Referendum, cosa succede dopo la vittoria del No e le dimissioni di Renzi
Renxit? Con il 59,5% dei voti contro il 40,4%, vince il No al referendum costituzionale. Scenari: polemiche e commenti. Quale il futuro immediato del Paese?
Referedum Costituzionale bocciato dagli italiani. Il voto del 4 dicembre, che evidentemente si configurava anche come un voto politico, apre nuovi scenari: quali?
Lunedì 5 dicembre Matteo Renzi ha riunito per l’ultima volta il Consiglio dei Ministri, recandosi poi al Quirinale per formalizzare le dimissioni da Primo Ministro.
Renxit? Non nell’immediato. Come da consuetudine, il presidente della Repubblica ha proposto a Renzi di restare in carica da dimissionario al fine di occuparsi degli “affari correnti” fino all’insediamento di un nuovo governo.
Verso un nuovo governo?
Successivamente il presidente darà il via alle consultazioni per comprendere se in Parlamento sia o meno presente una maggioranza di Deputati e Senatori interessata a sostenere un nuovo governo, ed eventualmente chi possa guidarlo. Mattarella proseguirà con incontri nei quali si consulterà faccia a faccia con i leader di partito e i capi dei gruppi parlamentari, per poi decidere.
Se si paleserà una maggioranza parlamentare con l’intenzione di formare il nuovo governo, a qualcuno interno a questa parte maggioritaria sarà affidato tale incarico, o saranno sciolte le Camere, ponendo fine all’attuale legislatura e si indiranno elezioni anticipate.
Da non dimenticare che il Partito Democratico detiene ancora la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera e al Senato, insieme ad Area Popolare: spetterà dunque a queste parti decidere se sostenere o meno la formazione di un altro governo.
Nel caso in cui l’opzione di un esecutivo di nuova formazione dovesse presentarsi, alla guida potrebbe esserci un tecnico come Pier Carlo Padoan, attuale Ministro dell’Economia ma anche un politico, tra i nomi più frequenti quelli di Dario Franceschini e Graziano Delrio. Compito dell’eventuale amministrazione potrebbe essere un pieno mandato dal Parlamento oppure il solo compito di guidare la scrittura di una nuova legge elettorale prima di andare alle elezioni anticipate.
Il panorama prossimo futuro è ancora fumoso, maggiori chiarimenti arriveranno per certo dalla riunione della direzione nazionale del Partito Democratico.
Le conseguenze sull’economia
Per quanto riguarda l’economia, un argomento di fondamentale importanza è la legge di bilancio, approvata dalla Camera e pronta a passare in seconda lettura al Senato. Non sussiste la necessità di un governo in carica con pieni poteri per procedere all’approvazione della legge, tuttavia i precedenti storici più vicini, come il governo Berlusconi del 2011 o quello Monti del 2012, hanno atteso la fine dell’iter legislativo della manovra finanziaria prima di rassegnare le proprie dimissioni al presidente della Repubblica.
Investitori stranieri e stampa mondiale temono anche per la sorte di ben otto banche italiane, che versano in situazioni critiche.
Al di là di ogni eventuale scenario che si aprirà a breve, nel prossimo periodo è facilmente prevedibile una perdita dell’euro rispetto al dollaro e che lo spread tra i titoli di stato italiani e i bund decennali tedeschi continui a rialzarsi, come non ha mai smesso di fare negli ultimi giorni e nelle settimane precedenti, per lo Stato italiano perciò, il costo del prestito dei soldi sarà destinato ad aumentare.
(di Azzurra Petrungaro)