Whatsapp, Facebook e la condivisione dei dati: tutte le novità
L’app di messaggistica aggiorna i termini e l’informativa sulla privacy, con l’obiettivo di trasferire alcune informazioni degli utenti al colosso social
Quando nel febbraio 2014 Facebook acquistò Whatsapp, Mark Zuckerberg ci tenne a precisare che le due applicazioni avrebbero continuato a mantenere identità e caratteristiche ben distinte. Tuttavia, si poteva immaginare con facilità che l’acquisizione del più diffuso sistema di messaggistica da parte del colosso social avrebbe comportato certamente delle variazioni nelle peculiarità dei servizi. Se finora tale eventualità sembrava non essersi verificata, risale a pochi giorni fa il comunicato di WhatsApp relativo all’aggiornamento dei termini e dell’informativa sulla privacy con il quale si inizia, in qualche modo, a sondare le possibilità di creare un terreno comune per le due applicazioni.
Cosa prevede tale aggiornamento? In sostanza, il passaggio di informazioni relative agli utenti da Whatsapp a Facebook. E’ necessario, a tal proposito, analizzare i dettagli dell’operazione per comprendere al meglio quali rischi e quali vantaggi comporta.
Innanzitutto, quali sono le informazioni che verranno condivise con Facebook (e con le altre società della sua rete, Instagram e Oculus)? Sull’avviso diffuso dal blog di whatsapp viene specificato che “una volta che avete accettato i nostri Termini e Informativa sulla privacy aggiornati, condivideremo alcune informazioni del tuo account con Facebook e il gruppo di aziende di Facebook, come il numero di telefono verificato al momento della registrazione con WhatsApp, così come l’ultima volta che hai utilizzato il nostro servizio”.
Numero di telefono e accesso al servizio: sono queste per il momento le informazioni che passeranno tra le due applicazioni senza il pericolo, ci tengono a specificare, che vengano rese pubbliche. Resta da capire il motivo di questo passaggio di dati che, a quanto pare, viaggia su un doppio binario. La comunicazione di alcune informazioni degli utenti WhatsApp sarà utile a Zuckerberg per profilare in modo ottimale la popolazione di Facebook: il social network potrà suggerire in modo più preciso gli amici da aggiungere alla rete di conoscenze, così da ampliare le interconnessioni. Non solo: il colosso da 1,7 miliardi potrebbe utilizzare tali dati per creare pubblicità con elevati livelli di personalizzazione, permettendo ai suoi iscritti di visualizzare inserzioni sempre più pertinenti a inclinazioni e interessi. Ma, se dal primo aspetto è impossibile fuggire, nel secondo caso si può scegliere di non aderire, deselezionando l’opzione “condividere le informazioni dell’account whatsapp con Facebook” al momento dell’adesione alle nuove disposizioni.
Finora sembrerebbe che sia il social creato da Zuckerberg l’unico beneficiario dell’aggiornamento in materia privacy. In realtà, con questa nuova prospettiva, WhatsApp vorrebbe intraprendere un percorso di miglioramento del servizio, esplorando modalità di comunicazione con le imprese che interessano gli utenti e continuando a tenere lontani messaggi pubblicitari e spam. Nei prossimi mesi verrà testata questa novità, che dovrebbe prevedere la creazione di chat ufficiali, utilizzate anche per inviare consigli sull’acquisto di prodotti o servizi selezionati n base alle preferenze dell’utente.
A parte queste prossime novità, i cambiamenti dei termini di contratto riguardano anche la cosiddetta crittografia end-to-end, il sistema che permette la visualizzazione dei messaggi esclusivamente al mittente e al ricevente interessati in una chat.
Alla luce dei recenti aggiornamenti, appare quantomeno bizzarra la scelta da parte di WhatsApp di dotare gli utenti di un meccanismo capace di proteggere la privacy delle conversazioni e, allo stesso tempo, di comunicare alcuni dati a padron Facebook. Se prima, infatti, l’applicazione poteva vantare un’indiscussa attenzione per la riservatezza, adesso questa convinzione comincia a vacillare. E’ necessario sottolineare, tuttavia, che un cambiamento di rotta nei termini di WhatsApp sembrava inevitabile, soprattutto in un’ottica di monetizzazione. L’app di messaggistica, infatti, ha abbandonato la linea di sottoscrizione dell’abbonamento annuale dopo l’acquisizione da parte di Facebook e, fino a questo momento, non aveva ancora presentato un piano in ottica guadagno.
Ecco, dunque, spiegata l’apertura alle imprese: con i consigli di acquisto di prodotti/servizi selezionati in base alle preferenze degli utenti, WhatsApp sperimenta una modalità pubblicitaria capace di generare introiti e, allo stesso tempo, lontana da banner pubblicitari e spam.
(di Giulia Cara)