essere presentato come valore” (29. (8)). Si ricordano, poi, i crescenti casi di violenza sulle donne, che talvolta si consumano proprio all’interno delle mura domestiche. La condizione femminile nel mondo “è soggetta a grandi differenze” derivanti per lo più da fattori culturali. Più avanti si legge che “può contribuire al riconoscimento del ruolo determinante delle donne una maggiore valorizzazione della loro responsabilità nella Chiesa” (30).
Infine, nei paragrafi conclusivi si afferma, a proposito della sfida per la pastorale, che “occorre accogliere le persone con la loro esistenza concreta” (35. (11)). Le parole che chiudono la prima parte del documento sono affidate alla precisazione sul significato della categoria di “lontani”, che “non va intesa una realtà di esclusi o di allontanati: si tratta di persone amate da Dio e che stanno a cuore all’agire pastorale della Chiesa”. Verso tutti, infatti, “si deve acquisire uno sguardo di comprensione, tenendo conto che le situazioni di distanza dalla vita ecclesiale non sempre sono volute, spesso sono indotte e a volte anche subite a causa dei comportamenti di terzi”.
(Di Laura Guadalupi)