Eurobasket 2015- La Lituania, quella squadra da non sottovalutare mai
Al di sopra di ogni più rosea aspirazione. Nonostante la netta sconfitta in finale contro Gasol e compagni, la Lituania ha sorpreso tutti per gioco espresso e spirito di squadra. In realtà, guardando i risultati degli ultimi anni, tutto questo stupore sembra fuori luogo: terzi ai Mondiali del 2010, finalisti agli scorsi Europei, quarti ai Mondiali di dodici mesi fa, medaglia d’argento oggi. E ora il grande obiettivo: una medaglia alle Olimpiadi di Rio.
Basket come religione La Lituania è una nazione nata per giocare a pallacanestro. Non si contano le scuole di basket alcune delle quali sono davvero prestigiose poiché fondate da ex Nba come Arvydas Sabonis e Sarunas Marciulionis, quest’ultimo entrato ieri nella Hall of Fame della Fiba. Inizialmente, l’Urss limitò la visibilità del basket lituano e così ne divenne una questione politica: nel 1988 l’Urss conquistò la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Seoul, il nutrito gruppo lituano di quella nazionale pensò bene di farsi fotografare sotto la scritta “better dead than red”, meglio morti che rossi. Politica dentro lo sport. Dopo la dissoluzione dell’Urss, la Lituania ha compiuto la sua parziale vendetta. Nel 1992, Olimpiadi di Barcellona, nella finale per il terzo-quarto posto i baltici incontrarono la Squadra Unificata (l’ex Urss, in pratica). Vinse la Lituania 82-78.
Ancora protagonisti Dopo più di vent’anni, la Lituania cestistica, sempre presente alle Olimpiadi, continua a stupire, tirando fuori dal cilindro squadre rinnovate e talenti promettenti. “Prima dell’inizio di Eurobasket avevo detto che la nostra squadra era in un forte momento di cambiamento e di transizione, con tanti giovani vecchi che hanno lasciato ed altri giovani che si sono inseriti da poco. Quest’estate abbiamo perso Motiejunas e i fratelli Lavrinovic, quindi per noi era impensabile un risultato del genere” ha detto coach Kazlauskas, il grande architetto di questa fantastica squadra operaia, nel senso più positivo del termine. Squadra operaia, ma con un carattere al di fuori della norma: delle nove partite giocate in questo Eurobasket due le ha vinte all’overtime e quattro in finali punto a punto, perdendo alla sirena contro il Belgio con un canestro che doveva essere annullato. Fino alla fine insieme.
Jonas & Jonas La forza del collettivo lituano è indiscutibile, ma c’è anche del notevole talento individuale, riscontrabile soprattutto in Maciulis e Valanciunas. Il trentenne giocatore del Real Madrid ha incarnato il ruolo di leader carismatico e tecnico, risolvendo partite allo scadere e assumendosi importanti responsabilità nel momento del bisogno; il giocatore dei Toronto Raptors ha invece dato alla propria nazionale una dimensione internazionale, permettendo a Kazlauskas di appoggiarsi in post in situazioni di gioco non dinamiche. Soprattutto dalle loro mani passeranno le fortune lituane alle prossime Olimpiadi.
di Emanuele Granelli