Ara Pacis: indietro nel tempo con “L’Ara com’era”
Presentata l’iniziativa che restituisce agli spettatori la bellezza autentica dell’ Ara Pacis di Roma, grazie all’utilizzo della realtà aumentata
Scoprire l’Ara Pacis nella sua bellezza originaria ora si può. Lo scorso 10 ottobre è stato infatti presentato L’Ara com’era, il progetto promosso da Roma Capitale, organizzato da Zetema e realizzato dalla ETT Spa, che per tre anni permetterà agli spettatori di viaggiare nella Roma augustea grazie all’utilizzo della realtà aumentata applicata al celebre monumento.
Un connubio tra cultura e tecnologia che, dopo esperienze positive quali i Fori di Augusto e Cesare, viene replicato nell’Ara Pacis, l’altare voluto dall’imperatore Augusto nel 9 a.C. per celebrare la Pace nella sua accezione di divinità.
Grazie ai visori AR (augmented reality), completi di fotocamera e auricolari, i visitatori possono rivivere il monumento nella sua autenticità. Puntando i visori sui nove punti di interesse del percorso (Point of Interest – Poi), infatti, è possibile compiere un viaggio virtuale nell’antica Ara Pacis, accompagnati dalle voci di Luca Ward e di Manuela Mandracchia. La struttura originaria, gli autentici colori, i particolari di frontoni ed effigi resi poco visibili dal tempo, tornano alla luce nella loro magnificenza in un percorso che, partendo dal plastico del Campo Marzio Settentrionale, permette di osservare le trasformazioni avvenute nel corso dei secoli, dalla costruzione fino alla totale scomparsa sotto gli strati degli edifici della Roma medievale e rinascimentale.
Un progetto che intende mutare il paradigma della visita guidata, trasformando lo spettatore da passivo fruitore a protagonista di un’esperienza multisensoriale che prevede l’avvicinamento ad un monumento simbolo della romanità attraverso la riproduzione di un percorso storico. L’Ara Pacis torna infatti a vivere nel suo contesto originario: ai visitatori viene proposta una spiegazione completa ed esaustiva dell’opera, perché inserita nello scenario in cui è nata, quello della Roma augustea, con le sue usanze, tradizioni, le sue caratteristiche peculiari, i suoi conflitti e le sue criticità.
Plastici e modelli prendono vita grazie all’utilizzo della tecnologia che, coinvolgendo pienamente lo spettatore, riesce a restituire uno spaccato realistico dell’epoca, attraverso la riproposizione di suoni, voci e colori. Al termine del percorso prende vita il corteo imperiale, che culmina con l’apparizione di Augusto e della sua famiglia, contornati da augures, littori e sacerdoti.
Il progetto L’Ara com’era intende raggiungere due obiettivi. Il primo è trasformare le modalità di apprendimento della storia e delle opere artistiche relative alle varie epoche, per poterne scoprire non soltanto le caratteristiche tecniche e gli aspetti didascalici, ma soprattutto gli aspetti umani che si celano dietro ogni traccia del passato. Come ha affermato Luca Bergamo (assessore alla Crescita Culturale di Roma Capitale), durante la presentazione dell’iniziativa: «Dietro questo progetto c’è il ripensamento del rapporto fa gli oggetti dei musei e chi ne fruisce, mettendo al centro la qualità dell’esperienza che una persona fa. Questo modo di conoscere la storia di un monumento è uno strumento importante anche per parlarne con gli altri: in questa iniziativa c’è un rapporto con la storia non solo per quel che riguarda l’apprendimento ma anche per la riscoperta delle relazioni sociali. Se non si hanno strumenti si finisce per vedere gli oggetti; se invece si capiscono, si costruiscono relazioni con gli altri».
La seconda sfida riguarda la possibilità di creare un meccanismo virtuoso capace di muovere l’economia della cultura a costi zero per Roma Capitale, grazie agli incassi che si prevedono da qui ai prossimi tre anni. Albino Ruberti, presidente di Zetema, ha dichiarato a tal proposito: «Il progetto vuole essere a costo zero per Roma Capitale, quindi con una capacità di auto finanziamento. È stato previsto un investimento iniziale di 250mila euro per l’intervento strutturale che dovrà essere ammortizzato nel triennio. A questo si aggiungono i costi di gestione di circa 240mila euro l’anno. Le spese dovranno essere coperte dai visitatori: 300 a sera per 240 serate. Il pareggio sull’investimento sostenuto si avrà con almeno il 60% della capienza dei visitatori ovvero 75mila posti a disposizione per un anno pieno. Un progetto credibile, sostenibile che potrà finanziare altri progetti come è accaduto già per i Fori Imperiali».
Le esperienze positive dei Fori sono la testimonianza della possibilità di sviluppare progetti culturali sostenibili, capaci di attrarre visitatori da tutto il mondo. Progetti in grado, in altre parole, di trasformare il patrimonio artistico e culturale dell’Italia in una leva economica centrale per il sistema paese. La volontà di scommettere su questa tipologia di interventi c’è e il progetto L’Ara com’era ne è la dimostrazione più tangibile.
Qui le informazioni utili per le visite all’Ara Pacis
Fonte immagine: culturiamo.com
(di Giulia Cara)