Roma: è psicosi. Scatta il piano di sicurezza per il Giubileo

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image2Che gli attacchi terroristici che hanno colpito Parigi lo scorso 13 novembre, avrebbero causato ripercussioni sulla vita quotidiana anche nelle altre metropoli europee era prevedibile. Che i social network avrebbero giocato un ruolo così importante nella diffusione di una vera e propria “psicosi terrorismo” era probabilmente altrettanto prevedibile, ma ciò non diminuisce di un grammo il disgusto e la frustrazione che si provano nel veder correre capillarmente nei canali di informazione bufale e controbufale sui tragici fatti parigini. Bombe firmate Paris, finti profili di inverosimili terroristi, rivendicazioni di appartenenza a un Paese di cui di solito ci si ricorda solo durante i mondiali di calcio, messa all’indice di chiunque indossi il velo e telefonate di avvertimento sotto forma di note whatsapp che vengono condivise senza sosta e riflessione e che conquistano interi articoli di grandi e piccole testate.

Il potere della disinformazione risiede nel suo contenuto netto, privo di sfumature, che non richiede riflessione per essere compreso, che viene urlato e dà vita alle paure più recondite della massa.

In tale senso, la ormai famigerata “telefonata della mamma di Anastasia” che ha percorso le chat di whatsapp di mezza Roma, paventando una situazione di pericolo terrorismo molto più grave rispetto a quella denunciata dai media tradizionali, rappresenta di certo l’acme raggiunto dalle false notizie circolate dopo i tragici fatti del 13 novembre, che rasentano l’assurdità e il colore di certe leggende metropolitane, o almeno speriamo. Tanto il clamore e la preoccupazione condivisa, che anche Renzi è dovuto intervenire per calmare gli animi e riportare tutto a un “procurato allarme”, dopo che mamma e figlia responsabili del contenuto, si sono recate presso le autorità per spiegare l’equivoco e la non volontarietà dell’accaduto.

Una follia collettiva che nasce dall’ignoranza, dalla disabitudine al ragionamento singolo, dall’isteria di pancia gridata dalla tastiera sempre troppo a portata di mano.

In questo clima di incandescente esaltazione nella Capitale sta per iniziare il Giubileo straordinario, tra chiusure e riaperture delle metro romane con intervalli di circa 8 ore. E Roma si prepara, i romani, i turisti, i pellegrini, tutti. Da oggi parte l’imponente piano di sicurezza che vigerà durante i 12 mesi dell’Anno Santo.

Duemila uomini in strada, pattuglie anche sugli autobus e controlli elettronici nei principali luoghi a rischio attentati, da San Pietro allo stadio Olimpico, passando per il Colosseo, oltre alla già annunciata no-fly zone sull’intera città di Roma.

I controlli saranno intensificati ovunque, in particolare sulle vie di accesso in città da parte dei pellegrini e sui principali luoghi di ritrovo, dallo stadio alle arene per i concerti, fino alle piazze della movida, dove il questore non esclude attività di perquisizione “qualora fosse necessario”.

Implementata anche la videosorveglianza e la Capitale verrà divisa in tre zone concentriche, partendo da quella più esterna per arrivare a quella di massima sicurezza.

Un messaggio ai media arriva proprio dal Prefetto e dal Questore di Roma, che chiedono «verifiche serie, senza strumentalizzare e allargare notizie false».

(di Azzurra Petrungaro)

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