Come funziona il 2 per mille ai partiti?

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Solo il 2,7% ha donato il proprio 2 per mille ai partiti. Al PD oltre 5 milioni di euro. Molti si chiedono se sia davvero finita l’era del finanziamento pubblico

2015_riquadro-2x1000_con-codice-e-firma-1024x544Il testo coordinato del Decreto Legge 28 dicembre 2013, n. 149, che prevede l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, fa la sua comparsa sulla Gazzetta Ufficiale n. 47, il 26 febbraio 2014.

Fin dalle prime discussioni e a seguire dopo la sua pubblicazione, il testo varato sotto l’esecutivo Letta è stato oggetto di numerose polemiche. Questi i punti fondamentali della riforma, che prometteva a gran voce il tanto agognato blocco al sovvenzionamento pubblico dei partiti:

  • si aboliscono il rimborso delle spese per le consultazioni elettorali e i contributi pubblici erogati per l’attività politica e a titolo di cofinanziamento;
  • a partire dal 2014, ciascun contribuente può decidere di destinare il due per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) a favore di un partito politico;
  • in materia di oneri detraibili viene aumentata di due punti la detrazione prevista per le erogazioni liberali effettuate nei confronti dei partiti politici, (dal 24% al 26%).

In questi sono stati divulgati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze i dati delle donazioni relative al 2015. La percentuale di popolazione che sceglie di destinare il 2 per mille del proprio Irpef al finanziamento del partito politico appare in un’ottica di crescita piuttosto limitata, stiamo parlando solo del 2,7% dei contribuenti italiani, 1,1 milioni di contribuenti su 40,9 milioni complessivi.

Il democratici sono in testa nella classifica delle preferenze, hanno scelto il Pd 596.290 contribuenti, facendo ottenere così ai Dem il 53,9% delle scelte complessive a favore dei partiti. A seguire la Lega Nord (134.941 versamenti pari al 12,56% del totale), seguito da Sel (scelto da oltre 100.000 contribuenti per il 9,13% del totale) e Fratelli d’Italia (56.362, pari al 5,09% del totale). Fanalini di coda Forza Italia (5,49% delle scelte complessive con 60.778 versamenti) e Rifondazione comunista (46.564 per il 4,21% del totale).

La scelta del Pd di pubblicizzare lo strumento del 2 per mille è risultata senza dubbio vincente.

Quanto alle polemiche e i malumori succeduti alla pubblicazione del testo in questione, la diatriba pungente obbietta di fatto la vera abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Da Libero a Il Fatto Quotidiano, si sottolinea come il 2×1000 non derivi da fondi accessori che ogni singolo cittadino decide liberamente di donare al partito, ma il suo essere compreso in una tassa già trattenuta dalle casse dello stesso (l’Irpef), lo fa rientrare in realtà nella categoria di “soldi pubblici”, ovvero di risorse già di proprietà dello Stato.

Inoltre se un numero ideale di contribuenti decide di destinare il proprio 2×1000 al partito di preferenza, lo Stato risulterà privo di questo numero ideale di versamenti, che erano precedentemente investiti per pagare sanità, pensioni, costruire scuole e ospedali. La cifra mancante dovrà essere reintegrata dagli altri contribuenti che saranno costretti a sborsare più soldi per sopperire alla scelta di altri cittadini.

(di Azzurra Petrungaro)

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