Verso il congresso Pd: candidati e schieramenti
In uno scenario costellato da “mine vaganti”, prevedibili scissioni e nuovi partiti, il 30 aprile si voterà il nuovo segretario nazionale Pd
Tra minacce di scissione e tentativi di dialogo, la lunga traversata del Partito democratico ha portato a una conclusione, almeno così sembrerebbe: il 30 aprile si svolgeranno le primarie e il 7 maggio l’eventuale ballottaggio o l’assemblea nazionale per la proclamazione del nuovo segretario del partito. Il verdetto è stato espresso dalla Commissione Pd che, dopo una mediazione più o meno forzata tra i rappresentanti dei candidati, il segretario uscente ed ex premier Matteo Renzi, il governatore pugliese Michele Emiliano, il ministro della Giustizia Andrea Orlando e la torinese Carlotta Salerno, ha approvato la proposta con 104 voti favorevoli, 3 contrari e 2 astenuti.
E alla fine della fiera, dopo i tentativi di mediazione delle ultime settimane, la “galassia” del Pd ne è uscita divisa e la corsa alla segreteria nazionale del partito ufficialmente aperta: da una parte Renzi che – nonostante la disfatta del referendum dello scorso dicembre e la promessa di allontanamento dalla politica in caso di sconfitta – mira a riconfermarsi segretario nazionale; con lui il sostegno della minoranza dem di Dario Franceschini, oltre quello di Toscana, Emilia Romagna e Lombardia con Beppe Sala tra i principali “renziani”.
Al polo opposto, tra i papabili leader c’è Roberto Speranza, che insieme a Enrico Rossi e gli ex Pd con Scotto e gli “scissionisti” di Sel ha dato origine a un nuovo partito: Articolo 1 – Movimento dei democratici e progressisti. Da Pd a Dp hanno ironizzato alcuni, chiedendosi come possa esistere una “sinistra ancora più a sinistra”. Ma questa è la realtà e la nuova formazione ha il supporto dell’Area riformista di Guglielmo Epifani e di Pier Luigi Bersani, la cosiddetta ditta Bersani-D’Alema, anche se con un appoggio in meno: il presidente della commissione bilancio Francesco Boccia preferisce infatti lavorare per la candidatura del governatore pugliese Michele Emiliano, storico antagonista dell’ex presidente del Consiglio. L’ex magistrato è considerato l’unico in grado di riaprire i giochi nel Pd e fronteggiare Renzi per la leadership: “Tutti possono votare nel Pd anche chi non è tesserato” dichiara Emiliano, “se qualcuno vuole togliersi Emiliano dai piedi può votare Renzi. Se qualcuno vuole togliersi dai piedi Renzi, però, può votare Emiliano”. L’invito del presidente della Puglia suona più come una sfida.
Inoltre, le candidature a segretario nazionale dovranno essere presentate entro le 18 di lunedì 6 marzo; potranno votare “quanti si dichiareranno, all’atto della partecipazione alle primarie, elettori del Pd e potranno esercitare il diritto di voto versando 2 euro”. Le liste per le primarie andranno presentate entro il 10 aprile. A ogni candidatura potranno essere presentate una o più liste collegate.
Infine, sui motivi della scissione all’interno del Pd, Renzi attacca D’Alema durante la trasmissione di domenica 26 febbraio, “Che tempo che fa”, condotta da Fabio Fazio: “Era tutto scritto, ideato e prodotto da Massimo D’Alema. Io mi sono dimesso perché era giusto, per poter scegliere il nuovo leader. E loro se ne sono andati lo stesso. Mi si può chiedere di dimettermi, non di non ricandidarmi. Di rinunciare al mio sogno”.
(di Anna Piscopo)