Bari, presentato Il decalogo del buon comunicatore secondo Francesco
Dieci buone regole che, secondo il giornalista Alessandro Gisotti, il Papa ci dà per una comunicazione che crei ponti e non muri, non distruzioni ma relazioni
Ti mando un whatsapp, ti scrivo un sms, ti lascio un messaggio vocale. Ai tempi della comunicazione di massa e in tempo reale, in cui gli strumenti a nostra disposizione a volte superano i contenuti, parlare di ponti e di relazioni suona un po’ come un eufemismo. Eppure nella nostra società “liquida” – per usare una celebre espressione coniata dal sociologo Bauman da poco scomparso – parlare di buone regole per comunicare può segnare un momento importante nella riflessione di giornalisti, operatori della comunicazione e non solo.
“Il decalogo del buon comunicatore secondo Francesco”, il nuovo libro di Alessandro Gisotti, giornalista di Radio Vaticana, presentato a Bari domenica 29 gennaio, non è rivolto soltanto agli addetti ai lavori. Il fotoracconto contiene dieci buone regole che, secondo Gisotti, il Papa ci dà per una comunicazione che crei ponti e non muri, non distruzioni ma relazioni. Insieme all’autore ha dialogato Maria Luisa Sgobba, giornalista Mediaset e presidente dell’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana) per la Puglia.
Edito da Elledici e con la prefazione del cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila e presidente di Caritas Internationalis, il decalogo si presenta come una sorta di “codice delle mente e del cuore” per chi vuole “riappropriarsi del senso vero della comunicazione”, afferma il giornalista. Un richiamo al dialogo autentico e all’ascolto, possibili attraverso l’incontro con l’altro.
Da Borges a Manzoni, da Shakespeare a Shimon Peres: Gisotti nel suo libro declina frasi ed eventi associandoli ai gesti che Papa Bergoglio compie comunicando. Perché si comunica anche e soprattutto attraverso i gesti e Francesco definisce il potere della comunicazione come il potere della prossimità. Non a caso McLuhan diceva: “Il mezzo è il messaggio”. Ecco che il pontificato di Bergoglio si configura come un cambiamento di linguaggio per il quale non è necessario essere “strateghi” della comunicazione.
“L’amore è per sua natura comunicazione”, afferma Gisotti riprendendo Papa Francesco. In una società sempre più “social”, dove un po’ tutti ci sentiamo comunicatori, quello che dovremmo chiederci è: “Stiamo davvero comunicando, o stiamo soltanto scambiando informazioni?”
La sfida è qui e ora: avere più cura del linguaggio e aumentare il senso di responsabilità affinché siamo co-autori di una comunicazione libera e autentica.
(di Anna PIscopo)