Referendum, la lettera di Renzi agli italiani all’estero e le polemiche politiche
Il 4 dicembre è sempre più vicino e le polemiche si fanno sempre più aspre: questa volta sotto accusa le missive che il Premier Renzi ha inviato agli italiani residenti all’estero
“Man mano che emergono i particolari e i contorni, la lettera inviata da Renzi agli elettori italiani all’estero pone problemi seri e preoccupanti. Il ricorso alla Magistratura in tutte le sedi possibili è a questo punto inevitabile per cercare di ottenere giustizia e il ripristino della parità di condizioni in campagna elettorale”.
Queste le parole del vice presidente del Comitato per il No, Alfiero Grandi che solleva ulteriori dubbi gettando un’ombra sulle modalità di realizzazione di questi invii: “Stampare e inviare 4 milioni di lettere all’estero ha un costo rilevante: ci sono state entrate impreviste? O è intervenuto l’aiuto disinvolto di una qualche struttura pubblica?”. “Il ricorso alla Magistratura in tutte le sedi possibili – termina Grandi – è a questo punto inevitabile per cercare di ottenere giustizia e il ripristino della parità di condizioni per il sì e per il no in campagna elettorale”.
Anche il segretario della Lega Nord Matteo Salvini dal palco della manifestazione del Carroccio a Firenze per il NO al referendum esprime il suo dissenso: “Presenteremo denuncia nei confronti di Renzi perché comprarsi gli indirizzi di 4 milioni di italiani all’estero per mandargli una letterina è un reato penale di cui dovrà rispondere davanti a qualche giudice. Vediamo se in un qualche tribunale c’è un giudice che ne ha voglia”.
Scende in difesa Angelino Alfano che da Pescara, impegnato in un incontro con il comitato promotore del Si è intervenuto sulla vicenda: “E’ un’iniziativa assolutamente normale che ha tutta l’istituzionalità che giustifica l’intervento di un Presidente del Consiglio che promuove il voto. Suscita uno scandalo giusto perché, a volte, la patina di ipocrisia è troppo spessa. C’è troppa ipocrisia“.
Ma Alfiero Grandi rincara: “Il Ministro degli Interni dovrà spiegare perché ha usato due pesi e due misure”, ricordando che il Comitato popolari per il No presieduto dall’on. Gargani aveva chiesto gli elenchi degli elettori italiani all’estero ricevendo esclusivamente i nomi senza indirizzi e/o mail: “Per questo il nostro Comitato per il No aveva deciso di non procedere con analoga richiesta. Ora scopriamo che il Presidente del Consiglio attraverso il Comitato per il Sì ha ottenuto quello che al fronte del No è stato negato avendo così la possibilità di inviare la sua lettera-spot che fa esplicita propaganda per il Sì”. “Qui c’è un problema serio” continua Grandi “andrà accertato se questo non configura più reati concorrenti tanto più gravi perché avvenuti in campagna elettorale”.
Dall’ufficio stampa del Viminale intanto arriva una nota che precisa la non disponibilità da parte del Ministero né di mail né di contatti telefonici degli elettori all’estero: “Sono stati regolarmente consegnati, su cd, a tutti i richiedenti, gli unici dati sugli italiani all’estero di cui è in possesso il Ministero dell’Interno e cioè: nome e cognome, data e luogo di nascita, indirizzo estero di residenza dell’elettore e sede diplomatica di competenza”.
(di Azzurra Petrungaro)