Libri – Cosa succederebbe se LUI tornasse?
LIBRI – Lui è tornato, del giornalista tedesco Timur Vermes, è uno di quei libri che ti lascia con il dolce-amaro in bocca.
Narra la storia di Hitler, ma non quella che avviene prima e durante la seconda guerra mondiale e che tutti noi abbiamo studiato a scuola, bensì l’ipotetica storia del Führer che si risveglia nel 2011 in un mondo a lui del tutto estraneo. Adolf Hitler, infatti, si risveglia solo in una Berlino che non riconosce: regna la pace, la Germania è invasa dagli stranieri ed è persino governata da un cancelliere donna. Per fortuna di Hitler, viene subito accolto da un giornalaio, fautore, sebben non di proposito, della sua rimonta.
Molto acuto da parte dell’autore lo scrivere il libro tutto in prima persona, così da immedesimarsi con il personaggio. E infatti, fa quasi pena vederlo girovagare per le strade di Berlino, completamente spaesato e attonito di fronte ai cambiamenti del suo popolo nonché alla scoperta che tutti i principi da lui inculcati con tanta fatica sono andati “a farsi benedire”.
Questo Hitler prende spunto proprio dall’idea del buon giornalaio – il quale gli ripete in continuazione che è identico al vero Hitler e che dovrebbe fare televisione – per gettarsi nel mondo del web e risollevare così le masse. Il dittatore diventa così cabarettista grazie ad uno dei mezzi di diffusione più comuni al giorno d’oggi: YouTube. Non è più violento, ora fa ridere le masse ed è proprio grazie alla stereo tipizzazione delle masse che il nuovo Hitler riesce in una rapida scalata al successo e attira l’attenzione dei media televisivi e del Web. Come dice il dittatore stesso: “…le masse brutali, povere, c’erano ancora. Dovevo solo risvegliarle.”
Ovviamente solo il dittatore tedesco, dopo essersi risvegliato da neanche cinque minuti ed a 66 anni dalla sua effettiva scomparsa, poteva mettersi a studiare ciò che lo circonda in maniera estremamente razionale per poter capire come attuare la sua risalita al potere. Capisce subito che oggi, come allora, l’arma vincente è la comunicazione e tutte le masse “uniformi” che prendono per oro colato tutto ciò che la TV gli dice. Questo libro è sicuramente una critica di Vermes al tempo d’oggi, dove la memoria storica non esiste più e chiunque, anche un cabarettista (chissà chi ci ricorda in Italia) può influenzare le masse.
Una pecca in questo romanzo però c’è: molti sono i riferimenti al passato e per chi non è un cultore della storia tedesca sono difficili da afferrare. Non che non ci siano note, ma sono tutte racchiuse alla fine del libro in una ricca appendice – venti pagine di spiegazioni, note, approfondimenti e aneddoti.
Sicuramente il libro di Vermes può essere apprezzato anche dagli amanti della grafica e design di copertine: semplice e con due tratti di matita nera si capisce subito chi è il personaggio ritratto.
(di Arianna Catti de Gasperi)