Netflix arriva anche in Italia
Dal 22 ottobre 2015, il servizio Netflix è disponibile anche in Italia. L’azienda nasce negli Stati Uniti nel 1998 come servizio di noleggio di DVD e videogiochi online. Nel 2008, il servizio si è trasformato, offrendo la possibilità di streaming online on demand, tramite abbonamento. Da quel momento è iniziata la rivoluzione del consumo dei contenuti online, anche grazie all’algoritmo che suggerisce video e serie tv in base alle preferenze dell’utente. Termini come “binge watching”, “Netflix and chill”, sono entrati nell’uso corrente degli statunitensi, ed hanno risonanza mondiale tramite Internet. Oggi, grazie alla produzione di serie tv e film di qualità molto elevata, Netflix è il player mondiale di maggiore peso in Occidente, con più di 69 milioni di abbonati, di cui più di 35 negli Stati Uniti.
L’espansione è iniziata nel 2010, principalmente in Sud America ed Europa. Lo sforzo dell’espansione, però, si ripercuote sul bilancio dell’azienda: i dati dell’ultimo trimestre riportano una perdita di 67,7 milioni nell’area international. Il Ceo, Reed Hastings, però, non si dice preoccupato: come da lui dichiarato a Il Sole 24 Ore, la strategia dell’arrivo in Italia, punta tutto non sul numero di utenti, ma sulla loro soddisfazione, contando su passaparola per la diffusione. L’obiettivo a lungo termine, così, è raggiungere una famiglia italiana su tre, con tutto il tempo necessario: in America lo stesso processo è durato 7 anni, dal 2007 al 2014.
Il mercato, italiano, però, non è dei più facili e presenta in particolare due criticità: il radicamento della tv lineare e la presenza di altri competitor. Con i suoi 10 milioni di telespettatori, la televisione italiana si difende bene, anche considerato il digital divide che caratterizza il nostro Paese. Eppure il futuro va chiaramente nella direzione dell’on demand. Nel 2013, Kevin Spacey, premio oscar, sceneggiatore e attore di una delle serie originali Netflix più di successo: “Il successo del modello Netflix ha provato ancora una volta una cosa: il pubblico vuole il controllo, vuole libertà. […] Abbiamo dimostrato che abbiamo imparato la lezione che il mercato della musica ha ignorato: dare alla gente quello che vuole, quando vuole, nella forma che vuole, a un prezzo ragionevole… e probabilmente lo pagheranno, piuttosto che piratarlo”. Un concetto che si sta rivelando vincente.
Concetto che in Italia, tra l’altro, è stato già compreso dai maggiori competitor, Infinity, Skyonline e TimVision. In particolar modo i primi due hanno dei vantaggi: Infinty ha la funzione offline, mentre Sky si è rifiutato di dividere i diritti della serie House of Cards, cavallo di battaglia delle produzioni originali Netflix.
Al momento la piattaforma offre varie modalità di abbonamento, quella semplice e l’offerta con Telecom e Vodafone. Al costo minimo di 7,99 € al mese, gli utenti avranno accesso al servizio online. Non mancano però lamentele circa l’offerta presentata: poche serie tv e pochi film rispetto all’offerta di altri paesi.
Quella di Netflix è una partita ancora tutta da giocare, ma una cosa è certa: le prossime generazioni potrebbero non capire cosa vuol dire aspettare gli appuntamenti televisivi in determinati giorni e ore.
(di Francesca Parlati)