La Capitale invasa da manifesti contro il Papa. Intervista al vaticanista Francesco Antonio Grana
Bergoglio, comunicatore carismatico non sempre apprezzato. Insulti subito rimossi ma la polizia apre un’indagine sugli autori dei manifesti abusivi
“A Francè, hai commissariato Congregazioni, rimosso sacerdoti, decapitato l’Ordine di Malta e i Francescani dell’Immacolata, ignorato Cardinali… ma n’do sta la tua misericordia?”
Sabato 4 febbraio i romani al loro risveglio hanno trovato i muri con manifesti che riportavano scritte del genere contro l’operato di Papa Francesco. Un linguaggio forte quello utilizzato per ridicolizzare il suo rapporto con i fedeli e con coloro ai quali si rivolge in quanto comunicatore carismatico, dote spesso riconosciuta a Bergoglio. Ma a quanto pare non da tutti. A parlare non sono soltanto le parole scritte e affisse abusivamente sui muri della Capitale, ma anche le immagini che le accompagnano. Quelle di un Papa cupo, distante, “musone” potremmo dire. Uno specchio deformato e deformante della realtà. Un colpo basso all’indomani del Giubileo Straordinario nel quale si è tanto parlato di misericordia.
E se da una parte secondo alcuni sbaglia chi, all’interno del Vaticano tende a minimizzare sull’accaduto, dall’altra questo episodio si inserisce in un clima di pieno riformismo della Chiesa cattolica. Duro il commento del vaticanista e direttore de Il Faro di Roma, Francesco Antonio Grana, che abbiamo raggiunto telefonicamente.
Direttore, da vaticanista come commenta questa vicenda?
Deve essere subito chiaro che questa operazione è fatta da un cretino. Non possiamo pensare che ci sia dietro una regia di chissà quali cospiratori. Ci sono in effetti cardinali che si oppongono al Papa, molti lo fanno segretamente, altri ci mettono la firma. Ultimo caso è quello del cardinale di Bologna, Carlo Cafarra, e prima di lui il cardinale Raymond L. Burke che si sono esposti apertamente contro il pontificato di Francesco.
Questa dispendiosa iniziativa, realizzata in tempi record perché i manifesti sono stati affissi in una sola notte, è opera di un cretino. Si tratta di un gesto stupido e sterile che non può essere assolutamente rubricato come un atto carnevalesco.
Un Papa amato e odiato allo stesso tempo: forse questo gesto mostra che ci sono voci contrarie a Francesco che vengono “soffocate”.
Credo che le potenzialità di Francesco abbiano raggiunto tutti, dandogli così una popolarità mondiale: è stato il primo Papa a parlare al Congresso americano, ad accogliere i profughi tanto da ricevere il premio Carlo Magno lo scorso anno. Insomma è un pontefice dalla statura mondiale unica che al di là della professione religiosa riesce a unire diversi credo oltre i confini geografici; basti pensare al viaggio in Svezia in occasione dei 500 anni dalla Riforma luterana o ai viaggi a Lesbo e a Lampedusa. Lui è riuscito a riportare la voce della Chiesa cattolica nel mondo.
Una cosa è l’opposizione di quattro cardinali, altra cosa è il cretino che mette manifesti per Roma. Il rischio è di identificare questo gesto con l’opposizione al Papa. Fanno decisamente più male le parole del cardinale Cafarra che qualche settimana in una lunga intervista al Foglio ha dichiarato che “solo un cieco piò negare che nella chiesa ci sia grande confusione”.
Cosa pensa della “decapitazione” di Bergoglio all’Ordine dei Cavalieri di Malta?
In realtà sono stati i vertici dell’Ordine ad abusare del nome del Papa dicendo che lui avrebbe voluto la “defenestrazione” del Gran cancelliere, Albrecht Boeselager, cosa non vera.
Cosa è accaduto invece?
L’Ordine si era rifiutato di collaborare con una commissione d’inchiesta inviata dal Vaticano per far luce sull’allontanamento del Gran Cancelliere, legato a una missione non autorizzata in Birmania in cui si distribuivano dei preservativi, quando Boeselager era responsabile delle missioni all’estero. Il cardinale Burke, in seguito al rifiuto di defenestrazione da parte del Papa, ha quasi “indotto” il Gran cancelliere alle dimissioni.
Pertanto Francesco è stato strumentalizzato per una “defenestrazione” interna. A quel punto ha reagito reintegrando il Gran Cancelliere e defenestrando lo stesso Gran Maestro dell’Ordine di Malta, Fra Matthew Festing. Dopo Pasqua sarà eletto un nuovo Gran Maestro.
Chi informa e magari “forma” l’opinione pubblica non rischia di essere fazioso?
L’informazione dovrebbe essere più fedele possibile alla realtà, ma la colpa non è dei giornalisti. Per esempio quando Benedetto XVI lasciò il pontificato si parlò di “Concilio dei media” contrapposto al “Concilio reale” e ricordo che un bravo vaticanista commentò l’accaduto. Non bisogna scaricare la colpa sui giornalisti, i quali come tutti i lavoratori devono pur mangiare!
(di Anna Piscopo)