Finisce l’All Star Game 2016. È tornata la gara delle schiacciate, record di punti nella partita della domenica
Il week end delle stelle è finalmente arrivato. Si è disputato a Toronto all’Air Canada Centre casa dei Raptors, come sempre a farla da protagonista non è stata solo la partita più attesa per gli amanti del basket a stelle e strisce, ma anche i vari eventi che l’hanno preceduta. Ma approfondiamo cronologicamente tutto il week end.
Venerdì:
Rising Stars Challenge: Team USA-Team World 157-154
La partita con i giovani prospetti più forti della lega, divisi in due squadre, il Team USA allenato da Larry Drew assistant coach dei Cleveland Cavs e la squadra del resto del mondo, allenata dall’assistant coach dei San Antonio Spurs, l’allenatore della nostra nazionale, Ettore Messina. Come sempre capita nella partita del venerdì i giovani pensano solo ed unicamente a divertirsi e nessuno si occupa di difendere. Ne è la riprova il risultato al termine del primo tempo di 88-79 per gli americani. La situazione ad un certo punto era così paradossale che poiché non si fermava più il gioco gli allenatori erano costretti a chiamare time out per effettuare le sostituzioni. Gli ultimi minuti sono stati un pò più combattuti con con le squadre alla ricerca della vittoria. Alla fine l’ha spuntata per 3 punti Team USA, in una gara che ha stabilito un nuovo record per punti segnati, ben 311 per il finale 157-154. Il titolo di MVP della partita è andato a Zach LaVine che ha messo a referto 30 punti. Per gli americani oltre i 20 punti anche Jordan Clarkson, D’Angelo Russel e Devin Booker, nel team del resto del mondo sugli scudi il lettone Porzingis, 30 punti anche lui, come il congolese Emmanuel Mudiay ed il canadese Wiggins che segna un punto in meno dei compagni.
Sabato:
Skills Challenge
Sabato è la giornata dei giochi che allietano il pubblico. Si parte con la skills challenge un percorso ad ostacoli da terminare nel minor tempo possibile, inizialmente questa gara serviva a testare i migliori playmaker, quest anno invece sono stati ammessi a giocare anche i “lunghi”. Gli atleti invitati sono stati 8, di cui 4 “piccoli” e 4 “lunghi” divisi in un tabellone tennistico con da una parte tutti i giocatori più alti (Towns, Davis, Green e Cousins) e dall’altra i più bassi (Thomas, Clarkson, McCollum e Mudiay che ha preso il posto di Beverly campione in carica ma infortunato). La parte del tabellone delle guardie è stata vinta da Thomas e quella delle ali da Towns, c’è stata quindi una finale tra un ragazzo di 1.75 m ed un altro di 2.13 m, a sorpresa però a spuntarla è stato proprio quest ultimo.
Three-Point Contest
La gara del tiro da 3 quest anno sembrava dovesse essere l’evento più succoso del Sabato. molti infatti volevano vedere come se la sarebbe cavata Steph Curry nella difesa del titolo. Gli avversari erano il compagno di squadra Thompson, Booker, Reddick, Harden, Lowry, Middelton e McCollum in sostituzione dell’infortunato Bosh. Come sempre il sistema prevedeva tre carrelli da cinque palloni con l’ultimo colorato in maniera diversa che se segnato valeva due punti invece di uno. Come succede inoltre dallo scorso anno i giocatori scelgono un carrello pieno solo di sfere che valgono il doppio. La scelta di dove posizionare questo carrello diventa ovviamente strategica e fondamentale. Dopo il primo turno abbiamo conosciuto il nome dei 3 finalisti, la coppia degli splash brothers di Golden State (Curry, Thompson) e l’outsider Booker, con i suoi 19 anni il più giovane giocatore nella storia della gara del tiro da tre punti a prendere parte alla competizione. A trionfare a sorpresa non è stato Curry, ma Klay Thompson che ha infilato tutte e cinque le palle dell’ultimo carrello che aveva deciso fossero quelle che valessero il doppio.
Slam Dunk Contest
Ormai da anni molti si lamentano del livello sempre più basso della gara delle schiacciate. Ma dopo ieri tutti si sono dovuti ricredere. I contendenti erano Zach LaVine vincitore lo scorso anno, Aaron Gordon, André Drummond e Will Barton. Dopo il primo turno hanno avuto accesso alla finale LaVine e Gordon, anche se da sottolineare per gli amanti del calcio una schiacciata in tandem, Drummond-Nash, con il canadese ad alzare il pallone con i piedi la sfera per il centro. La finalissima è stata la più combattuta degli ultimi 20 anni. I contendenti si sarebbero dovuti presentare entrambi con un 50 (il massimo dei voti, perché frutto di 5 voti 10 da parte dei 5 giurati) alla finale, se non fosse stato per Shaquille O’Neal che in disaccordo con tutto il palazzetto e gli altri giurati ha dato solo 9 ad entrambi i giocatori. Nella finale però i voti si azzerano e tutti e due hanno iniziato da 0-0, Gordon ha fatto delle schiacciate stratosferiche con l’ausilio della mascotte della sua squadra, gli Orlando Magic. LaVine invece ha dimostrato tutto il suo atletismo volando letteralmente a canestro. Alla fine delle due schiacciate i giurati erano concordi nel ritenere entrambe le prestazioni perfette. C’è stata allora una schiacciata supplementare, ma anche in questo caso entrambi i giocatori hanno ricevuto come votazione 50, il massimo dei voti. E’ quindi servita la seconda schiacciata supplementare, con Gordon un pò a corto d’idee che ha ricevuto un 47 e LaVine che si è portato a casa la vittoria con l’ennesimo 50 della serata. Peccato perché a livello di inventiva forse Gordon avrebbe meritato di più, ma lo show è stato talmente bello che forse l’unico epilogo giusto sarebbe stato la vittoria ex-equo.
Domenica:
NBA All Star Game
In campo Est ed Ovest, in confronto a come sarebbero dovute essere le squadre al momento degli annunci delle rose, c’è stato qualche cambiamento nella Eastern Conference, non hanno potuto scendere in campo per infortunio infatti né Jimmy Butler, né Chris Bosh, al loro posto il commissioner Silver ha convocato Pau Gasol e Al Horford, lo spagnolo ed il dominicano hanno così reso più internazionale una partita che se no sarebbe stata tra soli atleti americani. Era l’ultimo All Star Game di Kobe Bryant, celebrato, ma non protagonista, metterà a referto solo 10 punti. Proprio non riesce a rilassarsi invece Russel Westbrook, per il secondo anno consecutivo MVP della partita delle stelle, che piazza 31 punti, il top scorer però gioca nella Eastern Conference, è Paul George (41), solo un o in meno del record del 1962 di Wilt Chamberlain. Una partita che del gioco ha però avuto poco, le difese sono state inesistenti, il tutto a favore dello spettacolo, ma quest’anno si è davvero esagerato può definirsi spettacolare una partita che nel primo quarto termina 40-43? Con questi numeri abbiamo il record di punti segnati in un All Star Game, termina infatti 196-173 (quasi 50 più di quello che in precedenza deteneva questo primato) per la Western Conference, seconda vittoria di fila per gli occidentali, ma per il basso livello competitivo messo in campo, nessuno della Eastern Conference sarà rimasto deluso, nemmeno LeBron James, che è tornato a deliziare il pubblico duettando con Wade, come ai tempi degli Heat e che con i 13 punti di ieri notte ha superato Bryant come miglior marcatore nella storia dell’evento.
(di Flavio Sarrocco)