Brexit. Al via la procedura per l’uscita di Londra dall’Unione Europea

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Brexit. Attivato l’articolo 50 del Trattato di lisbona: molte le questioni sul tavolo dei negoziati

Nel referendum del 23 giugno 2016 il 51,9% dei britannici si è espresso a favore della Brexit. Nove mesi più tardi, il 29 marzo, è stata recapitata al Consiglio Europeo la lettera del primo ministro del Regno Unito, Theresa May, con cui si notifica l’intenzione di uscire dall’UE. Tale notifica segna l’inizio della procedura di recesso ai sensi dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona e prepara la strada a due anni di negoziati per giungere a un accordo sulle modalità della separazione.

“Avvieremo i negoziati concentrandoci sulle modalità essenziali per un recesso ordinato”, ha dichiarato il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, nel ricevere la missiva.
L’accordo riguarderà temi quali ad esempio i diritti dei cittadini comunitari residenti nel Regno Unito e i diritti dei cittadini britannici che vivono in altri Paesi dell’Unione; gli impegni internazionali e quelli economici assunti dal governo di Londra in quanto Stato membro; la gestione delle questioni di frontiera.

È evidente che un divorzio dopo oltre quarant’anni non può che suscitare diversi interrogativi su entrambi i lati del tavolo negoziale e molte delle risposte arriveranno con il tempo.
Riguardo la tempistica, va ricordato che il termine ultimo dei due anni è valido solo nel caso in cui tra le parti non si intraveda l’accordo sulla separazione. Se dovesse realizzarsi questa ipotesi Londra dovrebbe lasciare l’Unione Europea in modo automatico, mentre le relazioni commerciali con Bruxelles verrebbero regolate attraverso il WTO, l’Organizzazione Mondiale per il Commercio. Al contrario, la scadenza del 29 marzo 2019 potrebbe venire estesa qualora i negoziati, pur procedendo, necessitino di ulteriore tempo. Raggiunto l’accordo, prima di entrare in vigore dovrà essere ratificato da Londra e approvato dal Parlamento Europeo e da almeno 20 dei 27 Stati membri.
Quel che riguarda invece le relazioni future tra UE e Regno Unito, tra cui i rapporti commerciali e in particolare il mantenimento o meno del diritto di accesso al mercato unico europeo, saranno oggetto di ulteriori negoziati e in questo caso l’accordo dovrà essere approvato all’unanimità dai 27 Paesi dell’Unione.

(di Laura Guadalupi)

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