“Delinquenza giornalistica”, l’accusa di Vincenzo De Luca e l’attacco a Rosy Bindi
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha minacciato di querelare il giornalista Pietro Suber. Risentimento per la Bindi: “Un’infame”.
Dal rispetto della deontologia alla polemica il passo è breve: per due giorni una bufera ha soffiato a causa di una frase del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, sulla presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Rosy Bindi. Frase contenuta in un video trasmesso a “Matrix”, in onda il mercoledì su Canale 5: “Quello che fece la Bindi è stata una cosa infame, da ucciderla. Ci abbiamo rimesso l’1,5%, il 2% di voti”. Le parole di De Luca conservano ancora risentimento per la vicenda che risale alle elezioni regionali del 2015, quando la presidente della Commissione Antimafia lo aveva inserito nella lista dei “candidati impresentabili”. Parole taglienti che hanno diviso il mondo della politica – per gran parte a sostegno della Bindi – e che hanno indotto lo stesso governatore a parlare di “un ennesimo atto di delinquenza giornalista”. Accusa dalla quale il giornalista in questione, Pietro Suber, si è difeso affermando che si è trattato di una sorta di “fuori onda”.
Ha dichiarato De Luca: “Al termine della stessa intervista, il giornalista ha tirato fuori il suo tablet chiedendomi, mentre gli operatori smontavano i cavalletti delle telecamere, se poteva mostrarmi quanto aveva affermato in una precedente trasmissione l’ospite Vittorio Sgarbi sull’onorevole Bindi. Abbiamo parlato di Sgarbi, e commentato insieme, sorridendo e facendo battute, quel video che non conoscevo”.
Ma De Luca arriva ai ferri corti e in una sua nota si legge: “Verificheremo con l’ufficio legale se ci sono gli estremi della querela a fronte di una evidente violazione della privacy e violenza privata esercitata. Un ennesimo episodio di scorrettezza professionale e di inciviltà. Per il resto, la vicenda, grave, di un anno fa è chiusa. Non c’era e non c’è alcun problema con l’onorevole Bindi, nei cui confronti, al di là di ogni differenza politica, riconfermo il mio rispetto oltre ogni volgare strumentalizzazione”. Reazione considerata “inaccettabile” dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana. Non si fa attendere la risposta della Bindi che dal canto suo in un tweet ha ringraziato i diversi schieramenti politici per tutti per la solidarietà mostrata.
La vicenda risale alle scorse elezioni regionali, appunto, quando De Luca era imputato nel processo legato alla vicenda Sea Park. Nonostante nelle urne abbia vinto e sia poi stato assolto (lo scorso 29 settembre), per il presidente quelle operazioni furono “atti di delinquenza politica” mirati a danneggiare il partito. E il suo nome inserito nella black list pre-elettorale ha fatto da detonatore per la querela nei confronti della Bondi, poi archiviata a gennaio.
(di Anna Piscopo)