Nichi Vendola e il fascismo della mercificazione della vita umana

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Che fine ha fatto il “compagno” dei diritti delle donne? Nichi Vendola diventa papà comprando in California l’utero di una donna e si trasforma in paladino del consumo

 Ve lo ricordate il compagno Nichi Vendola farsi strenuo difensore dei diritti delle donne? Ricordiamolo con alcune sue parole: “Scambiare soldi con diritti, ancora uno scivolamento, un abbassamento della soglia delle tutele, una involuzione del lavoro che torna ad essere nudo, pura merce, merce povera”. E ancora: “Forse c’è una violenza di genere depositata nel nostro inconscio, nella nostra memoria remota, forse dovremmo mettere a fuoco la natura del reato, e vedere lì dentro, in quel buio, in quella onnipotenza cieca di un maschio proprietario e assassino, un riverbero, un epifenomeno, un’immagine della nostra cultura generale, che proprio sul nodo vità-proprietà e sesso-denaro-potere costruisce stili di riproduzione sociale”.
Ve lo ricordate? Bene, che rimanga un ricordo perché dell’ex governatore della Puglia che si scaglia contro gli uomini che comprano il corpo delle donne per soddisfare i propri piaceri, non restano che parole e immagini sbiadite lontane nel tempo.

Il 27 febbraio Nichi Vendola è divenuto papà con la tecnica dell’utero in affitto. Il piccolo Tobia Antonio è nato in Canada e biologicamente è figlio di Eddy Testa e di una donna indonesiana che per soldi ha deciso di mettere alla luce un bimbo per la coppia Vendola-Testa.
E così Vendola papà diventa un caso. Ha fatto del suo sogno di genitorialità un manifesto politico proprio mentre sono in discussione i diritti delle unioni civili e in particolare delle coppie omo. Peccato però che questo manifesto contraddica con i principi che lui stesso ha sempre difeso, da buon compagno. Perché, al di là della gioia per una nuova vita venuta al mondo, sta di fatto che questo bambino è una merce e la donna che lo ha generato un mero corpo da sfruttare. Dove è finito il Vendola che si scaglia contro la mercificazione del corpo delle donne?

Lo chiamano diritto: sì un diritto che secondo il Corriere della Sera costa tra i 130 e i 170mila euro.

E anche se sul piano umano in teoria (ma non per la scrivente) la scelta di diventare papà tramite maternità surrogata non si potrebbe contestare (sebbene in Italia non sia pratica consentita dalla legge, ma si sa, nel tempo del “tutto è possibile”, si chiama libera scelta, no?), tuttavia per un personaggio pubblico come il fondatore di Sel che sulla coerenza tra vita e ideologia ha fondato la sua battaglia negli anni passati, la scelta è perlomeno attaccabile sul piano politico. Sembra cioè che il neo papà sia passato dalla lotta contro il capitale alla lotta per il capitale. Il “nodo vita-proprietà e sesso-denaro-potere costruisce stili di riproduzione sociale”, ipse dixit. Ma oggi quel manifesto politico non è più attuale: Vendola è a tutti gli effetti un nuovo uomo, un uomo che crede nel potere salvifico della merce e del consumo.

“Questo bambino è figlio di una bellissima storia d’amore, la donna che lo ha portato in grembo e la sua famiglia sono parte della nostra vita. Quelli che insultano e bestemmiano nei bassifondi della politica e dei social network mi ricordano quel verso che dice: “ognuno dal proprio cuor l’altro misura” (anche se capisco che citare Dante non faccia audience)”. No, Nichi, questo figlio è vita ridotta a merce.

E’, insomma, il trionfo del capitale sulla vita umana, dell’economia sulla dignità. È la manifestazione più emblematica e disonorevole del potere della società dei consumi sugli uomini, quello che il “profeta apocalittico” Pasolini identificava come il vero fascismo. Non ti sembra, allora, caro Nichi, di essere passato da “compagno” strenuo difensore dei diritti delle donne, a fascista paladino del consumo e della mercificazione della vita? 

(di Grazia Pia Attolini)

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