“Un derby senza curve”. Da ipotesi irreale a concreta realtà
Il derby capitolino dell’8 novembre sarà, con tutta probabilità, un crocevia fondamentale sia per i giallorossi che per i biancocelesti. Una classifica così corta e in continua evoluzione soprattutto al vertice, rende la stracittadina, come se ce ne fosse bisogno, ancora più importante. Gli ingredienti ci sono tutti o quasi, con tutta probabilità, infatti, i settori più caldi delle due tifoserie diserteranno il match. Niente spettacolo allora sugli spalti, nessuna coreografia o striscione accompagneranno il match più atteso nella capitale. Le due curve stanno attraversando un momento difficile: il settore, quello più popolare, stravolto e modificato, oggetto di un controllo a volte esasperato.
La decisione del Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, di dividere in due la curva, con una barriera posta al centro del settore, ha sconvolto e scioccato le due tifoserie. Controlli infiniti all’esterno e una buona dose di forze dell’ordine all’interno dello stesso settore hanno fatto il resto. Una maggiore sicurezza che non può non mettere d’accordo tutti ma che ha anche sconvolto abitudini che duravano da tanto, troppo tempo. Le due tifoserie non accettano tutto questo, hanno più volte palesato il loro malcontento con cori ma anche disertando il settore in occasione di alcune partite casalinghe. Il comunicato ufficiale del tifo più caldo biancoceleste è già arrivato, a breve arriverà anche quello giallorosso (intanto entrambe hanno già annunciato che diserteranno anche le altre partite): niente derby, nessuna protesta fuori l’impianto, semplicemente assenza. Visto poi che si tratta di un provvedimento ad personam, rivolta ovvero soltanto alla “violenza” (se davvero di violenza si sta parlando) romana.
Una decisione choc che farà rumore, l’assordante silenzio che regnerà durante il match dovrà far riflettere in molti. La storia però non si riduce a questo: un altro episodio, ha contribuito ad esasperare gli animi e ad accendere la contestazione. In occasione di Roma-Juve del 30 agosto, infatti, alcuni tifosi giallorossi sono stati multati di ben 150 euro, perché non occupavano il posto assegnatogli al momento dell’acquisto del tagliando d’ingresso. Dal punto di vista della forma nulla da eccepire, ma è la sostanza a fare la differenza. In un settore in cui sono ben radicate abitudini che durano da anni, una sanzione del genere colpisce e stravolge una mentalità, quella curvaiola, che fa dell’aggregazione, di posti scelti tanti anni fa e mai abbandonati, di abitudini rimaste immutate da sempre un vero e proprio dogma. A rendere il tutto più caldo sono state le diffide scattate sempre in occasione di Roma – Juventus a tifosi presenti in Curva Sud, rei di aver cantato cori contro i celerini, inspiegabilmente presenti in tenuta antisommossa dentro un settore dello stadio (proprio mentre in tutta Europa si sta lavorando proprio nella direzione contraria). Si sta andando, così, verso un calcio silenzioso e apatico, senza l’attore principale: il calore del tifoso.
Si sta colpendo l’essenza dell’esser tifoso di curva, null’altro. Un tifoso innamorato, a volte esagerato ma spinto da un amore senza eguali. Belle le coreografie, belli gli striscioni di sfottò contro il nemico sportivo di sempre, beh tutto questo non ci sarà. Il modello senza striscioni e senza cori sta vincendo, guidato da norme incontrollabili emesse come mine impazzite (non a caso parecchie tifoserie stanno mostrando vicinanza e solidarietà con quello che sta accadendo a Roma). Sempre più spesso solo il silenzio accompagnerà le squadre in campo, si spera che quella del derby sarà una protesta eclatante che farà riflettere tutti, nessuno escluso.
di Claudio Serratore