Agenda Digitale, Italia in ritardo sui provvedimenti attuativi
L’ultimo anno è stato un periodo di luci e ombre per l’Agenda Digitale italiana. Sono stati fatti dei passi che consentono, almeno in parte, di guardare avanti in maniera meno pessimistica rispetto al passato. Tuttavia è presente ancora una forte carenza a livello di attuazione. Questo è l’aspetto che emerge dallo studio realizzato dall’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano.
In merito all’attuazione dalla ricerca emerge come dal 2012 solo 32 dei 65 provvedimenti attuativi, previsti dai Decreti Legge sull’Agenda Digitale, sono stati recepiti. Le ragioni di questi ritardi riguardano l’eccessivo numeri di decreti attuativi, una progressiva stratificazione di atti normativi nel tempo, l’assenza di un effettivo monitoraggio periodico e l’elevato numero di provvedimenti senza scadenza.
“Nuovi piani strategici con obiettivi specifici e priorità chiare, un forte orientamento all’attuazione dell’AgID, progetti abilitanti, una governance rinnovata, risorse europee finalmente impiegabili, un nuovo quadro di riferimento per gli approvvigionamenti pubblici, riforme strutturali con effetti sulla carta dirompenti e un mercato digitale che torna a crescere: sono tutte condizioni favorevoli per l’attuazione dell’Agenda Digitale – afferma Alessandro Perego, Responsabile scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano – ora non ci sono più alibi: gli attori del sistema devono passare dalla giusta denuncia degli ostacoli e dei ritardi, alle iniziative concrete. L’Agenda digitale italiana deve passare dalla fase di definizione dei piani a quella della loro esecuzione. Auspichiamo di poter misurare già dal prossimo anno sempre meno ritardi e sempre più risultati tangibili”.
Sul lato finanziario la strategia di attuazione prevede che dal 2014 al 2020 la PA investa 10,6 miliardi di euro, circa 1,51 miliardi all’anno. Tali investimenti potrebbero essere sostenuti con 1,65 miliardi di euro l’anno di risorse europee (complessivamente 11,5 miliardi di euro dal 2014 al 2020, cifra raggiungibile sommando i contributi dei fondi a gestione diretta e indiretta) “a patto che migliori la nostra capacità di raccolta e utilizzo di tali risorse”. Nello specifico il 77% delle risorse europee utilizzabili per l’attuazione dell’Agenda Digitale in Italia, i quali corrispondono a 1,27 miliardi di euro l’anno, è allocata su fondi strutturali e utilizzabile solo successivamente all’approvazione di programmi operativi. Dei programmi presentati dall’Italia 60 su 74 sono stati approvati tra il 2014 e il 2015.
Lo studio fornisce, inoltre, il quadro della situazione a livello regionale: su 21 regioni italiane 10 hanno formalizzato documenti che rendono esplicito le strategie e le priorità di attuazione, mentre 8 stanno finalizzando lo sviluppo di questi documenti impiegando approcci partecipati, attraverso consultazione pubbliche.
(di Tiziano Aceti)