Parigi, le reazioni del mondo del calcio

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morosiniPurtroppo la scorsa settimana il mondo è cambiato. Come per quanto successe a seguito dell’11 settembre, anche il 13 novembre entra nella cultura popolare mondiale come giorno nefasto. Seppur fortunatamente solo di contorno, anche il mondo dello sport ed in particolare del calcio ne è stato toccato.

Mentre si stava giocando l’amichevole Francia-Germania allo Stade de France un attentatore ha provato ad entrare nello stadio, le misure di sicurezza non gliel’hanno reso possibile ed il militante dell’ISIS carico di esplosivo ha attivato la sua arma fuori dallo stadio. Il terrore in diretta TV, questo era il piano di azione del miliziano, nessuno può sapere cosa sarebbe successo qualora lo squilibrato fosse entrato all’interno della struttura in cui per altro anche il Presidente Francese Hollandé stava vedendo la partita della sua nazionale. Nei momenti in cui la bomba è esplosa, c’è stato un forte boato, tale da far fermare i giocatori in campo, ovviamente all’interno della struttura la notizia non è stata diffusa per motivi di ordine pubblico e per non generare il panico e per l’incolumità degli spettatori stessi, sono stati chiusi i cancelli per uscire dallo Stade de France, così che i tifosi potessero rimanere al sicuro, poiché al di fuori dello Stadio era iniziata la caccia agli uomini ed in alcune zone di Parigi si stava assistendo a scene di guerriglia urbana.

Non è la prima volta in cui si cerca di utilizzare gli eventi sportivi per fare da cassa di risonanza ad atti terroristici, nessuno può dimenticare le Olimpiadi di Monaco 1972 in cui dei terroristi palestinesi appartenenti al gruppo Settembre Nero, entrarono nel villaggio olimpico ed uccisero 11 atleti israeliani. In questi casi la paura ovviamente prende il sopravvento e lo sport, in particolare quello francese, deve ora affrontare momenti difficili. I giocatori della nazionale di calcio infatti dopo quanto è accaduto hanno fatto pressione sulla federazione perché non venga disputata l’amichevole di domani sera contro l’Inghilterra. Richiesta però non accolta da parte della FFF (Federation Francaise de Football), per cui Pogba e compagni dovranno comunque presentarsi in terra inglese. All’interno della stessa squadra francese alcuni giocatori hanno vissuto attimi di terrore terminati purtroppo con esiti diversi. Familiari di Griezmann e di Diarra infatti si sono trovati nei locali degli attentati, ma se la sorella del trequartista è riuscita ad uscire illesa dal teatro Bataclan, purtroppo la cugina dell’altro centrocampista è invece una delle vittime della follia omicida che ha colpito Parigi.

Lassana Diarra, ex Real Madrid, su Twitter è riuscito comunque lucidamente a non farsi sopraffare dall’odio, queste le sue parole tradotte: “In questo clima di terrore è importante che tutti noi, che rappresentiamo il nostro Paese e le sue diversità, prendiamo la parola e rimaniamo uniti contro un orrore che non ha nessun colore e nessuna religione.” Terrore anche tra i giocatori della nazionale tedesca, ospiti di quella partita, le Aquile hanno atteso le 6 di mattina prima di potersi spostare dagli spogliatoi, passando l’intera nottata lì come stabilito dalla DFB (Deutscher Fußball-Bund). La notizia ha fatto il giro del mondo, tanto che David Luiz al termine della partita della sua nazionale ha rilasciato delle dichiarazioni in cui esprimeva la sua ferma volontà di restare in Brasile e non tornare a Parigi, gli ha fatto eco Edison Cavani, anche lui in Sud America impegnato con l’Uruguay nel cammino verso la qualificazione al mondiale del 2018. L’italiano Sirigu portiere della nostra nazionale ha comunicato di aver perso degli amici nell’attentato, la FIGC ha stabilito che nelle partite di ieri in Serie B fosse riprodotta la marsigliese, particolarmente toccante il gesto di Morosini, che dopo un suo goal contro il Trapani si è fatto passare una bandiera francese, mostrandola a tutto lo stadio. Purtroppo però la paura sta lasciando altri strascichi, praticamente mitalirizzata la prossima partita del Belgio contro la Spagna, persone sospettate di far parte dell’ISIS infatti sono state avvistate anche a Bruxelles, lo stato è di pandemia, la speranza è che nel rispetto della memoria di chi non c’è più, si possa tornare ad ipotizzare lo stadio come un luogo di festa e fratellanza e non una zona sensibile alla follia omicida di persone senza il minimo rispetto per la vita.

di Flavio Sarrocco

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