Festival del Diritto, Thuram: “Il razzismo è un fatto culturale”

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Rodotà e Thuram_Festival del Diritto 2015

In molti lo ricorderanno come uno dei difensori più forti della Nazionale di calcio francese e del campionato di Serie A. Dagli esordi al Monaco, passando per Parma e Juventus, fino al Barcellona e ai successi con la maglia della Francia, Lilian Thuram ha sempre unito la passione per il calcio all’impegno sociale dentro e fuori il campo di gioco. Appese le scarpette al chiodo, il francese di origini guadalupensi si è dedicato a tempo pieno alla lotta contro il razzismo diventando ambasciatore dell’Unicef e fondando la “Lilian Thuram Foundation – Education against Racism”, che porta il suo nome, ma tiene a precisare “è aperta a tutti coloro che vogliono educare su questo tema”. Ospite dell’ottava edizione del Festival del Diritto di Piacenza, dedicata quest’anno al Futuro, Thuram, intervistato dal giurista Stefano Rodotà, responsabile scientifico della manifestazione, ha parlato dei progetti della Fondazione, durante un incontro dal titolo “Oltre i pregiudizi”, rispondendo alle domande del pubblico presente al Salone di Palazzo Gotico.

“La storia della fondazione è la storia della mia vita”, ha esordito. Nato nelle Guadalupe, all’età di nove anni si trasferisce a Parigi. “Lì, ho scoperto di essere nero”. Un’affermazione che apre il racconto appassionato dell’ex stella del calcio, a metà tra il serio e l’ironico. Fin da quando militava nel Barcellona diceva che da grande avrebbe voluto cambiare il mondo per dire che “non si nasce razzisti, si diventa”. Thuram racconta di quando in Francia veniva chiamato Noiraude, dal nome di una mucca dei cartoni animati, nera, che a differenza della mucca bianca e intelligente, faceva sempre la parte della stupida. Diversi gli esempi citati da Thuram, che ammette: “Tutti abbiamo pregiudizi legati alla storia, ma la maggior parte delle persone vogliono l’uguaglianza”. Una convinzione forte che lo spinge a proseguire il suo impegno contro le discriminazioni di ogni tipo, da quelle religiose che rendono difficile il confronto tra musulmani e credenti di altre fedi, a quelle tra uomo e donna, dove la supposta superiorità dell’uomo, altro non è che “un’invenzione nata per sfruttare la donna”.

Thuram sostiene fermamente che il razzismo è “un fatto culturale, come il sessismo o l’omofobia”, oltre che “una costruzione politica ed economica”. A formare il suo pensiero è stata la lettura di saggi sull’uguaglianza, ai tempi in cui giocava a calcio, dai quali ha tratto ispirazione per i suoi libri “Le mie stelle nere” e “Per l’uguaglianza”, quest’ultimo realizzato con coinvolgimento di diversi intellettuali. Il messaggio di un cambiamento possibile è indirizzato soprattutto alle nuove generazioni. “Quando parli dell’uguaglianza, i bambini capiscono in fretta. Siamo noi adulti che capiamo dopo”, afferma, raccontando che per loro la differenza tra il colore “bianco e nero” della pelle non esiste, come sente dire dai suoi figli, ma talvolta percepiscono la differenza tra “etnie”, che ha potuto osservare in un suo recente viaggio in Togo. Il riferimento ai bambini è costante nella sua opera di sensibilizzazione: “Bisogna educare i bambini a essere liberi, dando loro amore, che è alla base dell’autostima”. L’autostima viene prima di tutto. A chi gli chiede un suggerimento su una lettura illuminante per capire il problema delle disuguaglianze, Thuram risponde: “Bisogna leggere libri che danno fiducia in sé stessi. Chi ha un’autostima bassa può diventare cattivo, arrabbiato e sentirsi vittima della società”. E prosegue: “Chi fa il verso della scimmia non ha fiducia in sé stesso. Si considera superiori perché bianco. Sono stupidi. E sono di tutti i colori. Ma con me non funziona. Bisogna, però, spiegarlo anche ai bambini”.

La sua esperienza personale è la testimonianza di chi che non è rimasto imprigionato negli stereotipi sul colore della pelle, riuscendo a reagire con determinazione. L’ex campione di calcio cita un episodio di razzismo risalente a quando militava nelle file del Parma. In una partita contro il Milan, i tifosi intonarono “Ibrahim Ba mangia banane sotto casa di Weah”. Thuram, si allontana dal campo (incazzato, dice, ma non incazzato nero, suscitando le risate dei presenti) e il giorno seguente parla con i giornalisti, invitando i tifosi a riflettere prima di pronunciare insulti razzisti. La domenica successiva i tifosi rispondono con lo striscione “Thuram rispettaci!”. All’epoca si stupisce e si indigna, ma a differenza del 1996, anno del suo arrivo in Italia, quando di fronte a questi episodi si tendeva a minimizzare dicendo “non preoccuparti, non è grave”, oggi Thuram riconosce il cambio di passo avvenuto nel nostro Paese, che discute di razzismo. Ma non è abbastanza. Un ragazzo gli chiede come si può cambiare mentalità all’interno delle società di calcio. La risposta dell’ex campione francese è diretta e per certi versi spiazzante. “È abbastanza facile cambiare le cose. Il giorno in cui gli altri giocatori – e non chi ha subito il razzismo – escono dal campo, vedrai che le cose cambiano. Le società, quindi, farebbero di tutto per cambiare le mentalità dei tifosi”. Thuram ammette che questo suo auspicio si scontra con “il business del calcio (professionista), che deve continuare”, ma non dimentica “il potere incredibile di uno sport che unisce” e di cui troppo spesso si mettono in risalto solo gli aspetti negativi.

A Rodotà che gli chiede quali sono i suoi progetti futuri, Thuram accenna alle attività della Fondazione, ma non si sbilancia. A ottobre un’esposizione al Musée de l’Homme sul tema dei pregiudizi e del razzismo, dall’anno prossimo due pulmini in giro per la Francia a parlare dell’essere umano. C’è tanto da fare e Thuram lo sa. Il suo desiderio, confida, è un confronto sui grandi temi su cui ci si trincera troppo spesso senza dare spiegazioni. A partire dalla religione che, vissuta spesso come un “fatto intimo”, può portare a non accettare l’uguaglianza. Sembrerebbe scontato, ma è dal dialogo, ancora una volta, che si può arrivare al cambiamento.

(di Elena Angiargiu)

Fonte immagine: http://www.festivaldeldiritto.it/immagini-venerdi-25-settembre/oltre-pregiudizi.jspurl?IdC=4294&IdS=4382&tipo_padre=0&tipo_cliccato=0&id_prodotto=749180&css=

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