28 luglio 2015. La Dichiarazione dei diritti in Internet è una realtà
Accesso, privacy, sicurezza, diritto d’autore, istruzione. Sono questi i principi generali contenuti nella Dichiarazione dei diritti in Internet, presentata lo scorso 28 luglio a Montecitorio dalla presidente della Camera Laura Boldrini, alla presenza del professore Stefano Rodotà e dei membri della Commissione artefice del testo. “Un documento unico al mondo”. Così è stata definita questa Carta, nata con l’intenzione di affrontare la dimensione della rete, sempre più protagonista della realtà quotidiana. L’unicità di questo documento deriva dal processo che ha condotto alla sua nascita: 12 sedute, 6 audizioni a cui hanno partecipato 46 esperti nazionali e internazionali e soprattutto la creazione di una consultazione online, prima nella storia per un atto parlamentare. La natura della Dichiarazione rispetta, dunque, quella di Internet. Così come la rete è condivisione, partecipazione, coinvolgimento, anche la creazione del “Bill of Rights” ad essa dedicato ha rispettato questi principi, tendendo in considerazione le opinioni della società, beneficiario principale dei diritti espressi nel nuovo documento.
14 articoli raggruppati in quattro grandi aree (accesso, privacy, sicurezza, diritto d’autore e istruzione). È questa la struttura del nuovo atto parlamentare italiano, certo, ma fortemente orientato in direzione internazionale. I lavori della Commissione sono durati un anno e, rispetto alla prima versione della Dichiarazione diffusa lo scorso ottobre, il testo definitivo presenta importanti novità, tutte incentrate su un principio fondamentale: esercitare i diritti di cittadinanza nella dimensione immateriale dell’online. Tra i 14 articoli, spiccano l’articolo due, che definisce l’accesso a Internet come un “diritto fondamentale della persona e condizione per il suo pieno sviluppo individuale e sociale”, e l’articolo 3, che individua nella conoscenza in rete un “bene accessibile e fruibile da parte di ogni soggetto”.
L’idea di creare una Carta di diritti Internet risale al 2005, nell’ambito del World Summit on Information Society di Tunisi, voluto dall’Onu per individuare gli obiettivi da raggiungere per garantire a tutti l’accesso alle nuove tecnologie, motori principali del cambiamento sociale. Da quel momento, si contano 80 tentativi nel mondo di definire le “regole d’uso” della rete Internet, basate sulle specificità nazionali ma incentrate su un’idea convergente, soprattutto in relazione ai diritti della persona. Con il documento presentato a Montecitorio, l’Italia ha illustrato alla comunità internazionale l’esempio da seguire, con un «testo all’avanguardia per i contenuti, rimarchevole per il processo seguito nel redigerlo e autorevole per la provenienza parlamentare», come ha affermato Juan Carls De Martin, membro della commissione della Carta. Ora, lo stesso De Martin indica il passo successivo da compiere: concretizzare gli obiettivi della Dichiarazione a livello nazionale, tramite la creazione di norme giuridiche efficaci e a livello internazionale, con iniziative a Bruxelles e presso gli organismi internazionali, primo fra tutti l’Onu.
Il cammino, dunque, è ancora lungo. Le premesse, tuttavia, sono buone e godono dell’appoggio di un importante sostenitore: Tim Berners Lee, l’inventore del World Wide Web.
(di Giulia Cara)