Champions League, la Juventus è chiamata alla prova del 9. Arsenal-Barcellona l’altra supersfida
Dopo oltre due mesi d’astinenze la Coppa dalle grandi orecchie entra finalmente nella fase clou; dopo le prime quattro gare disputatesi settimana scorsa (con i successi di Benfica, PSG, Real Madrid e Wolsfburg), si andrà completando tra martedì e mercoledì di questa settimana l’andata degli Ottavi di finale della Champions League. Le quattro sfide in programma, sulla carta abbastanza indirizzate, promettono comunque di riservare spettacolo, e meritano di essere analizzate più da vicino. Martedì si comincia con Juventus-Bayern e Arsenal- Barcellona.
JUVENTUS – BAYERN MONACO
La sfida che riguarda più da vicino il calcio tricolore è quella tra la Juventus di Max Allegri ed i Campioni di Germania del Bayern di Monaco di Coman e Vidal. Tanta carta e tante parole sono state riversate, da dicembre ad oggi, sulla poca fortuna della formazione piemontese e sulle possibilità juventine di passare il turno; è veramente una “Mission Impossible” eliminare la banda Guardiola? Una premessa è d’obbligo: a complicare maledettamente il percorso bianconero in Champions è stata…la Juve stessa! Incredibile come i torinesi, capaci nel proprio raggruppamento di raccogliere sei punti contro il Manchester City, abbiano gettato al vento il primato nel girone con l’inopinata sconfitta di Siviglia, che fosse stata evitata avrebbe garantito (chissà) un sorteggio ben meno proibitivo con la Dinamo Kiev. Preso atto di un destino infausto, che la Juve si è come riservata più per colpe proprie che della dea bendata, il sorteggio è sicuramente tra i più duri. La corazzata tedesca, già virtualmente riconfermatasi sul trono di Germania, assomiglia ormai come Barcellona e Bayern Monaco più a una multinazionale che ad una squadra di club per prestigio, forza economica e per il fatto di essersi oramai installata stabilmente tra le prime quattro squadre d’Europa.
Guardando alla formazione juventina, la straordinaria stagione passata ha sicuramente accresciuto l’autostima europea dei bianconeri, come confermato nella stagione in corso dal doppio scalpo collezionato ai danni del Manchester City. Reduce da una striscia di quindici successi consecutivi stoppata dal Bologna, la Juventus è tornata sui livelli della scorsa stagione grazie in particolare a tre elementi: l’intelligenza del proprio allenatore, resosi conto di non poter insistere sul 4-3-1-2 in assenza di un trequartista di professione, la definitiva esplosione di Paolo Dybala, ormai leader tecnico della squadra, e il carisma della “vecchia guardia”, che nel momento di maggior difficoltà ha fatto registrare un contributo fondamentale nel ritrovare la via maestra. Proiettandosi alla sfida di domani, la Juve è sembra a corto di brillantezza in alcune delle in alcune delle ultime uscite (Genoa, Frosinone, Napoli, Bologna), preoccupata in aggiunta da una serie di infortuni che hanno tolto il sonno a parecchi sostenitori bianconeri: Chiellini, Mandzukic, Khedira e Alex Sandro hanno infatti accusato degli infortuni che ne sembravano compromettere l’impiego nella gara che rischia di valere una stagione ma, ad eccezione del terzino brasiliano, dovrebbero recuperare. La speranza, patriotticamente, è che i bianconeri abbiano solo fisiologicamente “tirato il fiato”, in vista del rush cui saranno chiamati a stretto giro di posta; l’andata allo Juventus Stadium acquisisce un peso specifico fondamentale nell’ottica dei 180 minuti, e un pizzico aggiuntivo di ottimismo lo regala il recupero degli infortunati. Vincere sarebbe un’impresa, non prendere gol lo sarebbe ancora di più e potrebbe rivelarsi decisivo per continuare a cullare la speranza di tenere prenotato, nonostante il divario di forze, un posto al ristorante da 100 euro.
In casa Bayern Guardiola ha già annunciato il proprio addio a fine stagione, ma considerate le rumorose eliminazioni subite nelle scorse stagioni in semifinale (0-5 dal Real Madrid, 3-5 dal Barcellona) Pep cercherà con tutto se stesso di salutare i bavaresi alzando la Coppa dei Campioni al cielo. Capace in due stagioni di costruire sul campo un macchinario pressochè perfetto dando il là alla creazione del neologismo “tiki-taken”, non mancano le gatte da pelare per l’ex-tecnico del Barcellona, incapace nelle prime due stagioni di affermarsi sul trono d’Europa con i bavaresi come da aspettative di dirigenza e tifoseria. Dominatori del proprio girone di Champions, con Muller e Lewandowski in stato di grazia i tedeschi sono secondi solamente al Barcellona tra le pretendenti alla vittoria finale, ma sono altresì consapevoli di aver pescato dall’urna il peggior avversario sorteggiabile insieme al PSG; servirà dunque il miglior Bayern. Recuperato Ribery, a Torino la formazione tedesca arriva al completo in attacco ma con la difesa letteralmente da inventare a causa delle defezioni di Boateng, Badstuber e Javi Martinez.
Il pronostico, nei 180 minuti, vede favoriti d’obbligo i tedeschi, con la Juve che, decisa a smentire i bookmakers, parte sfavorita ma non spacciata. LE PERCENTUALI: Bayern Monaco 60% – Juventus 40%
ARSENAL – BARCELLONA
La sfida tra Gunners e blaugrana, in programma per la serata di martedì, presenta alcuni punti in comune a quella tra Juventus e Bayern Monaco: trattasi infatti di un incrocio tra rappresentanti dal sangue blu del calcio europeo, con i favori del pronostico che però pendono verso la direzione della formazione più quotata, quella catalana in questo caso.
L’Arsenal di Wenger, ancora in lotta per l’affermazione in Premier League a differenza delle stagioni precedenti, si presenta al cospetto dei blaugrana con il morale galvanizzato dal successo centrato al foto-finish contro il Leicester nell’ultimo turno di campionato. Con la qualificazione agli Ottavi strappata all’Olympiacos nell’ultimo turno della fase a gironi, la formazione londinese darà vita con il Barcellona a quello che è ormai un classico delle sfide ad eliminazione diretta in Champions League, che però ha sempre sorriso ai catalani. Tra i dardi più velenosi da pescare nella propria faretra, spiccano tra i londinesi Giroud e Alexis Sanchez, vertici offensivi di una compagine che dalla metà campo in su ha storicamente sciorinato sotto la guida Wenger uno dei football più spettacolari d’Europa; a inquietare, semmai, è il tentativo di immaginarsi le contromisure che Koscielny e Mertesacker potranno pensare di adottare con Suarez, Messi e Neymar.
Lato Barca, come per il Bayern i pareggi di Real Madrid e Atletico Madrid sembrano aver consegnato il titolo di Campione di Spagna ai catalani (+8 sui Colchoneros secondi); a questo punto l’attenzione dei blaugrana potrebbe concentrarsi sulla riconferma del titolo europeo conquistato la scorsa estate a Berlino. Come se viaggiasse con il pilota automatico, la formazione di Luis Enrique si fa forte di un trio di attaccanti senza eguali in Europa, mentre il pieno recupero di Busquets torna a rifornire il Barcellona della corsa e dei polmoni di uno dei protagonisti poco reclamizzati dei successi catalani di questi ultimi anni.
Nonostante la gara all’Emirates (dove è caduto anche il Bayern) possa nascondere delle insidie per il Barcellona, sui 180 minuti è difficile pensare ad esiti clamorosi: la retroguardia inglese rischia di patire le pene dell’inferno contro l’attacco atomico degli spagnoli, che a loro volta hanno però lasciato intravedere qualche piccolo scricchiolio nelle ultime uscite ufficiali. Incontratesi due volte nella fase ad eliminazione diretta nelle recenti edizioni della Champions, ad avere la meglio è stato due volte il Barcellona, e la sensazione è che la storia sia destinata a ripetersi. LE PERCENTUALI: Arsenal 30% – Barcellona 70%
di Michael D’Costa