Software e web company: le Big 23 della nuova rivoluzione industriale
Il nuovo rapporto di R&S Madiobanca racconta i top player mondiali di software e web companies
Nonostante i sette anni di grande crisi, c’è un settore economico che continua a crescere: quello dei software e web company globali. Sono le big 23 oggetto del nuovo studio di R&S Mediobanca. In sette anni hanno conservato una redditività elevata, favorite anche grazie a un carico fiscale inferiore alle global company del settore manifatturiero: il 23% rispetto al 30%. Con un roe del 16.9% e un numero complessivo di impiegati che nel mondo supera il milione di addetti, le web company sono il settore del futuro. Ovviamente non è tutto rosa e fiori: la redditività per quanto elevata risulta leggermente in flessione negli ultimi sei anni. Anche gli investimenti sono maggiormente finanziari che fisici, data anche la natura dei servizi e dei prodotti che offrono.
La composizione dei servizi offerti è varia: intrattenimento, retail, software per aziende e privati, servizi internet.
La nazionalità di ben 12 di queste aziende è statunitense, ma iniziano a farsi strada anche quelle cinesi. Un mercato che fiorisce, grazie anche alle pesanti limitazioni che il governo di Pechino impone ai player stranieri. In questo modo è stata favorita la crescita di company che possono sfruttare non solo il bacino di utenze sempre in crescita della Cina, ma potenzialmente anche estendersi al resto del mondo. In lista, quindi, troviamo Alibaba e Jd, le Amazon cinesi, nonché Baidu, il motore di ricerca cinese. Immancabile anche Tencent Holdings, non solo campione dell’e-commerce, ma che all’interno della sua holding ha anche Wechat, sistema di messaggistica, che come diffusione supera anche Whatsapp.
Tra le 12 americane non potevano mancare Facebook e Google, con tutte le realtà che hanno acquisito negli ultimi anni e che le compongono. Presenti anche Microsoft e Netflix, che proprio nel 2016 ha fatto il salto ed è diventata globale. Immancabile Priceline, con al suo interno Booking e RentalCar, player fondamentale del turismo globale.
Le borse mondiali le premiano: la più capitalizzata a Wall Street è Google (483 miliardi di dollari), seguita da Microsoft (399,4 miliardi). Solo terza Amazon, che risulta comunque la prima della lista per fatturato, con 98,3 miliardi.
Due le grandi assenti: Apple e Samsung. La big di Cupertino non è stata inserita in lista perchè solo il 10% dei suoi ricavi annui è derivante dalla vendita di software, mentre il restante 90% dei 214 miliardi di fatturato sono ascrivibili al manifatturiero. Per quanto riguarda il colosso coreano, invece, il suo mancato inserimento nella lista è dovuto al non dichiarare il fatturato sui prodotti fisici, che hanno un portafoglio ben più ampio della storica rivale statunitense.
In futuro la lista è destinata a modificarsi ulteriormente: in un’economia sempre più digital e disruptive possono entrare in gioco sempre nuovi attori, specialmente in mercati blue ocean, non ancora esplorati.
(di Francesca Parlati)