Formula 1, Azerbaigian: Rosberg domina, Vettel e Perez sul podio, Hamilton arranca
In Formula 1 torna il gran premio d’Europa e l’automibilsmo scopre ed accoglie per la prima volta il circuito di Baku in Azerbaigian dove Nico Rosberg ritrova il successo dopo le prime quattro vittorie stagionali e le difficoltà dell’ultimo periodo. Vince dominando il tedesco della Mercedes ed approfitta dei guai del compagno Lewis Hamilton che nella gara azera fatica a dismisura finendo giù anche dal podio.
IRRAGGIUNGIBILE – Fa storia a sè la corsa di Nico Rosberg, scattato dalla pole position, perfetto in partenza e mai più inquadrato dalla regia internazionale prima del trionfale arrivo sotto la bandiera a scacchi che consacra il pilota tedesco della Mercedes, giunto alla vittoria numero 19 della carriera, la quinta nel 2016, per una testa della classifica ora nuovamente solida nelle mani di un Rosberg apparso maturo e sicuro di sè, pronto per lottare fino alla fine e tentare di acciuffare il primo titolo della carriera a scapito del compagno di box Hamilton, ora a 24 punti di distanza nella graduatoria mondiale.
IELLA INFINITA – Continuano i problemi per Lewis Hamilton in questo 2016 davvero sfortunato per il tre volte campione del mondo. Dopo l’incidente del sabato che ha relegato l’inglese in quinta fila per colpe interamente sue, Hamilton ha vissuto una domenica sottotono, una domenica probabilmente frustrante con Rosberg che scappa via sia in Azerbaigian che in classifica. Per l’ex pilota della McLaren, il gran premio d’Europa è una rincorsa continua, un infinito vorrei ma non posso che porta la Mercedes numero 44 al quinto posto dietro Rosberg, Vettel, Perez e Raikkonen. La rimonta verso il quarto titolo mondiale si fa sempre più difficile in una stagione che pare stregata per il campione del mondo in carica.
ROSSO OPACO – La Ferrari continua a parlare di macchina competitiva, di divario con la Mercedes ridotto, di lotta al mondiale aperta, ma lo fa solo in inverno quando i circuiti sono chiusi e i motori spenti. Quando comincia il campionato, invece, la scuderia di Maranello si accontenta di inutili podi, inutili per chi punta a vincerlo il campionato e non solo a parteciparvi. Tante parole e pochi fatti, un film già visto in Ferrari e che continua ad andar di moda, Vettel o Alonso che sia, la musica non cambia. A Baku, il tedesco fa quello che può, anzi, forse fa anche di più guadagnandosi un bel secondo posto alle spalle dell’inarrivabile Rosberg, ma la distanza dal connazionale della Mercedes in classifica è di ben 45 punti; al di là delle stucchevoli lodi e giustificazioni che in Italia si sperticano per la scuderia emiliana, la realtà dice che tra la Ferrari e il titolo mondiale di strada da fare ce n’è tanta. Paradossalmente, in Azerbaigian è Raikkonen il migliore, anche se il finlandese commette l’errore di toccare la striscia bianca in uscita dai box ed è penalizzato di 5 secondi perdendo podio e secondo posto a vantaggio di Vettel e Perez; l’ordine di scuderia (altro triste ritornello sempre in vigore alla Ferrari) anticipa solamente un sorpasso che Vettel avrebbe comunque effettuato su un Raikkonen combattivo, grintoso ed arrabbiato come ai bei tempi, segno che quel rinnovo in vista per il 2017, il finnico se lo sta meritando, nonostante tutto.
FICO D’INDIA – Forse il miglior protagonista del gran premio d’Europa è Sergio Perez: il messicano della Force India è caldo fin dal sabato col secondo posto in griglia conquistato e poi sottratto dal regolamento per la sostituzione del cambio, terzo in gara dopo un appassionante duello con Hamilton, Raikkonen e Ricciardo, tenuti tutti dietro dal sudamericano che, dopo le bocciature subite dall’accademia piloti della Ferrari e soprattutto dalla McLaren, sta dimostrando una ritrovata maturità, affiancata a quel talento che però da solo in Formula 1 non basta per affermarsi. Perez ora è pilota solido, guida una vettura competitiva e veloce, magari non per vincere, ma certamente per esporre il messicano alla ribalta di uno sport che lo ha aspettato ed ora se lo gode.
TORI INCATENATI – In difficoltà in Azerbaigian c’è la Red Bull che in qualifica si era distinta col secondo posto di Ricciardo, poi sbiadito in gara da una macchina troppo in difficoltà con le gomme. L’australiano chiude settimo, dietro alla Williams di Bottas, la vettura più rapida in gara con una velocità di punta di 378 km orari, un numero storico che colloca la Formula 1 in una dimensione mai vista prima. Anche Verstappen arranca chiudendo all’ottavo posto e mostrando i soliti sorpassi scatenati, tutta esperienza incamerata dal piccolo olandese che, non appena guiderà una monoposto competitiva per 20 gran premi su 20, lotterà per il titolo con ottime probabilità di diventare campione del mondo. Per ora Max si accontenta dei picchi della Red Bull e di divertire il pubblico col suo talento, un giorno proverà a fare sul serio.
RESOCONTO: 1. Rosberg (Mercedes); 2. Vettel (Ferrari); 3. Perez (Force India); 4. Raikkonen (Ferrari); 5. Hamilton (Mercedes); 6. Bottas (Williams); 7. Ricciardo (Red Bull); 8. Verstappen (Red Bull); 9. Hulkenberg (Force India); 10. Massa (Williams).
CLASSIFICA: 1. Rosberg 141; 2. Hamilton 117; 3. Vettel 96.
di Marco Milan