Al ballottaggio di Milano, Renzi vince o perde le amministrative
Testa a testa al primo turno tra Sala e Parisi. Il centrodestra unito acompeterriva al ballottaggio con l’ex super commissario dell’Expo
Come già preannunciato dagli exit poll e dalle prime proiezioni, il nuovo sindaco di Milano verrà deciso al ballottaggio. I due candidati sono Beppe Sala, per il centrosinistra e Stefano Parisi per il centrodestra. Il primo è in lieve vantaggio, con il 41,59% dei voti, ma lo stacco è minimo: Parisi lo segue con il 40,90%. Ben lontani gli altri candidati, con Gianluca Corrado al 10,05% e Basilio Rizzo con il 3,45%.
È già partitala la caccia al voto dei grillini e dei radicali. Stefano Parisi, infatti, ha già lanciato un appello a entrambi: “Chiederò il voto a tutti coloro che vogliono cambiare Milano, anche al M5S. E agli elettori di Cappato dico di guardare al programma e alle cose da fare. Non ci sono più le barriere centrodestra-centrosinistra, quello che conta è la voglia di cambiare la città, i contenuti e non l’ideologia, specialmente nell’amministrazione locale”. L’ottimismo di Parisi è più che giustificato: partiva da una posizione svantaggiata rispetto a quella di Sala, e anche lo stacco minimo con il candidato del PD lascia ben sperare. Come ha dichiarato: “In quattro mesi abbiamo recuperato una situazione in cui sembrava che il centrosinistra avrebbe vinto al primo turno, mi sembra che ci sia una grande maggioranza di milanesi che ha votato per il cambiamento. Con 5 punti di differenza, il nostro è il miglior ballottaggio in Italia.”.
Beppe Sala ha invece aspettato il lunedì per rilasciare una dichiarazione, nel corso di una conferenza stampa convocata nella sede milanese del PD. “Il 42% è un ottimo risultato e c’è possibilità di recupero in vista dei ballottaggi: un auspicio per andare avanti con i prossimi 5 anni, che saranno cruciali perla nostra città”, ha detto Mr. Expò. Per quanto riguarda, invece, la possibilità di trovare un accordo con i 5 stelle, il candidato del centrosinistra ha dichiarato: “Faremo delle proposte politiche e discuteremo, non per chiedere loro i voti, ma per esprimere un progetto condiviso su alcuni temi, come la legalità, in cui le loro idee sono sicuramente simili alle nostre”. L’agenda è quindi chiara: recuperare i voti dispersi e convincere chi non è andato al voto.
Gli M5S, però, hanno deciso di non esprimere indicazioni di voto: «Non abbiamo mai dato indicazioni di voto e non lo faremo. Non consideriamo gli elettori come un gregge», ha dichiarato il senatore pentastellato Vito Crimi. Stessa posizione adottata dall’ex candidato Rizzo, che ha detto: «In caso di ballottaggio sarà ciascuno dei due candidati a doversi conquistare i voti di chi mi ha scelto al primo turno».. e aggiunge: «Una parte significativa dell’elettorato milanese non si è riconosciuta nelle candidature gemelle dei manager.”.
Una posizione che in parte potrebbe essere confermata dal netto calo dell’affluenza al 54,67%, in calo di 13 punti rispetto alle precedenti amministrative del 2011. Certamente una decrescita così netta è anche spiegabile con un solo giorno di voto e la concomitanza del ponte, ma Milano si posiziona comunque sotto la media nazionale. La maglia nera la merita il centro città, dove nel Municipo 1 ha votato solo un elettore su due. La speranza è che al ballottaggio almeno parte di questi 120 mila elettori dispersi vengano recuperati.