Champions League. Roma e Leverkusen notte da folli, ok il Barça. L’Arsenal spera ancora

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championsleague-11Folle pioggia di gol  a Leverkusen, dove gli spettatori neutrali assistono ad una delle gare più divertenti che la storia recente della Champions ricordi, con il rammarico enorme dei giallorossi a un passo da un successo fondamentale.

Alla Roma serve come il pane fare risultato nella tana delle “aspirine”, ma i giallorossi accusano lo stesso approccio alla gara di Borisov e dopo 20 minuti scarsi sembra preannunciarsi un’altra euro-serataccia: è solo il 19’ e grazie al mani di Torosidis in area e ad uno svarione difensivo sull’asse Digne-Rudiger il Chicharito Hernandez ha già messo a referto due reti.

Sull’orlo del baratro però la Roma tira fuori l’orgoglio, ed approfittando della rilassatezza tedesca si scuote cominciando a macinare gioco; dopo un paio di occasioni potenziali con Pjanic e Gervinho è Daniele De Rossi a riaprire la contesa sugli sviluppi di corner al 29’, e sempre “Capitan Futuro” è il più lesto di tutti a intervenire sottomisura su un piazzato di Pjanic ed a realizzare al 38’ il gol che rimette tutto in parità.

Il Leverkusen accusa il colpo, mentre sulle ali dell’entusiasmo gli ospiti continuano ad attaccare cercando già nel primo tempo di rovesciare lo svantaggio iniziale; nella ripresa si ripropone il canovaccio visto nel finale di primo tempo grazie anche alle intuizioni di Pjanic per Salah e Gervinho. La Roma è viva, ed approfitta di un Leverkusen impaurito grazie al fantasista bosniaco, che al 54’ trasforma sotto l’incrocio la solita punizione meravigliosa  che completa la rimonta dei giallorossi; questi ultimi sembrano poter dilagare, anche a causa di un Leverkusen che alla ricerca del pari scopre praterie invitanti per gli avanti di Garcia. Florenzi e Falque sprecano il 4-2 tenendo viva la partita, ma al 73’ lo spagnolo pare finalmente sentenziarla finalizzando un eccellente contropiede di Gervinho.

Sul più bello però si spegne la luce, e la Roma getta il successo al vento; gli ultimi disperati attacchi dei tedeschi generano infatti il magistrale sinistro a giro di Kampl al 84’, e nemmeno 3 minuti dopo lo stesso Kampl propizia l’azione che vede Mehmedi insaccare a porta quasi vuota l’incredibile 4-4 che sarà anche il risultato finale solo perchè in pieno recupero Hernandez non trova per un nulla il pazzesco 5-4.

Giallorossi costretti a mangiarsi i gomiti, contro un avversario che tra due settimane all’Olimpico sarà necessario battere senza fare calcolo alcuno per cercare il passaggio del turno; in classifica i giallorossi rimangono ultimi a 2 punti, con il Barca che vola a 7 piegando il BATE senza problemi grazie alla doppietta di Rakitic nella ripresa a Borisov. A 3 punti rimane fermo il BATE, mentre nel mirino dei giallorossi finisce doverosamente la seconda piazza del Bayer distante solo due lunghezze.

Con l’acqua alla gola già dopo due giornate, l’Arsenal di Wenger si giocava contro il Bayern Monaco buona parte delle residue chance di qualificazione nel gruppo F; le due disgraziate esibizioni con Dinamo Zagabria ed Olympiacos costringono i Gunners ad una prestazione d’orgoglio che contro i bavaresi arriva, con gli ospiti che all’Emirates vengono salvati da un mostruoso Neuer su un colpo di testa a botta sicura di  Walcott nel primo tempo. Nella ripresa i Campioni di Germania salgono in cattedra di prepotenza trascinati da Douglas Costa, ma un pizzico di imprecisione tiene la contesa sullo 0-0; la svolta di una partita inspiegabilmente senza gol arriva al 77’, quando su  un cross dalla destra Neuer esce incredibilmente  a farfalle spalancando la porta al tocco involontario (e probabilmente di mano) di Giroud che trova l’ormai insperato vantaggio londinese. I biancorossi resistono ai tentativi di pareggio dei tedeschi, e con il turco-tedesco Ozil al 93’ in contropiede suggellano la vittoria che permette loro di sperare ancora.

L’entusiasmo dei Gunners per i primi tre punti conquistati viene in parte mitigato dal risultato di Zagabria, dove i locali colpiscono per due volte il legno ma a 10 minuti dalla fine subiscono lo 0-1 dell’Olympiacos messo a referto da Ideye Brown grazie alla complicità dell’ex portiere del Genoa Eduardo; il successo in trasferta permette all’Olympiacos di appaiare in vetta il Bayern a 6 punti, con Arsenal e Dinamo Zagabria che di punti ne hanno 3.

Nel gruppo G è tutto facile per il Porto, che contro il Maccabi Tel Aviv archivia la pratica tra il 38’ ed il 41’ con i gol del bomber Aboubakar e di Brahimi; nell’altra gara del girone Mourinho torna in quella Kiev che ne lanciò la rincorsa al Triplete nell’inverno del 2009, ma questa volta è costretto allo 0-0 da una Dinamo pimpante e dai pali centrati da Hazard e Willian. Agli Ottavi, al momento, l’impronosticabile duo Porto-Dinamo Kiev rispettivamente con 7 e 5 punti contro i 4 del Chelsea, chiamato tra due settimane ad uno spareggio con gli ucraini; fanalino di coda, senza ancora gol e punti, il Maccabi Tel Aviv.

Nel gruppo H lo Zenit piega anche il Lione, ed è virtualmente agli Ottavi di Finale; in Russia Lacazette di tacco risponde al vantaggio immediato di Dzyuba, ma il solito Hulk risolve la pratica OL con la cannonata del 2-1 al 57’ e nel finale Danny scrive il 3-1 finale. Ok anche il Valencia, che contro il Gent domina per lunghi tratti ma centra il successo solo al 72’ con l’autorete di Mitrovic, dopo che Foket al 40’ aveva annullato con un eurogol dal lato corto destro dell’area il primo vantaggio spagnolo giunto ancora su autorete, stavolta di Nielsen; alle spalle dello Zenit a punteggio pieno, qualificazione vicina anche per il Valencia che con 6 punti vanta 5 lunghezze di vantaggio su Lione e Gent.

Pirotecnica 4-4 nel primo Italia – Germania di questo match-day 3 di Champions; a Juve e Borussia Monchengladbach il compito di recitare l’atto secondo, all’interno di una giornata di gare la cui attenzione non può che essere calamitata da un PSG – Real Madrid che di presentazioni non sembra avere minimamente bisogno.

di Michael Anthony D’Costa

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