Nba. Steph Curry vs Michael Jordan
A causa della grande stagione di Golden State Warriors, molti si stanno chiedendo se questa sia la squadra più forte di ogni epoca.
Come spesso capita per avere una risposta quanto più oggettiva, saremo costretti ad affidarci ai freddi numeri e non alle tante emozioni, importantissime che nascono in chi segue questo amabile sport di partita in partita. Va posta infatti una doverosa premessa, sentimentalmente gli NBA fans che hanno memoria degli anni ’90 parteggeranno sicuramente per la squadra dell’Illinois, in fans più giovani non hanno metri di paragone con i Golden State Warriors invece e per loro sicuramente la squadra di Kerr sembrerà imbattibile. Poniamo quindi i numeri davanti a tutto il miglior record di sempre in stagione regolamentare è dei Chicago Bulls 72 vittorie e solo 10 sconfitte, fino a quest’anno eravamo convinti fosse un record ineguagliabile, nel momento in cui scriviamo i Golden State Warriors sono a 55 vittorie e solo 5 sconfitte, il 10%, una proiezione sulle 82 partite in stagione regolare lascia pensare che Curry e compagni possano superare questo record ed a quel punto i freddi numeri ci direbbero che questa è la squadra più forte di sempre.
I fans di vecchia data dovranno quindi accettare se ciò accadrà la superiorità di Golden State, come fecero i tifosi di Magic e Bird quando uscirono i Bulls di Jordan e prima di loro i supporter dei Celtics di Russell. Cosa successe dopo la stagioe regolamentare però? I Bulls eliminarono gli Heat 3-0 (serie al meglio delle 5), 4-1 i New York Knicks in semifinale di conference, 4-0 gli Orlando Magic per la supremazia ad East e 4-2 i Seattle Supersonic campioni della Westsern Conference, in una serie non memorabile come quelle del biennio successivo contro i Jazz. Al tempo quindi con 15 vittorie ai playoff eri campione NBA, oggi ai Warriors ne servirebbero 16, infatti anche il primo turno di post season è al meglio delle 7 gare, inoltre la Western Conference odierna sembrerebbe più competitiva della Eastern dell’epoca Jordan, arrivare con un record migliore in post season e vincere il titolo con meno di 3 sconfitte globali metterebbe davvero a tacere i critici di questa franchigia. Ad ogni modo anche il solo parlarne come squadra più forte di sempre può far capire che stia accadendo veramente qualcosa di raro. Passiamo ora ad i giocatori, inutile fare un confronto su tutta la rosa, più interessante fare un confronto tra i leader dei due tema, da una parte Steph Curry, dall’altra Michael Jordan.
Pro Curry – Analizziamo i punti a favore del nativo dell’Ohio, se lo scorso anno c’era qualche dubbio sul suo status di miglior giocatore al mondo, oggi questi non esistono più. Con Bryant ormai nell’anno dell’addio e Durant che mai si è affermato del tutto come uomo decisivo per vincere un titolo, l’unico in grado di tenere testa a Curry poteva essere LeBron James, ma lo stesso capitano dei Cleveland Cavaliers ha ammesso che quanto riesce a fare Curry non ha una spiegazione scientifica. Dello stesso parere i programmatori del gioco NBA 2K che hanno ammesso che i tiri che in campo mette con facilità (e soprattutto costanza) la guardia dei Warriors sarebbero considerati un bug nella realtà virtuale. Effettivamente i suoi avversari difensivamente sono impotenti ogni distanza di tiro per lui è accettabile e sembra ancora più motivato quando incontra i migliori difensori NBA. Sfogliamo qualche numero più tiri da tre segnati in una partita nella storia, il 27 febbraio contro gli Oklahoma City Thunder (sulla carta suoi competitor per la vittoria finale), più triple realizzate in stagione nella storia (siamo a 293 e ci sono ancora più di 20 partite da giocare), nell’area che va dai 9 metri alla metà campo Curry tira 17/25, il 68% tutti gli altri giocatori NBA sommati segnano il 19%. Dall’altro lato del campo la situazione non cambia 2.1 palle recuperate a partita, nei primi 3 della Lega ed i Warriors, con lui in campo, subiscono 9.2 punti in meno su 100 possessi rispetto a quando è in panchina. Inoltre secondo il PER (player efficancy rating) è a 33.1 contro i 31.7 della migliore stagione di Jordan. Anche in questo caso gli amanti di Curry inoltre possono già gioire del semplice paragone.
Pro Jordan – Partiamo con i numeri anche per il signore del parquet: la miglior media punti della storia calcolando tutta la carriera giocata (30.12 che salgono a 33.5 se contiamo solo i playoffs), ben 11 stagioni come miglior marcatore della lega, più punti nella storia dei playoffs in 1 partita singola 63 il 20 Aprile 1986 contro i Boston Celtics e giocatore che ha segnato più punti nei playoffs 5.987. Ma questo è solo il calcolo matematico, aggiungiamo per far comprendere a tutti la magia del numero 23 che lui ha vinto ben 3 campionati NBA consecutivi prima di ritirarsi un paio di anni per dedicarsi al baseball, per poi ritornare due anni dopo a giocare a basket e vincere nuovamente tre volte consecutivamente il titolo. Fuori dallo United Center è stata costruita una sua statua e non solo i Chicago Bulls hanno ritirato la sua maglietta numero 23, ma anche i Miami Heat per omaggiarlo nonostante lui non abbia mai giocato in quella franchigia. Le scarpe ai piedi di buona parte degli atleti NBA sono griffati con il suo nome ed in un epoca non ancora di grande espansione globale per la lega americana di basket il suo nome è entrato a forza e di diritto nella cultura pop mondiale anche grazie ad un film in cui recitava insieme ai personaggi dei cartoni animati Looney Tunes (Sace Jam). Indimenticabile inoltre, scusateci ma qui andiamo di pancia, la famosa flue game in cui nonostante la febbre alta scese in campo nella finale NBA contro gli Utah Jazz e guidò alla vittoria i Bulls.
Conclusioni – In conclusioni scegliere oggi sembra impossibile, ingiusto ed ingeneroso per entrambi. Michael Jordan ha vinto troppo per essere accomunato ad un giocatore che quest’anno lotta per il secondo titolo in carriera, i numeri dell’ex Bulls però sono ovviamente superiori a quelli di Curry che ha giocato meno anni nella lega, con molta costanza magari tra 15 anni scopriremo che alcuni dei record di Jordan sono stati spazzati via da Curry. La prova del 9 ce l’avrebbe data il parquet, sicuramente oggi il Warrior è immarcabile, ma chissà: contro Jordan avrebbe avuto vita così facile? Per ora non ci resta che goderci la stagione gloriosa di Golden State e scoprire fin dove si spingerà, ricordandoci sempre di un filo comune che avvicina i due: Steve Kerr, compagno di squadra per MJ e coach per Steph.
di Flavio Sarrocco
44 anni, tifoso di golden state da quando ne avevo 16/17, ho vissuto MJ nel vivo (immenso) e finalmente gioisco per la mia squadra che faceva i playoff un anno ogni sei, ma concordo in pieno con l’articolo, adesso Steph, imparagonabile con nessuno in questo campionato, ma troppo presto per poterlo paragonare con Jordan.
Il 23 è in panca ed il 30 in campo, un paragone totale si potrà fare solo a fine carriera di Curry, anche perchè di Curry si prendono le stats offensive, ma Jordan rientrava sempre nel quintetto offensivo e difensivo contemporaneamente, questo vuol dire avere un giocatore che fa effettivamente per due in tutta la partita, e per tutto il campionato.