Crescere digitali: non più solo ‘life’, ma ‘onlife’
Come fare per crescere, in chiave digitale, come cittadino e come società? Possibile che l’Italia, paese leader in moltissimi settori, non riesca a far suo il vortice del cambiamento digitale? Se ne è discusso, presso l’Auditorium Parco della Musica, lo scorso 17 novembre. Nell’appuntamento romano del ciclo di conferenze IoE talks (http://ioetalks.it/)
Non si tratta, semplicisticamente, dell’adeguamento infrastrutturale. Dell’internet diffuso e/o della banda larga ultraveloce. “L’Italia ha preso a ragionare in termini di mesi. Al massimo sei. Mentre le tigri del pil, tipo la Cina, ragionano sui 150 anni”. Così, Maurizio di Robilant, Presidente della Fondazione Italia Patria della Bellezza, sintetizza, a malincuore, la scarsissima progettualità con la quale si sta ultimamente interpretando il futuro nazionale.
Sofferenti e spaventati, gli italiani e ancor più le istituzioni, sembrano incapaci di cogliere le infinite potenzialità e opportunità, proposte dalla rete, dal digitale e dalla digitalizzazione. E ciò sia in termini economici sia in termini sociali. Dall’enogastronomia al turismo. Dalla cultura al Made in Italy delle piccole, medie e grandi imprese. Tutti dovrebbero capire che tecnologia è sinonimo di motore di avanzamento e trasformazione. È strumento per ridare forza e verve al Paese. Non qualcosa di cui avere un inutile timore reverenziale, “ma ‘bene’ per la comunità”. Così Agostino Santoni, Amministratore Delegato Cisco Italia.
In questa ottica, però, chiaramente, occorre darsi una smossa. “Stabilendo serie e ragionate strategie. Per imprimere una accelerazione che sia di sistema. Creando relazioni positive e propositive tra processi, persone, cose e dati. E quindi anche tra pubblico e privato”. Punti imprescindibili sottolineati da David Bevilacqua, Vice Presidente dell’area Sud Europa di Cisco. Perché “connettività massima, uso dei dati, sicurezza informatica e/o internet of everything, non servono a nulla e non portano da nessuna parte, se non si costruiscono insieme, con standard e valori condivisi”, aggiunge Carmine Stragapede, Direttore Generale Intel Italia. Anche perché, come dice, con un gioco di parole, Luciano Floridi, Prof. di Filosofia ed Etica dell’Informazione all’Università di Oxford, “la nostra non è più solo ‘life’, ma ‘onlife’, volenti o nolenti”.
Dal singolo ai gruppi. Dall’imprenditore alle istituzioni. Siamo tutti coinvolti, quindi, nel cambiamento. Tutti coinvolti nella svolta che si vuole imprimere al nostro Paese. Anche se, chiaramente, ciascuno per le sue capacità e competenze, “perché siamo tutti sotto lo stesso cielo”, come ricorda Flavia Marzano, Presidente Stati Generali dell’Innovazione, “come uomini e donne che sì, è vero, hanno tanti dati a loro disposizione, ma poi occorre pure saperli leggere. Altrimenti che ci fai? Proprio niente”.
(di Eloisa De Felice)