Premio Campiello 2016: trionfa La prima verità di Simona Vinci

0 0
Read Time2 Minute, 49 Second

Un duello al femminile ha decretato la chiusura della 54esima edizione del Premio campiello, progetto targato Confindustria Veneto.

E’ stato un evento al femminile il Premio Campiello 2016, assegnato lo scorso 10 settembre. Sul gradino più alto del podio è salita Simona Vinci con 79 voti a favore (sui 280 espressi dalla giuria popolare) e il romanzo La prima verità, dedicato all’esplorazione della follia. Il secondo posto, invece, è andato a Le regole del fuoco di Elisabetta Rasy, opera ambientata durante la prima guerra mondiale, scenario tragico che fa da sfondo all’innamoramento tra due donne, due infermiere impegnate sul fronte.

Completa la “formazione rosa” Ludovica Medaglia, studentessa milanese di 17 anni, vincitrice del Campiello Giovani con il racconto Wanderer (Viandante), dal quale emerge la potenza della musica come strumento capace di rigenerare e donare nuova vita.

Nella cinquina finalista del Super Campiello, decretata dalla Giuria dei Letterati, presenti anche Andrea Tarabbia che, con Il giardino delle mosche, ha ricevuto 62 voti, Luca Doninelli con Le cose semplici (41 voti) e, infine, Alessandro Bertante con il romanzo Gli ultimi ragazzi del secolo (34 voti).

Accanto al Super Campiello e al Campiello Giovani, sono stati assegnati altri riconoscimenti durante la serata di premiazione al Gran Teatro la Fenice di Venezia. Tra questi, il premio della Fondazione Campiello alla carriera vinto dallo scrittore Ferdinando Camon e il nuovo Campiello Economia che, introdotto in questa edizione, è stato assegnato a Dario Di Vico, editorialista del «Corriere della Sera».

Il testo vincitore

Un libro in cui si incrociano molte storie e molti personaggi, tutti  legati dal fil rouge della follia. E’ questa l’essenza de La prima verità, romanzo vincitore del Premio Campiello 2016. Autrice di questo viaggio è Simona Vinci che, nell’emozione della vittoria, ha affermato: ““Ho lottato molto per questo libro, sono davvero felice”.

Fonte immagine: amazon.it
Fonte immagine: amazon.it

Dopotutto, La prima verità è un’opera che racchiude in sé un aspetto intimistico, personale, legato alle vicende di vita della stessa autrice. Dietro le storie dei matti – dimenticati di Leros, l’isola-manicomio dove a suo tempo un regime dittatoriale aveva deportato gli oppositori politici della Grecia, facendoli convivere con i malati di mentali, esistono richiami, suggestioni agli episodi di vita della Vinci, al suo rapporto con il dolore e, soprattutto, con la malattia della madre: «Come sempre l’io che parla è un io letterario. C’è qualcosa di noi, c’è qualcosa di più, qualcosa di diverso e molto manca», così l’autrice ha sottolineato la presenza di sua madre all’interno dell’opera.

Accanto alla sfera personale, ne La prima verità è possibile rintracciare le caratteristiche del reportage nel lavoro di ricerca su Leros, quelle della poesia delineate nel personaggio di Stefanos, e tratti di ghost story nei riferimenti ai fantasmi della mente, che affollavano le stanza della casa di infanzia dell’autrice, come lei stessa racconta.

Un romanzo impossibile da cristallizzare in una categoria definita perché abbraccia trasversalmente diversi ambiti e generi. Un’opera che si potrebbe definire “corale”, con un uso poco appropriato ma metaforico del termine. Un libro che, proprio per le sue caratteristiche, ha incarnato perfettamente l’essenza del Premio Campiello, sintetizzata da Roberto Zuccato, presidente della Fondazione Campiello e di Confindustria Veneto:«Il nostro è un Premio letterario ma soprattutto un progetto culturale».

(di Giulia Cara)

Fonte immagine: booksblog.it

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleppy
Sleppy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *