A Milano nasce l’Osservatorio su Imprese, Sostenibilità e Comunicazione
Prima indagine dell’Osservatorio Permanente su Sostenibilità e Comunicazione, presentata il 7 giugno a Milano, nel corso del Festival dello Sviluppo Sostenibile.
Mercoledì 7 giugno, al Circolo del Commercio di Milano, nella prestigiosa sede di Palazzo Bovara, è stato presentato l’Osservatorio Imprese, Sostenibilità & Comunicazione, nato su iniziativa dell’agenzia di comunicazione Mediatyche e dell’istituto di ricerca Format Research. L’indagine sulla sostenibilità a livello aziendale, che si prefigge di diventare un appuntamento annuale, è stata inserita tra i 200 eventi della prima edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, promosso dall’ASviS e tenutosi, dal 22 maggio al 7 giugno, in tutta Italia.
Ad aprire l’incontro milanese, moderato dal giornalista del Corriere della Sera, Isidoro Trovato, il contributo video di Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che ha sottolineato l’importanza degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile nell’ottica dell’Agenda 2030, approvata dai Paesi membri delle Nazioni Unite nel 2015.
Il lancio dell’Osservatorio ha coinciso con la presentazione di due ricerche. L’indagine sul tema “L’impresa italiana: politiche, orientamenti, investimenti e comunicazione per la sostenibilità” parte dall’esigenza di far luce su quanto stanno facendo le imprese e non solo sui comportamenti dei consumatori, come ha dichiarato Massimo Tafi di Mediatyche. Pierluigi Ascani, Presidente di Format Research, ha precisato, in primo luogo, che la sostenibilità delle imprese tiene conto di tre dimensioni: sociale, ambientale ed economica. Per oltre la metà degli intervistati (684 in totale), ha aggiunto, la sostenibilità rappresenta un’occasione di miglioramento ed “efficientamento”. L’81,2% delle imprese si definisce, infatti, “sostenibile”, percependo la sostenibilità come valore etico e fattore di business, ma il 41,6% riscontra delle difficoltà nel perseguire un tale percorso per mancanza di budget, mentre il 40,8% indica come ostacolo la carenza di competenze.
La seconda ricerca, a cura di Mediatyche in collaborazione Laboratorio Adolescenza presieduto da Maurizio Tucci, ha approfondito il rapporto tra millenials e sostenibilità. I giovani (un campione nazionale di 2000 adolescenti tra i 12 e i 14 anni), dimostrano discrete conoscenze sulle tematiche ambientali. Pur con alcune lacune – come denota l’indagine – intendono la sostenibilità un comportamento da praticare, un impegno diretto, sia in famiglia che individualmente, soprattutto quando si tratta di fare la raccolta differenziata.
Nella tavola rotonda successiva, esperti e manager si sono confrontati sull’opportunità (e sulla difficoltà) di intendere la comunicazione come leva strategica nel rapporto tra istituzioni, imprese, dipendenti e comunità locali.
Tavola rotonda OSeC17 con esperti di sostenibilità e comunicazione delle imprese
L’attenzione alla sostenibilità sociale è “la possibilità di pianificare il proprio tempo di lavoro”, dove comunicazione e ascolto sono rispettivamente requisiti fondamentali, ha esordito Silvia Parmigiani, Direttore generale di Phonetica. Andrea Calori, partner di EStà – Economia e Sostenibilità, si è soffermato sul ruolo delle istituzioni e, d’accordo con la collega di Phonetica sull’importanza delle filiere, ha osservato che anche le strutture economiche e il cambiamento degli stili di vita rappresentano leve per costituire sistemi che possano favorire la sostenibilità.
Francesca Rizzi, Ceo di Jointly e Josè Gonzales Galicia, Segretario generale Fondazione Vita Giving Europe, hanno posto l’accento sulla dimensione territoriale delle imprese. Secondo la co-fondatrice di Jointly la sostenibilità implica un processo di trasformazione culturale, basato sul welfare aziendale inteso come mutualismo tra dipendenti e comunità locali. In Italia, dove le Pmi costituiscono la maggioranza delle attività produttive, la sfida è quella di “fare rete” tra grandi e piccole imprese. José Gonzales Galicia, ha affermato che “la sostenibilità non è più una moda”, riconoscendo il ruolo cruciale della comunicazione esterna. “Occorre cominciare a comunicare dai più piccoli”, ha dichiarato, parlando della sua esperienza internazionale in America, dove l’idea di beneficenza è già diffusa tra i giovanissimi. Roberto Arui, Direttore Generale di ICIM International (BioNike) ha voluto, invece, mettere l’accento sugli ostacoli burocratici a danno di chi opera nel campo della salvaguardia dell’ambiente, portando l’esempio delle fonti rinnovabili.
Qual è, dunque, il nesso tra sostenibilità e comunicazione? A spiegarlo, in chiusura, è Massimo Tafi, Presidente di Mediatyche. Prima di rispondere al quesito che è stato il filo conduttore di tutto l’incontro, Tafi ha parlato di sostenibilità come di “un imbuto evolutivo”, una definizione che ne rimarca l’imprescindibilità nei processi aziendali del presente e del futuro. La comunicazione, ha affermato, “prima anticipava le tendenze, oggi arranca sul fronte della sostenibilità”. Ad indagarne le ragioni contribuiranno anche le prossime indagini su questo tema. La sfida, già intrapresa, è continuare a puntare sulle politiche di sostenibilità che, come è stato ricordato in tutti gli interventi, portano numerosi benefici, a partire dall’accresciuto valore di un’azienda in termini di costi più contenuti e processi più efficienti.
(di Elena Angiargiu)