NUM: un nuovo modo di vedere (e difendere) le sex workers nel Regno Unito
Dal 1990, in Inghilterra le prostitute uccise sono 151 e almeno due terzi sono state vittime di violenza, secondo un report del Dipartimento della Salute del Regno Unito. L’Inghilterra non ha leggi chiare e univoche sulla prostituzione: il mestiere in sé non è illegale, ma il suo sfruttamento e l’apertura di una casa chiusa si. Questo significa che le donne rischiano di essere perseguite perché lavorano assieme, che i confini di ciò che è legale e non lo è sono molto labili, portando a un rapporto non facile con le forze di polizia. Per questo motivo, spesso le sex workers non hanno la fiducia id denunciare clienti violenti e assalitori. Per ovviare a questo problema è nata l’associazione National Ugly Mugs, NUM. Letteralmente il nome significa “Brutte tazze nazionali” e indica una persona che non ha un comportamento socialmente accettabile. La Num si occupa di creare una rete di contatti in cui le lavoratrici possono segnalare, anche anonimamente, assalitori e violenti. Come è spiegato sul sito dell’associazione (https://uknswp.org/um/about/frequently-asked-questions/), la denuncia all’associazione non costituisce un’alternativa alla denuncia alla polizia. Spesso, con il consenso della segnalatrice, le informazioni vengono passate alle autorità, conducendo ad arresti. Qualora la donna che ha segnalato non volesse sporgere denuncia, un vantaggio sarebbe stato comunque raggiunto: le altre sex workers della zona avrebbero ricevuto la segnalazione e si troveranno in condizione di evitare quel particolare cliente. NUM si occupa anche si mettere in contatto le vittime con associazioni e enti che potrebbero aiutarle.
L’associazione è completamente indipendente dalla polizia, anche se occasionalmente riceve delle donazioni da singole forze di polizia. In altri casi, però il rapporto con le forze dell’ordine non è idilliaco. L’anno scorso il Chief Constable Council, che coordina gli sforzi dei vari organi di polizia, aveva decretato che tutte le forze avrebbero dovuto contribuire a donare fondi per NUM. Eppure sino ad ora l’associazione ha ricevuto solo fondi da 15 distretti. Donazioni da entri privati sono difficili da reperire, perché NUM si occupa di donne che decidono di rimanere nella professione, concentrandosi sulla riduzione dei danni. Come ha dichiarato a BuzzFeed Alex Feis-Bryce, direttore dei servizi di NUM: “Le organizzazioni che supportano l’uscita delle prostitute dal loro lavoro, sono di solito preferite dai donatori, perché hanno una visione incredibilmente semplificata del lavoro sessuale. Falliscono nel vedere che la maggior parte delle lavoratrici ha scelto quel lavoro e che il lato negativo maggiore è lo stigma e il fatto che possono diventare bersaglio di individui pericolosi”.
Num è stata organizzata nel 2012 con fondi del Ministero degli Interni, sulla convinzione che si sarebbe trattato di una soluzione temporanea; il passaggio a fondi della polizia nono sta funzionando e questo, oltre a problemi con l’attitudine di alcuni verso la prostituzione, rischia di far chiudere ‘associazione benefica per bancarotta.
Dal 2012, sono stati riportati 1500 incidenti, di cui un quinto erano stupri; il 95% delle persone che riportava gli incidenti ha deciso di rivolgersi alla polizia, anche se anonimamente; più di venti criminali seriali sono stati arrestati, prevenendo circa 1000 crimini seri. Un’associazione che si impegna concretamente e che non si nasconde dietro falsi moralismi, NUM è un nuovo modo di approcciarsi alla sicurezza di persone che non sono solo il loro lavoro.
(di Francesca Parlati)