Formula 1, Spagna: vince Verstappen, nasce la più luminosa stella dell’automobilismo

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Tutti sapevano che sarebbe accaduto, ma in pochi pensavano che avrebbe fatto così in fretta: Max Verstappen a soli 18 anni vince il suo primo gran premio di Formula 1 e lo fa da veterano, da pilota consumato, tenendo dietro leoni come Raikkonen, Vettel e Ricciardo, acciuffando una vittoria che, se non farà sciocchezze, sarà la prima di una lunga serie.

PREDESTINATO – Lo avevano dipinto, a soli 16 anni, come il Maradona della Formula 1, poi a 17 il debutto fra i grandi e la dimostrazione di essere un talento con spiccate doti e grande personalità e freddezza. Fra il gran premio di Russia e quello di Spagna, infine, la svolta con la retrocessione di Kvyat dalla Red Bull alla Toro Rosso e la promozione con percorso inverso di Verstappen che a Barcellona già in qualifica ha fatto la voce grossa conquistando il quarto posto in griglia, quindi la gara con il suicidio delle Mercedes al primo giro e il piccolo olandese (pilota più giovane a vincere un gran premio coi suoi soli 18 anni e 7 mesi) bravo a sfruttare la strategia della Red Bull superando il compagno di squadra Ricciardo e resistendo all’assalto di Raikkonen che ha provato in tutti i modi a sorpassare il ragazzino di 18 anni più giovane di lui, senza però riuscire a piazzare le gomme della sua Ferrati davanti a quelle della Red Bull numero 33, così Verstappen con lucidità e grinta si è portato a casa un successo che rimarrà nella storia e che consacra quello che verrà probabilmente ricordato come il pilota migliore di sempre della Formula 1, chissà con quali risultati, di sicuro insuperabile come talento.

FRATRICIDIO – Celebrato Max Verstappen, ecco le note dolenti: la Mercedes, dominatrice assoluta del campionato, perde entrambi i piloti al primo giro facendo imbufalire i vertici della scuderia di Stoccarda. Partito in pole position, Lewis Hamilton perde la prima posizione dopo nemmeno una curva a vantaggio di Rosberg che inizia ad involarsi verso la quinta vittoria su cinque gare del 2016, quando però l’inglese campione del mondo torna all’attacco del tedesco, va sull’erba, si trova la porta chiusa, slitta e coinvolge anche il compagno di squadra in un incidente che mette ko entrambe le frecce d’argento per l’ira di Lauda (che se la prende con Hamilton) e di Toto Wolff (più aziendalista nel definire il tutto una tragica fatalità). Rosberg resta così in testa al campionato, mentre Hamilton, all’ennesima sfortuna stagionale, viene addirittura scavalcato in classifica da Raikkonen e vede allontanarsi il terzo titolo mondiale consecutivo.

ROSSO SBIADITO – Dell’harakiri della Mercedes approfitta la Red Bull prima con Ricciardo (che ha poi chiuso quarto ad un soffio dal podio) e poi con Verstappen, mentre la Ferrari è apparsa leggermente sottotono, soprattutto perchè in una giornata in cui finalmente i tedeschi si tolgono dai piedi in partenza, non è la rossa a prendersi le luci della ribalta. Questo per una qualifica pessima (quinto e sesto posto) e per un pizzico di velocità in meno nell’ultima curva del circuito spagnolo in cui Verstappen riusciva a mantenere sempre quei 6-7 decimi di vantaggio su Raikkonen, impedendo il sorpasso del finlandese che rimanda ancora un successo che manca da 106 gare e dai lontani tempi della Lotus. Vettel, terzo, è stato invece penalizzato da una strategia cervellotica con doppia sosta in dieci giri e l’allontanamento dalla coppia di testa che seppur arrancando è riuscita a star davanti; il tedesco della Ferrari ha tenuto dietro Ricciardo fino alla fine quando l’australiano ha forato lasciando strada libera all’ex pilota della Red Bull. Ma tra la Ferrari e il mondiale mancano ancora diversi tasselli da aggiungere.

GLI ALTRI – A Barcellona i primi quattro l’hanno fatta da padroni tenendo tutti incollati alla televisione dall’inizio alla fine, dimenticando quasi che dietro c’erano altri sedici piloti a correre. Fra questi merita un caloroso applauso Carlos Sainz jr che con la Toro Rosso ha chiuso sesto davanti ai tifosi di casa, facendo meglio di un malinconico Kvyat che solamente all’ultimo giro ha agguantato un punticino abbastanza inutile che non permette di rinsaldare il morale del russo, quasi completamente a terra dopo la bocciatura della Red Bull nei suoi confronti. Si è ridimensionata, e molto, pure la Haas dopo l’exploit iniziale, con Grosjean ko e Gutierrez fuori dalla zona punti; meglio la McLaren con Button a punti ed Alonso sfortunatissimo e costretto al ritiro quando però era dentro i primi dieci. Giocano all’autoscontro pure le Sauber, per fortuna senza conseguenze se non le urla alla radio di Ericsson contro Nasr, anche se la scuderia svizzera resta molto in difficoltà, tecniche ed economiche.

RESOCONTO: 1. Verstappen (Red Bull); 2. Raikkonen (Ferrari); 3. Vettel (Ferrari); 4. Ricciardo (Red Bull); 5. Bottas (Williams); 6. Sainz (Toro Rosso); 7. Perez (Force India); 8. Massa (Williams); 9. Button (McLaren); 10. Kvyat (Toro Rosso).

CLASSIFICA: 1. Rosberg 100; 2. Raikkonen 61; 3. Hamilton 57.

di Marco Milan

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